Il punto di vista della categoria che si ritiene oltremodo vessata dall’interpretazione della direttiva Bolkestein e il parere dei politici del gruppo ID e di un importante giurista. Chiedono tutti a gran voce un atto di indirizzo del Parlamento europeo che definisca l’area di applicazione. Appuntamento irrinunciabile della prossima legislatura.
L’11 aprile l’europarlamentare del Gruppo Identità e Democrazia, Anna Cinzia Bonfrisco, ha organizzato presso il Parlamento europeo un dibattito con l’Associazione nazionale ambulanti sull’applicabilità della direttiva Bolkestein.
La direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio al commercio di beni detta anche “direttiva Bolkestein” o “direttiva servizi”, all’articolo 12 dice che devono essere sottoposte a bando quelle attività per le quali venga accertata una “scarsità della risorsa pubblica”. Come potrebbero essere, per esempio, i posteggi per il commercio ambulante. Ma l’attività del commercio, secondo l’interpretazione anche della stessa Bonfrisco, non dovrebbe essere regolata come l’attività dei servizi. A titolo di esempio, il mercato dei fiori olandese e quello della Rambla di Barcellona sono regolati dalla legge nazionale che non applica la direttiva Bolkenstein.
«Nonostante gli anni trascorsi è ancora tempo per l’annoso problema dell’interpretazione corretta e autentica dei campi di applicazione della direttiva Bolkestein», ha esordito Bonfrisco. «Ringrazio i colleghi Matteo Adinolfi e Paolo Borchia per il lavoro a favore di una categoria ingiustamente colpita dalle interpretazioni della direttiva. Lo stesso relatore, a suo tempo, chiarì che il campo di applicazione andava riferito ai servizi e non ad altro. Ma poi è intervenuta una sentenza della magistratura che apre anche ad altre tipologie l’applicazione, ma il governo nella legge sulla concorrenza ha inteso escludere il tema del commercio ambulante da questa interpretazione. Ne parliamo oggi anche con il sindacato Unione generale del lavoro-Ugl che si è fatto carico delle istanze degli ambulanti».
Il convegno è cominciato con l’intervento del già ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali e attuale vicepresidente del senato, Gianmarco Centinaio, che ha inteso non far mancare il suo saluto agli operatori di questo settore che «rispettiamo e intendiamo continuare a difendere», come ha riferito Bonfrisco.
«Lo stesso Frits Bolkestein qualche anno fa, in Italia, aveva detto che alcuni settori non c’entrano con la direttiva perché non sono servizi», ha detto Centinaio, «quindi il lavoro che dobbiamo fare tutti noi è evitare che si utilizzi la scusa della direttiva per dare contro ad alcune alle associazioni di categoria, a settori e alle famiglie che hanno fatto grande il nostro Paese. Definire i balneari o gli ambulanti come lobby vuol dire insultare tutti i cittadini italiani che quotidianamente si tirano su le maniche e vanno a lavorare. Io lancio una sfida a tutti i partiti: la direttiva è vecchia e ha problemi, bisogna mettere all’ordine del giorno la sua revisione da parte di tutti quelli che verranno eletti in Europa. Soltanto così avremo dato risposte ai cittadini italiani ed europei».
«Nel 2019, appena cominciato la legislatura, abbiamo affrontato il tema che tocca da vicino le famiglie di 160 mila ambulanti e 30 mila balneari», ha continuato l’europarlamentare Matteo Adinolfi. «Aziende storiche che vanno tutelate assolutamente. L’Italia avrebbe dovuto intervenire per una giusta interpretazione della direttiva: se non c’è la scarsità delle aree, non va applicata. L’intervento è tardivo da parte dei governi come quello italiano e noi della Lega lo diciamo da sempre. I prossimi eurodeputati devono affrontare immediatamente questo tema».
La parola è passata a Luigi Ulgiati, della segreteria dell’Ugl: «La direttiva Bolkestein era animata di buoni propositi, ma per quanto riguarda i balneari non c’è scarsità di risorsa pubblica perché il 67% delle coste italiane risulta libero e gli ambulanti non vendono servizi, ma beni. La norma è mal applicata e danneggia una parte debole del mercato europeo, microimprese a conduzione famigliare e favorisce invece i grandi gruppi, le lobby. Siamo per una revisione di questa norma e bene hanno fatto gli europarlamentari Bonfrisco, Adinolfi e Borchia e l’intero gruppo ID, nel nostro Paese la Lega, a mettere in atto battaglie e una serie di iniziative: l’onorevole Bonfrisco ha fatto un’interrogazione. Anche noi come Ugl abbiamo fatto numerose battaglie insieme all’Associazione nazionale ambulanti Ana-Ugl, nelle piazze e nelle istituzioni».
Bonfrisco ha riferito che molti comuni italiani, come Roma e Milano, nonostante la scorta della legge sulla concorrenza voluta dal governo italiano nello scorso dicembre, hanno inteso escludere la categoria degli ambulanti dall’applicazione della legge italiana. C’è preoccupazione. Nel ringraziare Angelo Pavoncelli per il suo costante lavoro a favore della categoria, ha poi dato la parola a Marrigo Rosato, segretario nazionale Ana-Ugl.
«Cosa hanno fatto di male gli ambulanti per meritarsi tutto questo? Noi stiamo dando voce a un mondo che non ha avuto visibilità. E ringrazio il Gruppo ID per l’attenzione e per questo dibattito. Gli ambulanti non hanno mai esercitato in violazione di norme, anzi c’è un susseguirsi di norme e leggi che sono sempre state seguite. Anzi ci sono comuni che hanno riconosciuto la storicità di mercati e fiere che si esercitano da secoli. Siamo qui per spiegare le nostre ragioni e per chiedere con forza una corretta applicazione della direttiva Bolkestein, perché è in gioco il futuro della nostra categoria».
Bonfrisco e il suo collega Borchia hanno ricordato l’interrogazione che hanno rivolto alla Commissione europea per chiarire che il commercio di beni non è regolato dalla direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi nel mercato interno, ricevendo purtroppo una risposta affermativa da Thierry Breton a nome della Commissione europea. Borchia ha poi riferito che anche il presidente della Repubblica si è espresso in maniera discutibile a favore dell’applicazione della direttiva Bolkestein anche il commercio dei beni da parte degli ambulanti. Ha poi confermato che la battaglia per la revisione della direttiva sarà portata avanti anche nella prossima legislatura.
Alessandro Musolino, vicepresidente nazionale Ana-Ugl ha ribadito che gli ambulanti sono vittime di un grosso malinteso e di una grossa ingiustizia: «Siamo oggetto di un cortocircuito politico, mediatico e giudiziario che fa passare questa come una categoria di privilegiati. Ditemi voi dov’è il privilegio: nei nostri mercati ci sono centinaia se non migliaia di posteggi liberi, non c’è scarsità di risorsa. Ma anche la scarsità delle autorizzazioni non c’è, le licenze vengono date: siamo già in piena concorrenza. Quando tutto si riduce a una disquisizione tecnica tra le virgole e le parole, si dimentica che si stanno uccidendo delle persone, degli esseri umani, delle famiglie. E poi ci si chiede come mai l’Europa non è ben voluta».
Il professor Alfonso Celotto, avvocato costituzionalista, ha detto che l’applicazione della direttiva Bolkestein ha bisogno di chiarezza: «È importante che parliamo di questo al Parlamento europeo perché è un problema da risolvere in sede europea. Da giurista dico che tutte le sentenze non bastano, ma serve un chiarimento normativo, un atto di indirizzo del Parlamento europeo che definisca l’area di applicazione della direttiva Bolkestein. La legge sulla concorrenza mi sembra un altro tassello incerto in un quadro incerto».
L’avvocato Pierluigi Avallone segue la categoria degli ambulanti da diversi anni: «Il tormentato percorso giudiziario e amministrativo ha visto tanti comuni decidere in modo differente. La legge italiana sulla concorrenza numero 214 del 30 dicembre del 2023, all’articolo 11 cerca di risolvere quanto è in sospeso per la categoria degli ambulanti, proprio per bloccare anche tutto il contenzioso. Questa categoria va tutelata sempre e in ogni caso».
A seguito del dibattito Anna Bonfrisco ha poi inviato una lettera alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, sottolineando come l’interpretazione della direttiva, ribadita dal Commissario Thierry Breton nella risposta alla sua interrogazione, “continui a creare una riduzione delle imprese del commercio ambulante, che è la forma più antica di commercio europeo nel suo valore intrinseco sociale, territoriale ed economico”.
“L’Unione europea ha il dovere, così come gli Stati membri, di non lasciare nessuno indietro”, scrive ancora Bonfrisco. “Invito pertanto il Parlamento europeo ad adottare un atto di indirizzo che chiarisca la portata e l’applicazione della direttiva Bolkestein nella sua forma più autentica e più rispettosa dei diritti sociali dei cittadini europei. Solo un’Unione europea che non faccia soffrire i propri cittadini e che renda le loro vite meno incerte e meno difficili può fare da faro al mondo”.
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