La Giornata Internazionale della Memoria a Bruxelles è l’occasione per un webinar cui Anna Cinzia Bonfrisco ha chiamato a partecipare illustri relatori per rammentare come la tolleranza debba sconfiggere il veleno dell’antisemitismo che è ancora attivo in Europa e nel mondo
Il Parlamento europeo ha commemorato le vittime dell’olocausto, in occasione della Giornata internazionale della memoria, lo scorso gennaio. Per l’occasione, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente israeliano Isaac Herzog hanno inaugurato il Memoriale dell’Olocausto, il grande dipinto “Il rifugiato” di Felix Nussbaum (nella foto di apertura) di fronte alla Plenaria del parlamento di Bruxelles.
L’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco, insieme con la collega Susanna Ceccardi, in questa giornata ha condotto un webinar a cui hanno partecipato in collegamento con gli uffici del Parlamento di Roma, Fiamma Nierenstein, già vicepresidente della commissione Esteri della Camera e, dal Senato, Mara Bizzotto, dall’università di Pescara, il professor Marco Patricelli*, storico ed esperto dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale e l’europarlamentare Nicola Procaccini, componente della conferenza dei presidenti delle delegazioni. «Per trasmettere la conoscenza su ciò che avvenne e ad ammonire, condannare e contrastare l’antisemitismo, che sono gli strumenti migliori per combattere l’intolleranza, il fanatismo e per garantire che il messaggio del “mai più”, si propaghi alle generazioni future, tenendolo sempre vivo», come ha spiegato Bonfrisco.
«L’antisemitismo è un problema culturale, ma è la cultura che può combattere questi germi che si sono infiltrati nell’organismo della civiltà occidentale», ha spiegato Patricelli. Importante la sua testimonianza di storico proprio su questi argomenti: «La memoria senza la conoscenza non ha alcun valore. E la conoscenza deriva da un solo elemento: la storia. L’antisemitismo nasce dalla negazione e dalla credibilità di ciò che è accaduto. Pensiamo a due militari polacchi che hanno fornito rapporti sui campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale, Witold Pilecki e Jan Karsky che non furono però creduti. Non essere creduti apre a due prospettive, quello di ciò che è incredibile e quello che è incomprensibile. Ciò che veniva raccontato dai due militari era difficile da credere. Che la nazione più colta d’Europa avesse messo in piedi il sistema dello sterminio, della negazione degli altri. La maggioranza dei gerarchi, e parlo anche dei grandi criminali nazisti, era laureata in materie umanistiche: avevano tutti gli strumenti per mettere un confine netto tra il bene e il male. E non consideriamo i medici di Auschwitz che violarono il primo giuramento di Ippocrate. L’Europa colta è corresponsabile di quello che accadde, perché esistono complicità attive e passive. Noi siamo passati nelle tre fasi: discriminazione, persecuzione e sterminio di massa: questo spiega parzialmente cosa è stato il crimine che segna indelebilmente la civiltà occidentale».
«Credo sia necessario ricordare, ma serve anche rendere giustizia alle vittime anche se troppo tardi, ma serve per riflettere sul rischio che possa ripetersi», ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Procaccini «Dedicare al ricordo almeno un momento ogni anno, ma se possibile anche di più, credo sia necessario affinché poi si agisca nei mille modi per fare formazione delle coscienze e quindi anche educazione al futuro. Noi sappiamo che oggi l’antisemitismo non tornerà nelle stesse forme del passato, ma c’è rischio concreto che torni. Sentivo poco fa il premier Herzog far notare che l’antisemitismo oggi usi spesso nascondersi dietro la critica verso lo Stato di Israele che talvolta si spinge all’odio o alla negazione della sua stessa esistenza. Su questo credo che la politica debba fare il proprio: in questi giorni tante nostre scuole sono in visita ai campi di sterminio. Ricordo di essere stato con Giorgia Meloni allo Yad Vashem nel 2010, ricordo la sua e la mia commozione e questi semi hanno poi germogliato una consapevolezza che si riflette nell’attuale azione di governo, accanto allo Stato di Israele e accanto a tutte le forme di lotta contro l’antisemitismo. Concludo con una riflessione di Josè Saramago: “Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”».
«L’atrocità che si è commessa nel Novecento contro il popolo ebraico è anche contro l’Europa, perché la storia del popolo ebraico fa parte integrante delle radici giudaico-cristiane che sono le colonne portanti della cultura europea», ha detto Ceccardi. «Io ti devo portare la mia solidarietà, Cinzia, perché tu hai subito un attacco terrificante dal nemico più grande dello Stato di Israele che è l’Iran per le parole coraggiose che hai espresso più volte in questo parlamento a favore della resistenza israeliana, contro l’autoritarismo dello stato islamico dell’Iran e anche il suo antisemitismo di stato. Questa posizione dell’Iran è sempre più isolata nel mondo islamico. Ieri ho partecipato alla delegazione Israele-Ue, di cui facciamo entrambe parte, e ho potuto vedere due membri della Knesset, uno di maggioranza e uno di opposizione, perché ricordiamo che Israele è l’unico Stato democratico nel Medio Oriente, ma anche e soprattutto gli ambasciatori degli Emirati arabi uniti e del Bahrain, Paesi che hanno sottoscritto gli accordi di Abramo, e hanno espresso la vicinanza ai membri della Knesset per questi giorni in cui si ricorda l’olocausto».
Anche Nierenstein ha riconosciuto che Bonfrisco è “una delle pochissime combattenti europee dell’antisemitismo”, poiché l’Iran è il principale sponsor del terrorismo nel mondo e proclama a ogni istante la necessità di distruggere l’intero Stato di Israele. «È nel mio cuore, come penso in quello di Herzog e in quello di tanti ebrei di Israele, un rapporto di amore e conflitto con la storia d’Europa che ci caratterizza. Perché noi siamo i portabandiera della cultura occidentale in Medio Oriente, con lo stato di Israele, ma questa cultura occidentale è anche quella che nel corso dei secoli ci è caduta addosso con le espulsioni, i pogrom, le stragi, i roghi e la spaventevole tragedia della Shoah. L’Unione europea è nata per far sì che l’Europa cambi e diventi un’altra cosa. E sicuramente c’è riuscita. Ma l’Europa, a parte alcuni personaggi portati a un autentico senso di dialogo tra religioni e culture, è sempre parzialmente preda di quella tabe antisemita che in questi anni ha mostrato ancora la sua orribile testa che non è ancora stata tagliata. Di un milione e seicentomila ebrei in Europa c’è stata una diminuzione di trecentomila perché gli ebrei lasciano l’Europa con questa ondata di antisemitismo, temono il fatto che non si possa andare in giro con la kippah, che tanti vengono rapiti, picchiati e derubati. In Svezia oggi è stata indetta una manifestazione in cui hanno intenzione di bruciare la Torah e in nome del diritto alla manifestazione della propria opinione questa manifestazione non è stata proibita! I nostri nemici sono molto armati e molto aggressivi: durante la seconda Intifada ci sono stati fino a 2.000 morti in attacchi terroristici ed è chiaro che Israele si deve difendere. L’Europa deve farsi campione di una più attenta analisi delle questioni che riguardano Israele e vedere chi veramente nega la pace, chi non l’ha voluta, perché Abu Mazen continui a finanziare i terroristi…».
Il primo viaggio istituzionale che Bonfrisco con Ceccardi e Bizzotto sentirono il bisogno di fare e organizzarono al parlamento Ue prima della pandemia fu proprio ad Auschwitz. «È fondamentale ricordare quello che è successo in quei campi. Onorare quelle vittime ora che purtroppo gli episodi di antisemitismo sono ricorrenti. Il senato italiano la settimana scorsa ha approvato un ddl che stanzia un fondo di 2 milioni di euro per i viaggi della memoria», afferma Bizzotto oggi senatrice, ma per diverse legislature europarlamentare della Lega, che ha saputo coniugare il valore e la difesa dell’identità nel rispetto delle minoranze, in una storia di Europa federale. «Sono ancora troppi i partiti e gli Stati nemici degli ebrei e d’Israele».
Bonfrisco ha concluso ricordando lo straordinario contributo che Israele dà all’umanità in fatto di pace, sicurezza, tecnologia, salute, modernità: «È un Paese che regala il meglio di se stesso alla comunità internazionale e al pianeta».
* Marco Patricelli ha insegnato Storia dell’Europa contemporanea all’università Gabriele d’Annunzio di Chieti ed è autore di saggi pubblicati da case editrici italiane ed europee. Da suoi lavori sono stati tratti docufilm e docufiction Rai, Mediaset e Zdf. Con Il volontario ha vinto nel 2010 il Premio Acqui Storia. Nel 2021 a Varsavia è stato insignito del premio internazionale Testimone della storia. Per il suo impegno nella ricerca e nella divulgazione storica ha ricevuto in Polonia dal Consiglio dei ministri il titolo di Bene Merito e dal Presidente della Repubblica la Croce di Ufficiale. In Italia su incarico del Quirinale ha tenuto la relazione storica di fronte al presidente Mattarella in occasione delle celebrazioni ufficiali del 73° anniversario della Liberazione ed è poi stato nominato Cavaliere motu proprio dal presidente Mattarella.