Europarlamentare LEGA, gruppo Identità e Democrazia, membro commissione Affari esteri (AFET), Bilanci (BUDG) e sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (SEDE); membro Delegazione per le relazioni con Israele e con l’Assemblea parlamentare della NATO.
Al Senato della Repubblica italiana per quattro mandati, è stata eletta europarlamentare della IX legislatura nel 2019 nella circoscrizione Italia centrale. Ha ottenuto 39.336 preferenze risultando terza degli eletti (Matteo Salvini escluso). A seguito di ciò, si è dimessa dal Senato.
Contributi alle discussioni in Aula
Relazione 2022 sull’Albania (discussione)
Martedì 11 luglio 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, l’Unione europea e l’Albania hanno un destino comune e oggi riaffermiamo la volontà di integrazione di uno Stato amico e alleato, ma voglio cogliere questa occasione per sottolineare il contributo dell’Albania alla pace e alla stabilità internazionale, alla salvaguardia dello Stato di diritto tra le nazioni, alla salvaguardia del multilateralismo.
Attraverso il suo abile ambasciatore alle Nazioni Unite, in questi due anni di presenza nel Consiglio di Sicurezza ha affrontato nel più alto consesso del mondo del multilateralismo rivalità geopolitiche sempre più accentuate e instabili.
L’Albania ha dimostrato come un piccolo paese possa influenzare molto al di sopra del suo peso ed essere in prima linea sulle questioni che contano, contribuendo efficacemente a mantenere la bussola morale che la Russia ha perso ormai da tempo. Il suo contributo alla NATO è per noi sempre più prezioso.
L’importanza di questo volto più moderno dell’Albania è utile prima di tutto agli amici albanesi per costruire partenariati più forti e nuovi meccanismi di cooperazione nella regione dei Balcani, in Europa e nel mondo.
L’Europa ha bisogno dei Balcani e i Balcani hanno bisogno dell’Europa.
L’Italia ha nella sua fratellanza storica con l’Albania il compito di sostenere sempre di più il processo virtuoso di due paesi che condividono un mare.
Grazie a Lei, Commissario Várhelyi, e grazie alla relatrice Santos per il lavoro che fate e che farete.
Conseguenze umanitarie e ambientali della distruzione della diga di Nova Kakhovka – Ricostruzione sostenibile e integrazione dell’Ucraina nella comunità euroatlantica (discussione)
Martedì 13 giugno 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, signor Commissario, questo è un momento senza precedenti per la sicurezza euroatlantica, una sicurezza che non ci può essere senza un Artico sicuro, un Mar Baltico sicuro, un Mar Nero sicuro, l’intero Mediterraneo allargato sicuro e un’Africa sicura. Ma la Russia ha invaso uno Stato sovrano euroatlantico, sconvolgendo molti aspetti della nostra sicurezza.
Nell’infliggere questa devastazione, la Russia ha un complice compiacente e molto potente: la Cina. In questo ambiente geopolitico rimaniamo impegnati a sostenere i bisogni urgenti dell’Ucraina e aumentare le sue capacità di combattimento a lungo termine.
Cari amici ucraini, non potendo vincere sul campo di battaglia, i russi hanno cercato di far morire di freddo nell’inverno la popolazione civile, di portare morte e distruzione ovunque con piogge di missili e ora cercano di affossarci economicamente, danneggiando immensamente le capacità produttive agricole. Ma la vostra resilienza, il coraggio e la determinazione nel difenderci tutti, ancora una volta ci impressiona, ci commuove e ci dà il coraggio e la convinzione di stare al vostro fianco fino alla fine, per mettere fine a ogni forma di violenza e di crimini contro l’umanità. E quella diga non versa solo acqua, ma tutte le lacrime del mondo civile.
Le relazioni UE-Balcani occidentali alla luce del nuovo pacchetto sull’allargamento (discussione)
Mercoledì 19 ottobre 2022 – Strasburgo
Signora Presidente, signor Commissario Várhelyi, onorevoli colleghi, sin dalla firma del trattato di Roma, l’Unione europea si è dimostrata una comunità di intenti e di valori condivisi, un faro di democrazia e di Stato di diritto. Promuovendo la pace, i nostri Stati sono diventati più forti insieme.
L’allargamento è oggi un obiettivo essenziale per rafforzare l’Unione e promuovere più pace e più stabilità, prosperità e sicurezza. Sebbene allinearsi alla politica estera e di sicurezza comune non sia un criterio formale per i negoziati di allargamento, oggi però ne comprendiamo la vitale importanza e l’impatto nel presente contesto geopolitico in ordine alle relazioni internazionali, a partire dal grande valore aggiunto costituito dalla nostra partecipazione alla NATO.
Coscienti dei continui tentativi della Russia di attirare nella sua zona di influenza i paesi dell’area, ribadiamo come i Balcani occidentali rimangano la priorità strategica dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Intensifichiamo i nostri sforzi per offrire ai Balcani occidentali la piena partecipazione ai nostri piani economici, energetici e di salute e cerchiamo anche di migliorare da un punto di vista infrastrutturale le connessioni possibili.
L’attuale situazione globale è riflessa nel pacchetto allargamento di quest’anno, che vede sostanzialmente ampliata l’analisi sul posizionamento internazionale dei diversi paesi coinvolti.
Grazie a Lei, Commissario Várhelyi, per il lavoro che sta svolgendo insieme alla Commissione, all’Alto rappresentante, al rappresentante speciale per il dialogo facilitato Belgrado-Pristina, continui con la determinazione che La caratterizza, con il Suo lavoro rafforzi l’Europa e la prospettiva di libertà e democrazia per quei paesi che devono poter diventare sempre più affini.
Relazione 2021 della Commissione sulla Macedonia del Nord (discussione)
Mercoledì 18 maggio 2022 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie al relatore per il suo lavoro. La Macedonia del Nord conferma di porsi nella tradizione liberale e democratica dell’Unione europea e della NATO, di cui è membro dal 2020, un membro attivo. Inoltre, si allinea alla linea politica estera e di sicurezza e di difesa europea anche contro l’aggressione ingiustificata e illegale russa, avendo deciso di inviare equipaggiamento militare per sostenere l’esercito ucraino nella lotta in favore della libertà e dello Stato di diritto.
Auspichiamo fortemente la continuazione del dialogo bilaterale con la Bulgaria, così da favorire finalmente il processo di riforme nazionali necessarie per una piena collaborazione nella cornice europea, soprattutto per la questione delle minoranze. È questo il momento storico per dimostrare la comune volontà di convergenza verso un’unica, grande e forte famiglia europea, portatrice di valori di libertà e democrazia.
La Macedonia del Nord rappresenta un investimento geostrategico a favore della pace, della stabilità e della crescita dell’intero continente europeo; l’Europa sia all’altezza di questa missione.
Relazione 2021 della Commissione sull’Albania (discussione)
Mercoledì 18 maggio 2022 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io sono d’accordo con la Presidente Roberta Metsola sul fatto che l’Unione europea debba pensare a modi per accelerare il processo di allargamento nei Balcani occidentali, perché la stabilità nell’immediato vicinato significa la stabilità nell’Unione. E di fronte a questo nuovo contesto geopolitico dobbiamo chiaramente trovare un modo per pensare alla nostra Europa e alla sua unità, senza indebolirla da dentro.
Come parlamentare europea italiana ribadisco il forte sostegno al cammino europeo dell’Albania, che è già tracciato e non può essere rallentato, e insieme a questo Parlamento riconosco lo sforzo di riforma e di convergenza dell’Albania per diventare una democrazia compiuta, pluralista e giusta, capace di rafforzare il proprio ruolo regionale, internazionale, all’interno della NATO e nell’allineamento alla politica estera e di sicurezza e di difesa europea, che nella reazione contro l’aggressione russa abbiamo potuto constatare.
Lo Stato di diritto, uno dei valori fondamentali dell’Unione e conditio sine qua non per la tutela di tutti gli altri valori fondamentali dell’Unione, deve realizzarsi nella sua pienezza in Albania, così da voltar pagina per sempre col passato. Il popolo albanese vuole l’Europa nel suo futuro, l’Europa faccia la sua parte.
25° anniversario del processo di Barcellona e del vicinato meridionale (discussione)
Martedì 15 dicembre 2020 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie Alto rappresentante presentante per la sua dichiarazione introduttiva, oggi celebriamo un’altra tappa storica dell’Europa per il Mediterraneo, fatta di luci e di ombre, signor Borrell.
Come Lei pensa a Barcellona, sede dell’Unione per il Mediterraneo, io penso ai trattati di Roma del 1957, considerati l’atto di nascita della famiglia europea e penso quindi a quel filo rosso che unisce Roma e Barcellona come capitali d’Europa e del Mediterraneo.
Insieme quindi vogliamo pianificare un futuro più sostenibile e giusto, lungo le strade del rispetto dell’ambiente, dello sviluppo, della cultura, della modernità e tutto ciò dobbiamo poterlo fare lavorando sul rafforzamento della governanceeconomica e capace di attrarre importanti investimenti privati, ma ci sono anche le ombre, signor Borrell.
Chiediamo che in modo sincrono, azioni comuni contro la tratta di esseri umani si possano sviluppare contro la criminalità organizzata, il terrorismo e l’immigrazione irregolare, sia dalle aree di origine che di transito, perché il perdurare di queste tendenze impedirà sempre alla regione di progredire e costringerà i cittadini europei a pagare un prezzo troppo alto. E prima ancora viene la dignità umana che noi troviamo all’inizio e alla fine di ogni vita di ogni singolo individuo.
E tuttavia molti paesi di quest’area non sono così inclini a rispettare in nome della ragione di Stato la dignità umana. Questo è l’appello più importante che noi possiamo fare oggi mentre celebriamo Barcellona, rinviando a un futuro dove insieme saremo protagonisti del rispetto, delle libertà e della dignità umana.
Valutazione della proposta della Commissione sulla revisione della metodologia di allargamento (discussione)
Lunedì 10 febbraio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Commissario, è lodevole l’offerta politica della Commissione ai Balcani occidentali, ma converrà anche una dichiarazione di fallimento delle azioni pregresse, cioè l’assenza di riforme di questi Stati nell’ambito dello Stato di diritto, unica salvaguardia della democrazia.
Infatti, disoccupazione, deficit economico, squilibri interni ed esterni espongono la regione a shock economici avversi. Ma lo Stato di diritto è solo un parametro o è piuttosto un enunciato garante della stabilità dell’inclusione e della convivenza in un sistema allargato tra di noi? È sufficiente per le particolarità dell’Albania? In guerra con sé stessa, tra corruzione, laicità e cultura democratica inesistenti, organizzazioni criminali sofisticate, divari oggi incolmabili.
Colleghi ed egregio Commissario, la Commissione si ostina a proporre un metodo ma non riesce ad affrontare il merito delle questioni. Proprio il metodo era il motivo apparente per cui le trattative con Albania e Nord Macedonia sono state interrotte pochi mesi fa, ma sappiamo tutti che a preoccupare erano le prospettive future dell’ingresso di questi Stati. In tutto questo, nella proposta della Commissione, la problematica della sicurezza infatti è solo accennata, a fronte di un mandato chiaro che i cittadini europei ci hanno dato a proteggere e difendere quest’Europa.
Per concludere, ritengo insufficiente, signor Commissario, sostenere la mera promozione delle riforme, perché l’Unione europea non potrà trovarsi ad affrontare in corso d’opera le molte incertezze dei Balcani occidentali. Piuttosto deve essere garantita con certezza l’irreversibilità dello Stato di diritto come cardine del processo di allargamento.
Attività di trivellazione della Turchia nelle acque dell’Unione nel Mediterraneo orientale (discussione)
Mercoledì 13 novembre 2019 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, proprio oggi abbiamo celebrato i trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, principalmente grazie alla forte volontà della Germania di allora. Ciò dimostra che quando si vuole nessun muro è troppo alto per essere abbattuto.
Purtroppo, invece, da oltre trent’anni il muro che divide Cipro dentro l’Unione europea dimostra che l’Unione europea è ostaggio della Turchia. La Turchia sa bene che l’Unione europea è geopoliticamente debole, divisa al suo interno e che il soft power europeo non convince più nessuno e, soprattutto, non fa proprio paura a nessuno.
La sproporzione che emerge tra le azioni turche, siano esse le trivellazioni illegali o l’invasione del nord della Siria, e le risposte europee, fatte per paragrafi di condanna nei quali il Consiglio europeo, lo ha ricordato benissimo la presidente Loiseau prima, si rammarica, si lamenta, invita, auspica, dimostra che il progetto europeo è strategicamente inadeguato, sia su scala regionale che globale e che la nostra risposta è troppo debole.
Occorre, quindi, che qualcuno faccia qualcosa. Donne e uomini coraggiosi guardino in faccia la realtà.
Apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania (discussione)
Mercoledì 23 ottobre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, certamente è forte l’interesse dell’Unione europea a espandere le relazioni con i paesi dei Balcani occidentali, ma siamo tutti consapevoli delle profonde cicatrici che segnano quest’area e che minacciano l’Unione europea: un’influenza cinese e russa; la presenza di grandi organizzazioni criminali e di potenziale terrorismo; politiche di stampo oligarchico; cittadini con doppio passaporto turco; più del 50 % di mussulmani in Albania e Bosnia, 28% in Nord Macedonia e il 95% in Kosovo.
Tutto questo rende evidente che lo strumento dell’allargamento e dell’adesione, come accaduto per la Turchia, versa in una profonda crisi. Forse, commissario Hahn, una buona politica commerciale europea ci eviterebbe l’impasse e il disaccordo fra Stati membri, per l’ennesima volta ognuno con una propria politica estera.
Un’Europa che ambisca a una propria autonomia strategica ha nella relazione con i Balcani occidentali il suo banco di prova. Cerchiamo questa volta di non deludere i cittadini europei e pensiamo soprattutto a loro.
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sulla relazione 2022 della Commissione sull’Albania
31.5.2023 – (2022/2199(INI))
Il Parlamento europeo,
Impegno a favore dell’adesione all’UE
Democrazia e Stato di diritto
Libertà fondamentali e diritti umani
Cooperazione regionale e relazioni di buon vicinato
Energia, ambiente, sviluppo sostenibile e connettività
RELAZIONE sulla relazione 2021 della Commissione sulla Macedonia del Nord
27.4.2022 – (2021/2248(INI))
Il Parlamento europeo,
Funzionamento delle istituzioni democratiche
Media e società civile
Diritti fondamentali
Stato di diritto
Riforme socioeconomiche
Ambiente, energia e trasporti
Cooperazione regionale e politica estera
RELAZIONE sulle relazioni 2019 e 2020 della Commissione sulla Macedonia del Nord
10.3.2021 – (2019/2174(INI))
Il Parlamento europeo,
Stato di diritto
Funzionamento delle istituzioni democratiche
Diritti fondamentali
Media
Riforme socioeconomiche
Energia, trasporti e ambiente
Cooperazione regionale e politica estera
Proposte di risoluzione
MOTION FOR A RESOLUTION on the case of Osman Kavala in Turkey
3.5.2022 – (2022/2656(RSP))
The European Parliament,
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano
3.4.2024
La bussola strategica per la sicurezza e la difesa sottolinea come sia necessario ottimizzare, aggiornare e incrementare i costi comuni relativi alle missioni e alle operazioni militari, con l’obiettivo di aumentare la solidarietà e incoraggiare un ulteriore coinvolgimento in tali operazioni da parte degli Stati membri.
In quanto fornitore di sicurezza regionale e globale, l’Unione europea deve essere in grado di proiettare più strategicamente la propria influenza, utilizzando capacità e responsabilità condivise.
Questo anche in considerazione del fatto che l’ambiente geopolitico attuale è caratterizzato da un aumento di conflittualità e di autoritarismo, a cui corrisponde la necessità di saper fornire aiuti umanitari in quantità e scala senza precedenti nella storia delle relazioni internazionali.
Nel comparto marittimo e navale, la nave ospedale Vulcano è la prova che l’Italia ha meno lacune a livello di capacità e strategia rispetto ad altri Stati membri e di come l’industria cantieristica e navale italiana sia in grado di essere meno dipendente, tecnologicamente e industrialmente, da terzi.
Ciò premesso, intende la Commissione dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano?
Dichiarazioni della Presidente della Commissione europea sulle elezioni politiche italiane
23.9.2022
Nel corso di un dibattito tenutosi il 22 settembre 2022 presso l’Università di Princeton, negli Stati Uniti, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, riferendosi alle imminenti elezioni italiane, ha dichiarato che qualora l’azione del futuro governo vada in una “direzione difficile”, la Commissione ha gli strumenti per intervenire, come nei recenti casi di Polonia e Ungheria.
Incendi in Europa – Il caso di Roma
19.7.2022
“Inondazioni, incendi, ondate di calore, temporali, terremoti, smottamenti. Questi eventi stanno interessando tutti i nostri paesi europei: dalla Grecia al Belgio; dalla Svezia all’Italia”. È quanto ha dichiarato, il 28 giugno 2022, il commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič in occasione del discorso di apertura del 7° Forum europeo della protezione civile a Bruxelles. Parole quanto mai attuali di fronte ai devastanti incendi che hanno colpito Roma in questi giorni nuocendo alla vita dei suoi cittadini. Inoltre, le immagini dell’ultimo e più grave evento, anche questo forse doloso, hanno fatto il giro dei principali media internazionali. Cresce la preoccupazione per la salvaguardia ambientale di una delle principali capitali europee e del Mediterraneo.
Pertanto, può la Commissione indicare:
Disparità di trattamento di ITA rispetto a Lufthansa e Air France-KLM
8.4.2021
La pandemia di COVID-19 ha duramente gravato sul trasporto aereo europeo, spingendo vari paesi a concedere aiuti alle compagnie nazionali, anche come ricapitalizzazioni. L’Italia ha deciso di costituire una nuova compagnia aerea, ITA, con un investimento pubblico iniziale sulla base della sostenibilità.
A tale riguardo, il commissario UE alla Concorrenza ha richiesto la cessione di circa metà degli slot della compagnia italiana nell’aeroporto di Linate che ITA acquisirebbe da Alitalia in conformità dell’articolo 8 bis, lettera b), punto iii), del regolamento (CEE) n. 95/93, con la giustificazione di prevenire distorsioni nel mercato.
Nonostante altre compagnie come Lufthansa e Air France-KLM abbiano richiesto di accedere ad aiuti statali, le condizioni sono diverse: Air France cederebbe 6,5 % degli slot a Orly, Lufthansa 3 % a Monaco e 1,5 % a Francoforte e KLM 3 % ad Amsterdam.
Ciò premesso, si chiede alla Commissione di rispondere alle seguenti domande:
Incontro UE-Turchia ad Ankara
7.4.2021
In Turchia assistiamo a un continuo deterioramento dello Stato di diritto: proprio negli ultimi giorni il governo ha commesso l’ennesima azione forte. Le autorità turche, infatti, hanno arrestato 10 ex ammiragli della Marina con l’accusa di “attentato all’ordine costituzionale”. Questi arresti non sono casuali, bensì collegati ad una dichiarazione pubblica firmata da ben 104 ammiragli in pensione, in cui venivano denunciati i rischi di un eventuale ritiro della Turchia dalla Convenzione di Montreux, oltre a lanciare un appello affinché la Turchia rimanga uno Stato laico e democratico basato sullo Stato di diritto.
Sono stati utilizzati metodi autoritari ed antidemocratici per la repressione delle forze politiche di opposizione e delle organizzazioni civili e vi sono state violazioni dei diritti umani. Lo scorso 6 aprile, i Presidenti di Commissione e Consiglio Von der Leyen e Michel si sono recati ad Ankara per un vertice con il Presidente Erdogan sull’andamento delle relazioni tra UE e Turchia.
Alla luce di quanto sopra esposto, può la Commissione chiarire:
Ponte sullo Stretto di Messina – priorità e finanziamento
22.3.2021
Nella questione in oggetto occorre tenere conto delle seguenti premesse:
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Accordi di associazione tra l’Unione europea e il Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino
1.3.2021
Con una decisione adottata il 16 dicembre 2014[1], il Consiglio dell’Unione europea ha ufficialmente autorizzato la Commissione a iniziare le negoziazioni per giungere a uno o più accordi di associazione tra l’Unione europea e il Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino.
Nella raccomandazione del 13 marzo 2019 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente l’accordo di associazione tra l’Unione europea e Monaco, Andorra e San Marino[2], il Parlamento europeo ha chiesto di far progredire i negoziati affinché potessero concludersi quanto prima e comunque entro i successivi due anni.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Tutela dell’aceto balsamico italiano
26.2.2021
La Slovenia ha notificato alla Commissione europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli aceti.
Con tale misura, il governo di Lubiana ha reso possibile la denominazione “aceto balsamico” per qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato, trasformandone quindi la peculiare denominazione in uno standard di prodotto. Un’operazione simile rischia di intaccare il sistema di tutela delle Dop e Igp, così come regolamentato dall’UE.
Una volta introdotti nel mercato, questi prodotti potrebbero indurre in errore i consumatori italiani ed europei, arrecando gravi danni a un intero comparto che rappresenta una delle numerose eccellenze del Made in Italy.
Per questi motivi, si chiede alla Commissione di rispondere ai seguenti quesiti:
Accesso della Repubblica di San Marino al meccanismo di aggiudicazione dei farmaci e vaccini
10.2.2021
La Repubblica di San Marino si trova all’interno dei confini dell’Unione Europea e per caratteristiche geografiche, storico-culturali, sociali e economiche ne è profondamente integrata. La situazione in via di definizione legata alle negoziazioni di un accordo di associazione iniziate nel 2014 e non ancora concluse sta creando seri problemi durante la pandemia, in particolare legati alla peculiarità geografica di San Marino, il cui territorio ricade interamente all’interno dell’UE. Tra questi, la questione dell’accesso ai vaccini e ai farmaci è la più importante e urgente.
Ai sensi della decisione n. 1082/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, il meccanismo di aggiudicazione congiunta è accessibile esclusivamente a Stati membri, Stati dell’EFTA e Paesi candidati all’adesione.
Al fine di garantire la sicurezza sanitaria all’interno dell’UE, può la Commissione rispondere al seguente quesito:
Intende intraprendere misure, nell’ambito della proposta di regolamento relativo alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, per estendere la possibilità di partecipare al meccanismo di aggiudicazione congiunta ai paesi i cui territori ricadono interamente all’interno dell’Unione?
Concessioni demaniali di spiagge e stabilimenti balneari, la Commissione ritiri la procedura d’infrazione all’Italia
8.12.2020
Il 3 dicembre 2020 la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia, riguardante l’estensione quindicennale delle concessioni marittimo-demaniali, istituita dalla legge 145/2018. Secondo le dichiarazioni ufficiali della Commissione, tale estensione risulterebbe in contrasto con la direttiva 123/2006 (CE).
Tuttavia, la legge 145/2018 associa all’estensione quindicennale l’avvio di una contestuale opera di riforma del demanio marittimo italiano, senza la quale è impossibile stabilire i termini di applicazione della direttiva 123/2006 (CE) alle concessioni marittimo-demaniali. Difatti, la sentenza PROMOIMPRESA (cause riunite C-458/14 e C-67/15) della CGUE ha individuato, tra gli altri criteri, l’accertamento della scarsità delle risorse quale condizione indispensabile all’applicazione dell’art. 12 della direttiva 123/2006 (CE).
Tutto ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
La detenzione di Nasibe Semsai e le politiche migratorie della Turchia nei confronti di regimi totalitari
19.11.2020
Le leggi del velo forzato sono obbligatorie in Iran sin dalla rivoluzione islamica del 1979. La polizia del “buoncostume” iraniana tiene sotto sorveglianza la popolazione femminile, punendo chi si mostra in pubblico senza il velo con l’arresto, pene detentive, fustigazioni o multe.
Durante le proteste del “mercoledì bianco” del 2018, le donne iraniane hanno sfidato il regime togliendo il velo o rimpiazzandolo con un velo bianco in luoghi pubblici. Le autorità iraniane hanno reagito con massicce repressioni: almeno 48 difensori dei diritti delle donne sono stati arrestati e condannati in processi profondamente iniqui[1].
Nasibe Semsai, principale figura dietro questo movimento, rischia la deportazione e 12 anni di reclusione in Iran dopo essere stata arrestata in Turchia.
Lo strumento dell’UE per i rifugiati in Turchia gestisce un totale di 6 miliardi di euro[2] insieme allo strumento di preadesione (IPA), che concede alla Turchia un sostegno supplementare di oltre 9 miliardi di euro (2007-2020)[3].
Alla luce di quanto precede, può il VP/AR rispondere ai seguenti quesiti:
Considerando le sistematiche violazioni dei diritti umani e la continua e violenta repressione attuata dal regime iraniano, intende l’UE contribuire all’istituzione di un processo di responsabilità internazionale e fare pressione per combattere casi come quello sopra menzionato?
Considerando che queste elargizioni non hanno avuto il minimo effetto sul deterioramento della democrazia turca, intende l’UE mantenere tali finanziamenti?
Inoltre, come intende evitare il sostegno della Turchia a tali regimi?
Supporto all’Italia per l’immediata liberazione degli equipaggi dei motopescherecci di Mazara del Vallo imprigionati a Bengasi
7.10.2020
Da quasi 10 anni la Libia è dilaniata dalla guerra. Il 21 agosto, grazie anche agli sforzi dell’UE e dei suoi Stati membri, tra cui l’Italia, è stato possibile negoziare un accordo di cessate il fuoco la cui attuazione si spera possa contribuire a risolvere il conflitto.
Mentre un barlume di speranza prendeva forma, il 2 settembre, 18 membri degli equipaggi dei motopescherecci “Antartide” e “Medinea” di Mazara del Vallo sono stati illegittimamente fermati in acque internazionali dalle forze militari del generale Haftar e si trovano ancora oggi prigionieri nel porto libico di Bengasi.
Tensioni etniche, politiche e religiose in Bosnia Erzegovina
9.6.2020
La Bosnia Erzegovina, negli anni ‘90 al centro di un sanguinoso conflitto etnico, si trova negli ultimi tempi a vivere nuove tensioni etniche e religiose.
A settembre del 2019 il maggior partito bosniaco-musulmano ha manifestato l’intenzione di modificare il fragile assetto istituzionale del giovane Stato, aggirando di fatto gli accordi di Dayton e Washington. Tale intenzione, presentata sotto forma di dichiarazione scritta, ha scatenato le reazioni delle altre minoranze etniche, che hanno denunciato il partito, accusandolo di voler violare la Costituzione e di mirare a un nuovo conflitto.
Accanto a questa situazione già incandescente, vi sono i flussi migratori che percorrono i corridoi balcanici per raggiungere l’Europa e che, inevitabilmente, creano altra tensione.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Area portuale di Taranto e sicurezza
19.5.2020
L’interrogante desidera attirare l’attenzione della Commissione sul gradimento espresso dalle autorità di governo italiane alla realizzazione di un insediamento produttivo con il contributo di finanziamenti cinesi nell’area portuale di Taranto.
Su tale area già convivono zone delimitate dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, quali la Zona franca doganale, la Zona economica speciale e anche un programma congiunto con l’Agenzia industrie difesa finalizzato alla realizzazione di un hub specialistico dedicato al naviglio militare e civile, nazionale ed estero.
Tenendo conto che i porti, in generale, rivestono un ruolo fondamentale nella sicurezza della fornitura di energia e di merci, e che, in quanto infrastrutture strategiche consentono l’attuazione della sicurezza e sorveglianza marittima, generano big data (imprese marittime, utenti, autorità locali e centrali), e considerando che il porto di Taranto gode di una collocazione strategica unica per quanto riguarda la politica di vicinato verso i Paesi MENA (dai quali gli Stati membri subiscono da tempo minacce diversificate generate da grande instabilità), può la Commissione chiarire se considera coerente con la PESC e la cooperazione in ambito NATO la partecipazione di finanziamenti cinesi in attività produttive private che si espleteranno nell’area portuale?
Impegno europeo nei progetti di implementazione delle riserve idriche
3.3.2020
Il problema della siccità sta interessando zone sempre più ampie del territorio dell’Unione, comprese quelle solitamente non coinvolte dal fenomeno, e ciò anche a causa dei cambiamenti climatici e di un incremento dei prelievi per scopi civili e industriali.
Per evitare fenomeni di carenza localizzata, in vari Stati dell’Unione sono stati avviati dei progetti di riuso delle cave dismesse, trasformate dopo appositi trattamenti di impermeabilizzazione in bacini di contenimento delle acque piovane e delle ondate di piena dei vicini fiumi. Le riserve così create nei periodi di intense precipitazioni si rendono disponibili durante le successive fasi siccitose.
La ricerca e gli investimenti in questa direzione vanno incentivati anche da parte delle istituzioni dell’Unione europea, in quanto tale sistema consente un notevole incremento dell’occupazione e agevola la bonifica e la riqualificazione di siti spesso abbandonati e inquinanti, che invece potrebbero essere riconvertiti a uso civile e produttivo.
Alla luce di quanto esposto, si chiede:
se l’Unione europea intenda riconoscere l’importanza della riqualificazione di quelle aree, a fini di stoccaggio delle risorse idriche, incentivando e rendendo prioritarie le misure sostenute da investimenti dei propri fondi strutturali relativi all’ambiente e all’agricoltura, che riguardano la costruzione e l’ammodernamento delle opere irrigue.
Impegno europeo per il ricordo del disastro del Vajont
19.2.2020
Il 9 ottobre 1963 tra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (Italia) si verificò il disastro del Vajont, con la morte di migliaia di persone e la devastazione territoriale, sociale ed economica di quattro comunità.
Sebbene siano trascorsi quasi sessant’anni da quei fatti, nessuna autorità istituzionale dell’Unione europea risulta essersi mai recata in visita ufficiale nei luoghi della tragedia.
Tale lacuna merita di essere rapidamente colmata, non fosse che per il profondo monito che la sciagura riveste a livello internazionale (in Italia il Vajont è ritenuto per legge un esempio dei danni provocati dalla negligenza e dall’ingordigia dell’uomo).
Alla luce di quanto esposto, può la Commissione rispondere al seguente quesito:
Intende essa organizzare una visita alle comunità toccate dagli eventi del 1963 per dimostrare la solidarietà e la vicinanza dell’Unione europea, nonché per evitare che quegli errori abbiano a ripetersi nelle generazioni future?
Catastrofica alluvione su Venezia: necessità di un intervento urgente della UE con la mobilitazione del Fondo europeo di solidarietà e di fondi straordinari
21.11.2019
Il 12 novembre 2019 una catastrofica ondata di maltempo si è abbattuta sulla città di Venezia, sulla sua laguna e sul litorale veneziano (Caorle, Jesolo, Bibione, Chioggia, Eraclea).
Fortissime mareggiate, precipitazioni e venti estremamente intensi hanno innalzato il livello dell’acqua con picchi di 187 centimetri sul livello del mare, causando l’allagamento dell’80% della città di Venezia.
Proprietà pubbliche e private, infrastrutture, attività, imprese ed esercizi commerciali, siti d’importanza storica e religiosa e luoghi simbolo, come la Basilica di San Marco, sono stati colpiti da danni ingentissimi superiori al miliardo di euro.
Il Comune di Venezia e la Regione Veneto si sono tempestivamente attivati per affrontare la situazione d’emergenza, definita dal Governatore Zaia “una devastazione apocalittica e totale”.
Preso atto dei danni e delle drammatiche conseguenze provocate dall’alluvione a Venezia e dei grandissimi disagi patiti dalla popolazione e considerando che la città di Venezia e la sua laguna rappresentano un patrimonio storico, culturale e architettonico unico al mondo, che è stato riconosciuto sito del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, può la Commissione far sapere:
Attivazione rapida FSUE – danni causati dal maltempo in Italia
20.11.2019
Dal 9 al 12 novembre un’eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta su molte regioni d’Italia, provocando diverse vittime e ingenti danni a infrastrutture pubbliche e private, al settore agricolo, nonché a imprese e abitazioni private.
Le regioni interessate chiederanno al governo italiano di attivare una richiesta di mobilitazione del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), nato per intervenire in aree geografiche profondamente colpite da grandi calamità naturali.
Va sottolineato che il suddetto Fondo è finanziato da fondi non inclusi nel normale bilancio dell’UE, e quindi con risorse aggiuntive provenienti dagli Stati membri.
Si chiede pertanto alla Commissione:
Licenziamento collettivo Opel Italia S.r.l. Fiumicino
28.10.2019
Nelle scorse settimane, la Opel Italia S.r.l. di Fiumicino (RM), senza concedere alternativa concreta e con pochissimo preavviso, ha comunicato ai suoi 62 lavoratori di voler procedere al licenziamento collettivo per riorganizzazione aziendale.
Questa decisione è stata presa in seguito alla recente acquisizione, avallata dalla Commissione europea, della casa automobilista tedesca da parte del gruppo francese PSA.
Se, da un lato, l’acquisizione ha creato un colosso nel settore, dall’altro ha spinto il gruppo francese ad avviare una generale riorganizzazione che dovrebbe portare a 4000 esuberi entro il 2020. Di questi, 62 sono lavoratori dello stabilimento di Fiumicino.
Si chiede pertanto alla Commissione:
Uso FSUE maltempo Piemonte
23.10.2019
Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, un’eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta su Piemonte e Liguria, con particolare coinvolgimento delle province di Alessandria e del Verbano Cusio Ossola.
Numerose comunità sono rimaste isolate a causa delle frane che hanno provocato ingenti danni. Ci sono state evacuazioni e risultano vittime e dispersi. In particolare nei comuni di Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Capriata D’Orba e Crodo.
La Regione Piemonte si è già attivata per avere lo stato di emergenza presso lo Stato italiano.
Si chiede quindi alla Commissione:
Tre migranti sbarcati con la Sea Watch 3 arrestati: la Commissione approfondisca la vicenda e adotti delle azioni di controllo
10.10.2019
Notizie di stampa italiana del 26 settembre 2019 riportano l’arresto di tre immigrati approdati in Italia lo scorso giugno a bordo della Sea Watch 3, l’imbarcazione comandata da Carola Rackete.
Nella fattispecie alcuni immigrati, una volta sbarcati con la nave Mediterranea, avrebbero riconosciuto Mohammed Condè, Hameda Ahmed e Mahmoud Ashuia quali soggetti che, prima di giungere in Italia a bordo della nave di Carola Rackete, li avrebbero torturati nel campo libico di Zawya.
Le indagini hanno portato all’arresto di queste tre persone con varie accuse, tra cui violenza sessuale, tortura, omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il 3 ottobre 2019, nel corso di un’audizione presso il Parlamento europeo, Carola Rackete ha confermato la bontà della sua azione, ovvero aver speronato un’imbarcazione militare italiana e fatto sbarcare i migranti della Sea Watch, nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni internazionali dei diritti umani e del mare.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un “piano Mattei” per la regione euromediterranea e africana in grado di garantire i progressi di cui tutti abbiamo bisogno
11.10.2023
B9‑0450/2023
Il Parlamento europeo,
– visto l’articolo 143 del suo regolamento,
Eventi/Webinar
Serbia, i pro e i contro di un’adesione contrastata
04/08/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/08/serbia-i-pro-e-i-contro-di-unadesione-contrastata/
Un aggiornato report sul contrastato percorso di adesione all’Unione europea. Con i problemi Kosovo e Russia sullo sfondo, ma anche un nuovo impegno della Serbia nelle iniziative di cooperazione regionale. L’importanza di un dialogo facilitato con l’Unione europea
Migliorare l’impegno con i Balcani occidentali per un futuro comune
31/05/2022
Il processo di allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali: progressi, riforme, sfide e prospettive di Macedonia del Nord e Kosovo.
Il semestre sloveno e i Balcani occidentali
15/12/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/12/il-semestre-sloveno-e-i-balcani-occidentali/
L’allargamento della UE ai sei Paesi balcanici appare ancora lontano. “Siamo un’unica famiglia” come dice Ursula Von der Leyen, tuttavia non devono essere fatti sconti sul raggiungimento degli standard europei nei capitoli di adesione. La giovane Slovenia, nel suo semestre di presidenza UE, ha tentato di favorire il processo di allargamento
La politica di allargamento e il Partenariato orientale della UE
14/05/2021
Nel dettaglio della situazione economica e sociale dei Paesi candidati a entrare nella UE, prossimi e venturi. Con proposte di interventi di azione politica e legislativa per il gruppo Identità e Democrazia
Il futuro dei Paesi balcanici occidentali è palesemente nella UE
11/04/2021
Lo scorso 25 marzo l’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha votato il report annuale per l’allargamento ai quattro Paesi balcanici Albania, Nord Macedonia, Serbia e Kosovo. I quali, però, devono continuare a concentrarsi sulle riforme fondamentali. Importante apertura per l’Albania dal gruppo Id e dalla Lega
Kosovo: opportunità o rischio per l’Unione Europea?
08/01/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/01/kosovo-opportunita-o-rischio-per-unione-europea/
In Kosovo la sicurezza è il precursore e la premessa per dialogo e riconciliazione. NATO KFOR mantiene un ambiente di sicurezza per poter facilitare il dialogo politico condotto dall’Unione Europea
25° Anniversario del Processo di Barcellona
16/12/2020
https://www.annabonfrisco.eu/2020/12/25-anniversario-del-processo-di-barcellona/
Dibattito con l’Alto Rappresentante Borrell in Plenaria sul 25° anniversario del Processo di Barcellona, sul Partenariato Mediterraneo – Union for the Mediterranean
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In questi giorni il Mediterraneo sprigiona tutti i suoi colori, profumi e calore. Eppure il Mediterraneo è anche le diverse sfide e minacce alla sicurezza, nonché i conflitti in corso nel Medio Oriente, in Libia e in Siria, che non possiamo ignorare.
La concorrenza globale di Cina, Russia e Iran dovrebbe essere sempre di più al centro dell’azione della politica estera europea. Ne va del nostro futuro, che affonda le radici sulla democrazia di cui Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra nel Mondo.
Il partenariato mediterraneo rafforzato sarà un imperativo strategico per l’Unione europea solo se ne saprà tutelarne la cultura, lo stile di vita e la prosperità, rispetto ad interessi che poco hanno a che fare con le nostre tradizioni.
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La Turchia non sarebbe così pericolosa, prepotente e preoccupante se l’Unione Europea giocasse un ruolo primario negli scenari di crisi nel Mediterraneo.
Anche la più basilare difesa dei confini, Grecia e Cipro, è diventata materia di scontro e divisione tra gli Stati Membri impegnati a fare i conti con i propri, seppur legittimi, interessi interni.
Ma i regimi autoritari prosperano sull’assenza di visione delle grandi democrazie.
Quegli interessi interni che sul breve termine sembrano irrinunciabili, nel futuro rivelano sempre un costo eccessivo, dal punto di vista economico, democratico, strategico.
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Il vicinato meridionale per stabilire “Una nuova agenda per il Mediterraneo” è un elemento chiave della politica estera europea.
Per questo sono intervenuta con Carl Hallergard, vicedirettore esecutivo del SEAE per il Medio Oriente e l’Africa settentrionale.
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#CronacheEuropee 1/3
I resoconti giornalistici via social di Conte non raccontano la verità.
I dialoghi in corso a Bruxelles parlano di un premier che è andato senza una strategia, piuttosto che un governo cosciente della posizione geostrategica e geopolitica dell’Italia nel panorama europeo ovvero la nostra storia.
Questa è la storia di un Paese che deve certamente cambiare sotto tanti punti di vista ma che ha sempre avuto la forza di rialzarsi grazie al proprio ingegno ed essere un esempio per gli altri Stati membri.
È importante abbandonare la logica del fallimento per abbracciare l’idea di un’Italia guida del Mediterraneo, solo così faremo valere i nostri interessi nel Consiglio.
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Il presidente Draghi ha indicato i Balcani e il Mediterraneo allargato quali aree di naturale interesse prioritario dell’Italia, con una particolare attenzione alla Libia, al Mediterraneo orientale e all’Africa.
È importante che il nostro ruolo e la nostra vocazione mediterranea siano al centro dell’agenda del governo.
Draghi e Salvini faranno tornare Roma capitale d’Europa e del Mediterraneo, punto di riferimento imprescindibile per rilanciare l’atlantismo.
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Ieri al Parlamento europeo abbiamo audito l’ambasciatore Olivér Várhelyi, Commissario designato dell’Ungheria per l’allargamento e le politiche di vicinato. Le audizioni dei commissari europei sono un importante esercizio di democrazia e trasparenza interna all’Unione europea, ma è indispensabile resistere alla tentazione di politicizzare questo strumento. Io ho preso parte a questo importante momento e ho chiesto al Commissario designato come intende affrontare le sfide che stiamo fronteggiando nel sud Europa e in particolare nel Mediterraneo.
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L’Italia si appresta ad avere un nuovo e autorevole Governo.
Con Draghi e Salvini Roma torna capitale d’Europa e del Mediterraneo.
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Ieri in Turchia è stata condannata ingiustamente l’avvocatessa e co-presidente dell’Associazione per i diritti umani, Eren Keskin, a sei anni di carcere.
È un’altra dei tanti prigionieri di coscienza vittime dell’autoritarismo turco di Erdogan.
Questo avviene anche perché la postura Europea nel Mediterraneo è spesso contradittoria e troppo orientata dagli interessi dei singoli Stati membri.
Eppure il rispetto dei diritti e dei valori è l’unica garanzia di stabilità e di prosperità umana ed economica.
Erdogan ad oggi rappresenta un modello e un vincolo culturale e politico inaccettabili per tutti quei paesi del Mediterraneo che credono nel dialogo e nel rispetto reciproco.
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Nel discorso del ministro Di Maio al Rome MED- Mediterranean Dialogue mancano parole chiave importanti che l’agenda politica dell’Italia deve avere.
Penso a Balcani Occidentali, Ue e Nuova via della Seta.
Infatti, il ministro ha dimenticato del nostro prezioso contributo e del nostro ruolo privilegiato nei Balcani e come cambierà l’Europa con il processo di adesione.
Compresi le criticità e gli interrogativi ancora irrisolti.
Proprio un riferimento all’azione (o inazione) dell’Ue nel Mediterraneo è stato completamente tralasciato.
Senza è difficile immaginare come l’Italia possa agire in sintesi con la propria Storia e le prospettive della geopolitica attuale.
Concludo con la Nuova via della Seta: una minaccia e una sfida all’integrità democratica, politica e commerciale del Mediterraneo.
Con un governo così saremo solo una comparsa, lasciando libero il campo ai grandi paesi del nord Europa, o peggio ai regimi.
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Oggi è la giornata internazionale del Mar Mediterraneo. Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra della Democrazia nel Mondo, proprio sulle sponde di quel Mediterraneo, come abbiamo discusso martedì con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis in occasione della Plenaria di Strasburgo, su cui sono poste le fondamenta del nostro lavoro futuro.
Eppure sono diverse le minacce alla sicurezza: la Cina e la Russia e l’instabilità geopolitica del fronte sud, ma anche un ecosistema in crisi. Tutte sfide interconnesse tra di loro.
Il Mediterraneo, grazie alla sua grande resilienza e capacità di rigenerarsi, continua a lottare. Prendiamo esempio da questo straordinario modello di tenacia e prendiamocene cura. Affinché Nostrum non sia sinonimo di sopruso e sfruttamento. Ma sinonimo di pace, democrazia, prosperità, cultura e sintonia con la natura.
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Un’interrogazione alla Commissione europea sugli incendi che hanno colpito Roma durante queste settimane. È questa la mia iniziativa a seguito delle immagini della nostra città, una delle principali capitali europee e del Mediterraneo, e dei suoi cittadini avvolti nel fumo nocivo. La preoccupazione per la salute dei romani e per la salvaguardia ambientale è profonda.
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Non possiamo accogliere tutti. L’#Italia fa bene ad accordarsi con gli altri paesi del #Mediterraneo per garantire la sicurezza dei suoi confini, ma gli #sbarchi vanno fermati alla partenza.
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“Presentazione dello studio Arisk per il Gruppo ID”
Nell’ambito della visione olistica della sicurezza Europea, analisi della cultura della valutazione del rischio per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo
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I Balcani sono il perno di questa nuova pagina di Storia del processo di allargamento, non possiamo deludere i loro cittadini. In particolar modo l’Italia ha il dovere di stare a fianco dell’Albania, con cui condivide un’antica amicizia.
Ritengo quindi positiva la proposta del presidente Draghi, per la quale se ci fossero ulteriori ostacoli sul futuro ingresso della Macedonia del Nord, allora il percorso dell’Albania deve andare avanti da solo.
Su questo si valuterà l’impegno e il sostegno dell’UE alla regione, che è due volte più urgente, per via della guerra in corso, le infiltrazioni cinesi nel Mediterraneo e le questioni fondamentali di sicurezza.
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Le parole del ministro francese Darmanin contro l’Italia sono quattro volte fuori luogo.
Primo, perché come chiarito dalla Commissione, «spetta ai Paesi scegliere il porto di sbarco dei migranti».
Secondo, perché l’immigrazione è una sfida epocale e comune, pertanto non si risolve con le polemiche strumentali utili solo a coprire il dissenso interno verso Macron.
Terzo, perché il nostro è un Governo eletto da un’ampia maggioranza di Italiani e non spetta alla Francia giudicarne l’operato.
Quarto, perché viola lo spirito del trattato del Quirinale, che anche sull’immigrazione misura la sua efficacia.
Il ministro francese Darmanin oggi crea i presupposti per indebolire l’Europa intera, per tradire la volontà dei cittadini europei a partire da quelli francesi e italiani, per destabilizzare il Mediterraneo.
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È stato approvato il miglior piano migranti possibile per l’Italia. Il Consiglio europeo, grazie alla paziente mediazione del ministro Piandetosi, ha un accordo che lascia meno solo il nostro Paese su un tema di sicurezza, una minaccia ibrida, che riguarda tutti gli europei.
Ora toccherà al Parlamento europeo dare forma al complesso pacchetto di norme sulla migrazione, con l’auspicio che non si ritorni ad una solidarietà a due velocità e si violi la volontà degli Stati membri espressa in Lussemburgo.
Per il Mediterraneo è stato un anno drammatico, le tratte di esseri umani sono molto dinamiche e sfruttano ogni crisi come un’opportunità per aumentare i loro profitti illegali.
Sarà pertanto necessario affrontare temi come quello del traffico digitale legato all’immigrazione, ovvero il ruolo svolto dai social media nella diffusione di informazioni illecite e nell’uso delle tecnologie digitali ai fini del traffico di migranti.
Già nel testo nel testo sulle interferenze straniere nell’Unione europea, il concetto è stato inserito tramite un emendamento presentato dalla Lega Matteo Salvini in un’aula di tribunale per aver difeso i confini dell’Europa. Oggi l’Europa finalmente comincia a capire e riconoscere il ruolo determinante dell’Italia nel garantire la giusta solidarietà ma anche una corretta gestione del fenomeno strutturale dell’immigrazione
Interrogazioni parlamentari
Un ambiente informativo europeo affidabile sulla Jihad islamica palestinese e sugli affiliati di Hamas nella guerra del terrore da essi condotta contro lo Stato ebraico di Israele
16.11.2023
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003403/2023 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Nella mia interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003257/2023 ho sottolineato che un numero elevato e indefinibile di cittadini arabo-palestinesi a Gaza ha utilizzato tunnel a scopo militare e terroristico.
Nella guerra asimmetrica immorale, jihadista e di lunga data condotta contro lo Stato ebraico di Israele e i suoi cittadini, questa vasta infrastruttura militare e terroristica sotterranea è stata costruita sotto moschee, scuole, ospedali e zone residenziali densamente popolate nell’intento di utilizzare gli edifici e gli esseri umani come scudi contro operazioni di difesa preventiva intraprese da parte delle forze di difesa israeliane.
Il 14 novembre la comunità dell’intelligence degli Stati Uniti ha declassificato informazioni sulle modalità operative del gruppo islamico palestinese Hamas, informazioni che confermano l’utilizzo di un complesso sotterraneo situato sotto gli ospedali di Gaza come scudo, centro operativo, deposito di armi e base logistica bellica.
Azione dell’Occidente unito nella sconfitta di Hamas e ritardo delle sanzioni imposte dall’Unione europea
16.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003401/2023 al Consiglio
Articolo 138 del regolamento
Gli Stati dell’Occidente sono uniti nel condannare, anche tramite azioni, il brutale e ingiustificato attacco di Hamas contro Israele del 7 settembre. Il 14 novembre 2023 Stati Uniti e Gran Bretagna hanno imposto sanzioni contro individui ed entità affiliati ad Hamas, cercando di colpire tutti meccanismi attraverso cui viene fornito sostegno ad Hamas e alla Jihad islamica palestinese, a cominciare dall’Iran che, attraverso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, ha trasferito centinaia di milioni di euro.
È il terzo pacchetto di sanzioni annunciato dagli Stati Uniti dall’attacco. Inoltre, questi provvedimenti si aggiungono alle sanzioni già esistenti nel Regno Unito contro Hamas, anche nei confronti dell’organizzazione stessa.
Italia, Francia e Germania sono in prima linea nel raggiungere l’obiettivo di isolare e sconfiggere Hamas.
Ciò premesso, può il Consiglio far sapere:
L’impegno dell’Unione europea nella promozione della pace, della stabilità regionale e della sicurezza nella regione del Medio Oriente allargato
13.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003342/2023/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il diritto internazionale presuppone che vi sia solidarietà tra tutti gli Stati nella lotta al terrorismo. L’attacco perpetrato dagli arabi palestinesi di Hamas contro i civili israeliani li rende responsabili di molteplici crimini che si distinguono per l’atrocità, la ferocia e l’odio inauditi nei confronti degli ebrei e dello Stato ebraico di Israele.
La spirale dell’odio deve essere spezzata; gli accordi di Abramo tracciano la strada verso la comprensione reciproca, la coesistenza, il rispetto della dignità umana e la libertà, compresa la libertà religiosa. Sono diventati il motore principale per un cambiamento positivo in Medio Oriente. È nell’interesse dell’Unione europea che siano adottati da quanti più paesi arabi e islamici possibili, poiché soltanto tali accordi possono fare la differenza tra uno scenario di pace e stabilità, da un lato, e tra uno di odio e vendetta, dall’altro.
In linea con il risveglio di un’Europa geopolitica, intende l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica / il vicepresidente della Commissione convocare una conferenza di pace internazionale per dimostrare l’impegno dell’UE nella promozione della pace, della stabilità regionale e della sicurezza nella regione del Medio Oriente allargato?
Indipendenza dei funzionari delle organizzazioni internazionali nell’ambito del brutale attacco di Hamas contro Israele e diffusione di disinformazione antisemita
10.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003338/2023 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Il brutale e ingiustificato attacco di Hamas contro Israele ha causato il riemergere di attacchi antisemiti, propaganda antisemita e disinformazione in Europa e nel mondo. Le istituzioni internazionali dovrebbero agire per arginare questo fenomeno aberrante.
In Italia hanno fatto molto discutere le dichiarazioni pubbliche di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, come ad esempio “Israele occupa come una dittatura militare”. Diverse inchieste giornalistiche e UN Watch hanno messo in luce che Francesca Albanese “non è in grado di fungere da esperto neutrale e indipendente delle Nazioni Unite per qualsiasi cosa coinvolga i palestinesi, come richiedono le regole delle Nazioni Unite e come lei stessa ha riconosciuto prima di essere scelta per l’incarico”. Francesca Albanese non ha rivelato all’ONU di essere sposata con Massimiliano Calì, il quale è stato consigliere economico del ministero dell’Economia nazionale dello Stato di Palestina a Ramallah.
Ciò premesso, può la Commissione far sapere:
Uso militare-terroristico del sottosuolo di Gaza da parte dei terroristi arabo-palestinesi di Hamas
5.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003257/2023 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Un numero elevato e indefinibile di cittadini arabo-palestinesi residenti a Gaza si sono appropriati criminalmente negli anni di vari tipi di aiuti, tra cui anche umanitari, per costruire tipologie diverse di tunnel e altre infrastrutture terroristico-militari nel sottosuolo di Gaza.
Tale vasta infrastruttura terroristico-militare è stata realizzata dai terroristi arabo-palestinesi di Hamas sotto moschee, scuole, ospedali ed edifici civili ad alto tasso residenziale a Gaza, con la volontà di usare luoghi e persone come scudi contro operazioni di difesa preventiva da parte delle forze di difesa israeliane.
Tale vasta infrastruttura sotterranea non a uso civile, ha richiesto l’impiego di molta forza lavoro palestinese, soprattutto giovane, la copertura dei loro salari e di altri servizi sociali nonché l’impiego di quantità rilevanti di materiale, strumenti e mezzi di costruzione e di scavo, in particolare di molta energia elettrica, carburante e materiale elettrico.
Può la Commissione far sapere se è in grado di fornire un valore in euro di quanto della propria assistenza finanziaria alla Palestina, in ogni sua forma, diretta e indiretta, sia stata sottratta negli anni dai terroristi arabo-palestinesi di Hamas che l’hanno invece deviata, riutilizzata e incanalata nella realizzazione dell’infrastruttura sotterranea terroristico-militare da usare per far guerra allo Stato ebraico di Israele?
Indagine della Corte penale internazionale su crimini contro l’umanità e apartheid di genere da parte dei talebani in Afghanistan
19.9.2023
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-002701/2023 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il regime dei talebani ha attuato una politica di apartheid di genere. Le Nazioni Unite affermano che attraverso più di 50 editti, ordini e restrizioni sono stati lesi la dignità e ogni aspetto della vita di donne e ragazze.
Secondo l’Alto Commissario dell’ONU, Volker Türk: “Negare alle donne e alle ragazze il diritto di partecipare alla vita quotidiana e pubblica non solo nega loro i diritti umani, ma nega all’Afghanistan il beneficio dei contributi che hanno da offrire”.
Secondo Elizabeth Evenson, direttrice della giustizia internazionale presso Human Rights Watch, la negazione crudele e metodica da parte dei talebani dei diritti fondamentali delle donne e delle ragazze per rimuoverle dalla vita pubblica ha ricevuto l’attenzione globale.
L’Afghanistan ha aderito allo Statuto di Roma nel 2003 e la Corte penale internazionale può esercitare la propria giurisdizione.
Pertanto, l’interrogante chiede all’alto rappresentate/vicepresidente, Josep Borrell:
Presunta esecuzione sommaria di prigionieri di guerra armeni da parte delle forze armate azere
10.10.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003329/2022/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Nei giorni scorsi alcuni media hanno rilasciato un video che mostrerebbe un gruppo di soldati armeni catturato, circondato dalle truppe azere e giustiziato.
Se l’autenticità del video diffuso in rete venisse confermata, si tratterebbe chiaramente di un crimine di guerra che necessiterebbe di tutte le indagini del caso.
Alla luce del recente conflitto iniziato nel 2020 tra Azerbaigian e Armenia nella regione del Nagorno-Karabakh, del rischio di una nuova escalation e di una guerra aperta dopo la nuova aggressione da parte delle forze armate azere, dell’importanza del rispetto dei diritti umani dei prigionieri di guerra e dell’adesione alle convenzioni di Ginevra, delle già numerose infrazioni azere nei confronti di prigionieri armeni, come già menzionato anche in una risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2021, e del precedente episodio di una militare armena torturata, mutilata e uccisa dalle forze azere, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Perquisizioni persecutorie da parte dei talebani in Afghanistan
31.3.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001325/2022 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
A partire dal 27 febbraio 2022, come annunciato dallo stesso portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid, a Kabul sono cominciate diverse perquisizioni casa per casa e così sarebbe avvenuto nelle province settentrionali.
Tali persecuzioni avverrebbero attraverso un sistema delatorio, ovvero solo in caso di specifica segnalazione di possibile attività criminale.
Poiché il linguaggio dei talebani è il linguaggio dei regimi, ovvero quello della violenza e della menzogna, questa operazione di perquisizione è stata finalizzata alla persecuzione e all’oppressione della popolazione civile, così come denunciato da molti osservatori internazionali, come ad esempio Ahmad Shuja.
Ciò premesso, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Responsabilità morali del Pakistan nell’Afghanistan dei Talebani
24.8.2021
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003943/2021 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
L’Afghanistan è uno stato islamico e le innumerevoli sofferenze e ingiustizie patite dal popolo musulmano afghano devono terminare perchè contrarie alla fede islamica, una fede che accorda il primo valore alla sicurezza.
La Cina, pur affermando di essere tra i principali paesi del mondo ad assumersi importanti responsabilità per la pace, la stabilità e lo sviluppo del mondo intero, in realtà si basa su un sistema filosofico-politico a bassa influenza religiosa, autocratico, opaco e digitalmente coercitivo e intrusivo.
L’UE, invece, caratterizza le proprie politiche interne ed esterne sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani.
Gli interroganti chiedono al VP/HR se, pur in presenza di culture politico-filosofiche differenti, riterrebbe opportuno:
Situazione in Afghanistan e minacce per l’Europa
20.8.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003929/2021 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
La rapida avanzata dei talebani e la caduta di importanti città, compresa Kabul, apre un futuro incerto per la sicurezza europea e la tutela dei diritti, soprattutto delle donne, in Afghanistan.
Dalle posizioni espresse dai talebani – e dalle notizie che giungono dalle zone da loro occupate – se ne desume una notevole contrazione dei diritti delle popolazioni locali, oltre a rappresaglie e violenze contro chi ha “collaborato” con le forze occidentali.
Una sorte ancora più drammatica in questa crisi tocca alla popolazione femminile, particolarmente repressa anche nei diritti più basilari (istruzione, movimento, lavoro e diritti individuali) che almeno le forze occidentali cercavano di mantenere nelle loro zone di controllo.
Vista l’evoluzione della situazione, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Evoluzione della situazione in Libia dopo l’accordo di cessate-il-fuoco del 23 ottobre 2020
2.11.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005953/2020/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
A seguito dell’accordo di cessate-il-fuoco raggiunto il 23 ottobre a Ginevra dal Governo di accordo nazionale (GNA) e dall’Esercito nazionale libico (LNA), la Commissione militare congiunta si riunirà per la prima volta sul suolo libico il 2-4 novembre anche alla presenza del rappresentante speciale, Stephanie Williams, per discutere dell’implementazione del cessate il fuoco (meccanismo di monitoraggio e verifica). Tutti i mercenari hanno 3 mesi per lasciare il territorio libico.
Allo stesso tempo, la riunione del dialogo intra-libico (processo parallelo e complementare alla Commissione militare congiunta) è previsto per il 9 novembre a Tunisi: le tribù libiche hanno però già messo in guardia contro la trasformazione dei colloqui in una piattaforma per promuovere l’agenda politica egemonica dei Fratelli Musulmani.
L’interrogante chiede riguardo:
Aggressione militare dell’Azerbaigian nei confronti dell’Armenia e finanziamenti dell’Unione Europea
30.9.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005332/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
L’Azerbaigian ha attaccato militarmente l’Armenia nel 2012, 2014, 2016 e due volte nel 2020.
Nonostante questi atti di guerra, l’UE ha ampliato la portata delle relazioni e nel 2018 ha stabilito nuove priorità per il partenariato.
Nel 2019, il Consiglio europeo ha “preso atto dell’intensificarsi delle relazioni UE-Azerbaigian” rilevando come l’UE fosse divenuta il principale investitore e il più grande donatore di sovvenzioni estere, sia al governo che alla società civile azeri.
Un altro aspetto inquietante, strategicamente pericoloso per l’Europa, è che, a differenza dei richiami alla mediazione internazionale attraverso il gruppo di Minsk espressi dal Premier armeno, il Premier turco abbia anticipato pieno appoggio e con ogni mezzo all’Azerbaigian, dichiarando che l’Armenia rappresenta la più grande minaccia alla pace regionale.
Può la Commissione fare sapere:
Chiarimenti sulle misure adottate dall’UE per impedire finanziamenti a ONG palestinesi collegate a gruppi terroristici
6.7.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003989/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nei mesi scorsi le autorità israeliane hanno segnalato all’UE il rischio concreto che alcune ONG palestinesi, potenzialmente collegate a gruppi terroristici di stampo islamico, avrebbero potuto beneficiare di alcuni fondi europei.
A tal proposito il Commissario Olivér Vàrhelyi, durante la riunione della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo (AFET) dello scorso 19 maggio, ha dichiarato di aver incaricato personalmente i capi delle delegazioni dell’UE in Israele e in Cisgiordania/Gaza di esaminare a fondo le accuse di utilizzo illecito di fondi europei.
Considerando che:
Può la Commissione chiarire come intende monitorare e agire al fine di evitare che fondi europei, tramite ONG palestinesi prestanome, vengano dirottati illecitamente a gruppi terroristici?
L’Unione europea chiarisca i legami tra il Qatar e alcuni gruppi terroristici
20.2.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001018/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il Qatar è considerato da molti un paese controverso: è noto, infatti, come questo abbia finanziato, anche in Italia, centri islamici e organizzazioni religiose legate alla Fratellanza musulmana.
Questo atteggiamento sta creando una giusta e crescente preoccupazione, non solo in Europa, ma anche nei paesi del Golfo, dove, nel giugno del 2017, un gruppo di Stati e altri paesi arabi hanno preso la decisione di tagliare i legami diplomatici con lo Stato del Qatar.
Oltre a gruppi terroristici, è nota, da tempo, la vicinanza del Qatar con l’Iran, oltre che con la Turchia e i paesi che sostengono la Fratellanza musulmana.
Alla luce di quanto precede, può l’Alto rappresentante rispondere ai seguenti quesiti:
L’Iran disattende l’accordo sull’uranio. La Commissione prenda posizione
26.11.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-004039/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Notizie a mezzo stampa di questi giorni riferiscono di come l’Iran abbia sfidato ancora una volta la comunità internazionale, avviando la “quarta fase” del disimpegno al patto sul programma nucleare.
Nell’accordo definito nel 2015 con Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea, l’Iran si era impegnata a limitare drasticamente le sue attività nucleari fissando il limite di arricchimento dell’uranio al 3,67%, in cambio della revoca delle sanzioni internazionali.
Con questa nuova fase, l’Iran ha invece inaugurato nuove centrifughe e una produzione di uranio arricchito pari a 5 kg al giorno, una produzione quotidiana dieci volte superiore rispetto al passato.
Notizie della stampa più recente riportano altresì come l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, avrebbe rivelato di aver trovato tracce di uranio non artificiale in un sito in Iran non dichiarato alla stessa Agenzia.
Alla luce di quanto precede, la Commissione:
Crisi in Libano e corruzione
22.11.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003988/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Le manifestazioni che da settimane paralizzano il Libano e hanno portato alle dimissioni del Primo ministro Saʿd Ḥarīrī rappresentano un evento straordinario.
La popolazione libanese denuncia la corruzione quale principale causa dell’attuale crisi politica, economica e sociale. Tale malcostume pervade da anni il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione e rappresenta un ostacolo al benessere del popolo, con effetti disastrosi sulle condizioni ambientali e sanitarie nel Paese, che affronta, tra le altre, anche una grave crisi nella gestione dei rifiuti.
In questo settore l’UE non è stata in grado di monitorare l’utilizzo dei fondi stanziati e i progetti finanziati non hanno prodotto alcun beneficio pubblico, come denunciato da diverse indagini giornalistiche.
Considerato che l’accordo di partenariato con il Libano è finalizzato a favorire stabilità, democrazia, sviluppo, trasparenza e resistenza alla corruzione, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
VP/HR — L’Unione europea verifichi e controlli le procedure per l’assegnazione dei finanziamenti a favore di chi agisce contro Israele
2.10.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003066-19 alla Commissione (Vicepresidente/Alto Rappresentante)
Articolo 138 del regolamento
Il ministero per gli Affari strategici e la diplomazia pubblica dello Stato di Israele ha pubblicato, nel gennaio 2019, una relazione ove si evidenziano finanziamenti diretti e indiretti dell’UE a favore di varie associazioni che svolgono anche azioni di delegittimazione e boicottaggio nei confronti dello Stato di Israele.
I dati si riferiscono a finanziamenti che riguardano enti di diversi paesi, dall’Italia alla Norvegia fino all’Irlanda, e in alcuni casi arrivano persino a sovvenzioni superiori al milione di euro.
Nel 2005, 171 organizzazioni non governative fondarono un movimento denominato BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) e tra le diverse finalità del movimento figurano anche le campagne di boicottaggio contro prodotti, artisti e beni culturali israeliani.
Nei mesi scorsi, il parlamento tedesco ha approvato a larga maggioranza una mozione nella quale il discusso «Movimento di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele» viene classificato come antisemita e verrà dunque privato dagli incentivi e finanziamenti pubblici. La Germania è il primo paese europeo a condannare il movimento BDS e a classificarlo come «razzista e antisemita».
Può la Commissione indicare come intende agire per chiarire le procedure di controllo riguardo all’assegnazione dei finanziamenti a favore delle ONG che direttamente o indirettamente agiscono contro lo Stato di Israele?
La Commissione condanni gli attacchi terroristici in Arabia Saudita e assuma iniziative contro chi sostiene queste azioni
19.9.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002883-19 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nei giorni scorsi, in Arabia Saudita, si sono verificati due attacchi terroristici, rivendicati poi dai ribelli yemeniti Houthi, a due stabilimenti della compagnia nazionale Saudi Aramco.
Gli attacchi, eseguiti con droni, hanno causato estrema preoccupazione sul mercato mondiale del petrolio, essendo l’Arabia Saudita uno dei principali paesi estrattori di petrolio, aumentando così le tensioni nel Golfo tra Teheran da un lato e Arabia Saudita e USA dall’altro.
Secondo organi di stampa internazionali, ci sono «probabilità molto alte» che l’attacco sia stato lanciato con missili cruise da una base iraniana in Iran, vicino al confine con l’Iraq.
Le stesse fonti escludono che le traiettorie dei missili siano compatibili con un lancio da sud, in particolare da postazioni così lontane come lo Yemen.
Alla luce di quanto precede, la Commissione ritiene di:
Proposte di Risoluzione Individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla concessione della cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea agli ostaggi israeliani di Hamas
6.11.2023
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un piano comprensivo congiunto d’azione per l’Afghanistan
20.8.2021
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul sostegno al piano di pace per Israele e la Palestina
7.2.2020
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
Proposte di Risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele, la necessità di una de-escalation e la risposta dell’UE
22.4.2024 – (2024/2704(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sugli spregevoli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale e la situazione umanitaria a Gaza
16.10.2023 – (2023/2899(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla pena di morte in Iran
16.2.2022 – (2022/2541(RSP))
Il Parlamento europeo,
MOTION FOR A RESOLUTION on the death penalty in Iran
15.2.2022 – (2022/2541(RSP))
The European Parliament,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Libano
14.9.2021 – (2021/2878(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Afghanistan
13.9.2021 – (2021/2877(RSP))
Il Parlamento europeo,
Contributi alle discussioni in Aula
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, signor Commissario Lenarčič, onorevoli colleghi, il coinvolgimento di dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre è un’orribile verità. Una verità che emerge sempre di più tra le macerie del conflitto, come ad esempio la base operativa installata sotto la sede dell’UNRWA a Gaza. Altro che i valori europei!
Mentre l’impegno dello Stato ebraico di Israele per lo Stato di diritto e la vita umana è indiscutibile: prova ne è che nella guerriglia urbana le forze di difesa israeliane hanno le forme più avanzate al mondo di protezione dei civili, nel pieno rispetto di tutte le convenzioni internazionali, dal diritto umanitario alla convenzione di Ginevra.
Signor Commissario, lei si preoccupa del Ramadan? Si è chiesto invece perché a Gaza non esista quella separazione strutturale tra civile e militare che le nazioni civili tutte applicano? Le do io forse la risposta: per creare morti e martiri di una causa. E se ai due Stati non si giungerà mai, non è senz’altro per l’incapacità di Israele ma per l’incapacità di Hamas e delle altre fazioni terroristiche arabo-palestinesi di usare altri strumenti al di là del terrorismo. Ma chi oggi li aiuta cade nella trappola dell’antisemitismo.
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una nuova agenda di partenariato tra Unione europea e Armenia, che stabilisce priorità comuni più ambiziose per una cooperazione che abbracci tutte le dimensioni è il riconoscimento dello sforzo compiuto da Erevan nell’intraprendere la strada di una democrazia compiuta, dell’affermazione dello Stato di diritto e l’allontanamento dall’influenza della Russia di Putin.
Tuttavia, questo lenisce solo in parte le sofferenze armene di questi anni. Inoltre, le minacce militari dell’Azerbaigian, al confine con l’Armenia, e il tremendo squilibrio di potere tra i due Paesi mantengono alto il rischio di una possibile invasione.
In nome dell’indipendenza e dell’integrità territoriale, dobbiamo fornire ogni aiuto attraverso lo Strumento europeo per la pace: equipaggiamento militare e sostegno al processo di sicurezza di quel paese. Solo così garantiremo la pace e non commetteremmo lo stesso errore fatto nel Nagorno-Karabakh.
Dobbiamo avviare il processo di allargamento con serietà, trasparenza e celerità. Difendiamo un baluardo di democrazia tra la moltitudine delle autocrazie. Difendiamo le nostre radici, dove qualcuno le vorrebbe recidere. Difendiamo l’Armenia e affermeremo l’Europa.
Mercoledì 18 ottobre 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante Borrell, onorevoli colleghi, non ricordiamo abbastanza che sono molte le vittime e gli ostaggi, tra i cittadini europei, causati dallo spregevole attacco di Hamas a Israele, tra cui italiani, francesi, tedeschi e spagnoli. E spero si faccia di tutto per liberare quegli ostaggi, e tutti gli ostaggi, da parte dell’Unione europea, Alto rappresentante.
Perché gli europei e il popolo ebraico condividono il peso della storia e in questi giorni, insieme, si fanno carico del dolore inflitto dal terrorismo islamico, ma, oltre alle sofferenze, condividiamo il contributo millenario all’umanità e alla civiltà, e combattiamo l’Islam politico che ci riporterebbe nel Medioevo, dove il popolo palestinese è la prima vittima sottratta all’Autorità nazionale palestinese.
La sinistra può ignorare, quindi, che quei rastrellamenti di Hamas in terra di Israele sono, dopo l’Olocausto, l’atto peggiore vissuto dagli ebrei sotto il nazismo? Può guardare negli occhi quei bambini rastrellati e rapiti dai nazislamici e non vergognarsi della sua incoerenza politica?
Mercoledì 4 ottobre 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, in Afghanistan, da quando abbiamo consentito ai talebani di rioccupare il paese, le donne e le ragazze vivono segregate dal regime. Significa vivere in condizioni che molti di noi in questa sala considererebbero disumane, ebbe a dire Kofi Annan, è la più grave gender apartheid della storia.
5 000 di queste donne sono state funzionarie di sicurezza e militari, lottavano per un futuro migliore e in alcuni casi si sono formate negli Stati europei. L’UNAMA ha documentato 800 episodi di esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate.
A tutto questo però possiamo rispondere con la giustizia della Corte penale internazionale, poiché è valida l’adesione allo Statuto di Roma depositata dall’Afghanistan nel 2003. L’Unione europea, quindi, sostenga con forza un’indagine internazionale e restituisca la vita a donne e ragazze afghane. E viva la loro resistenza!
Martedì 13 giugno 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Libano sta vivendo una delle peggiori crisi economiche al mondo, con un elevato tasso di inflazione e una continua svalutazione della moneta. Ciò ha peggiorato le condizioni di vita dei cittadini libanesi e del milione mezzo di rifugiati siriani che il Libano ospita.
In sintesi, il consenso politico necessario affinché il paese possa funzionare non si materializza. Il settarismo politico lo impedisce. Il gruppo terrorista politico e militare Hezbollah, che opera nello Stato e che è supportato dall’Iran, lo impedisce. Le élite intercettano le entrate statali e usano i sussidi per cementare le alleanze.
Contribuiamo noi europei, ma non ci sostituiamo. Se la politica del Libano dimostrerà di aiutare i libanesi, l’Unione europea e gli Stati membri continueranno ad aiutare per garantire la sicurezza nel Mediterraneo.
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante Borrell, onorevoli colleghi, i cittadini di Israele oggi sono orgogliosi del loro Paese, che quest’anno celebra 75 anni di indipendenza, e credono nella giustizia della sua causa, ma allo stesso tempo sono esausti dalle lotte intestine e dalle sue conseguenze sulla vita politica e sociale.
Queste sono parole del Presidente Herzog e lo ringraziamo per questo monito valido per tutte le democrazie liberali e anche per aver celebrato con noi la Giornata della Memoria. Israele conosce i pericoli derivanti dal virus della polarizzazione politica, un virus che può erodere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e arrivare a paralizzare la nazione.
Ma è importante ribadire che Israele è un faro di democrazia. È uno Stato speciale per come è costruito e per come opera. È uno Stato innovativo per natura e desideroso di contribuire allo sviluppo del genere umano, nonostante si trovi collocati nell’area più difficile del mondo. Intorno a sé ha nemici, intolleranza, disprezzo, terrorismo e Stati caratterizzati da una minore volontà di sviluppo e di democrazia. Ma Israele si sa difendere da tutto ciò.
I will now switch to English and, given the importance of our debate today, I would like to conclude with a quotation from Chaim Weizmann, the first President of Israel: ‘The future of the State of Israel rests on three foundations: fraternal love, an effort to build and peace to all, near and far.’
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una Georgia membro della NATO renderà gli alleati dell’Unione europea più forti e sicuri. Questo perché le due istituzioni internazionali sono complementari attraverso un partenariato strategico indissolubile.
La partecipazione all’Alleanza si baserà sempre sull’impegno della Georgia verso i valori fondanti della NATO e quelli dell’Unione europea: Stato di diritto, democrazia, diritti umani, pluralismo, società civile, apertura, trasparenza e il rispetto del diritto internazionale.
Da quando ha riconquistato l’indipendenza, il popolo georgiano ha scelto chiaramente e coerentemente di far parte della comunità democratica euro-atlantica.
Partendo proprio dalla violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Georgia come dell’Ucraina, come possiamo noi realizzare un sistema più forte di sicurezza collettiva per noi e i nostri vicini, caro Commissario?
Oggi noi vediamo nei cittadini della Georgia fratelli europei e dobbiamo aiutarli in tutti i modi.
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Qatargate, che riguarda ONG, sindacati, individui, assistenti e deputati al Parlamento europeo, è il più grave attacco politico alla democrazia europea di paesi terzi autocratici da quando esistono le istituzioni dell’Unione europea.
Noi chiediamo innanzitutto una forte critica nei confronti del Qatar e dei nemici della democrazia che ci minacciano direttamente dall’esterno, come già abbiamo avuto modo di scrivere in un’interrogazione parlamentare presentata, già due anni fa, dalla nostra collega Ceccardi.
Noi però intendiamo stare uniti, quale processo fondamentale per la produzione degli anticorpi che difendono la nostra società, la cui libertà e la cui democrazia è così vitale per mantenere fermo il pieno rispetto della presunzione di innocenza. Nello Stato di diritto, al quale crediamo tutti.
Oggi noi potremmo speculare contro alcuni di noi e, invece, ci rammarichiamo anche per essere stati esclusi dal processo democratico di questo Parlamento e svolgere il prezioso ruolo di opposizione costruttiva che serve a qualunque maggioranza democratica.
Nell’autoreferenzialità che spesso distingue alcuni di voi ci avete chiamato col cordone sanitario, ma è stato un tragico errore. Nonostante ciò, di fronte a questo disastro, vi ribadisco, noi restiamo uniti per difendere le istituzioni europee e i cittadini europei.
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, serve a tutti noi uno spirito e una mentalità di normalizzazione fatta di tanti piccoli passi tesi alla costruzione, alla costruzione della pace.
Servono quelle predisposizioni umane semplici che già si trovano espresse negli accordi di Abramo: rafforzare la pace, non distruggerla come fanno l’Iran o il Qatar armando il terrorismo; promuovere la coesistenza, la dignità umana, la libertà, la cooperazione, la tolleranza e il rispetto; sostenere la scienza, l’arte, la medicina, il commercio e porre finalmente fine alla radicalizzazione. Ecco cosa serve.
Io ho completa fiducia nella capacità di Israele di costruire la pace tra i popoli e non vedo più la cosiddetta “questione israelo-palestinese” come una sfida di politica internazionale.
E se l’Unione volesse giocare un ruolo importante di mediazione tra palestinesi e israeliani, forse occorrerebbe partire suggerendo al presidente Abbas di non fare disinformazione.
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie anche a Lei, Commissario Várhelyi, per essere qui con noi questa sera, abbiamo chiesto, con diversi colleghi, all’Alto rappresentante e all’ambasciatore Olof Skoog, di agire presso le Nazioni Unite per rimuovere l’Iran dalla commissione sulla condizione delle donne, una risposta obbligata dell’Unione europea alla crescente repressione delle proteste in Iran. Grazie per quello che potrà fare, Commissario.
Anche oggi questo Parlamento aiuta a far risuonare la voce della protesta del popolo iraniano, che si sente defraudato della possibilità di vivere una vita sicura e in pace con se stesso e con il mondo. Il popolo iraniano chiede una sola cosa al supremo leader, agli ayatollah, al Presidente Raisi e alle forze armate. Chiede una cosa semplice: quella di abbandonare un pretestuoso stato mentale di rivoluzione permanente, basato solo su repressione, corruzione, inimicizia verso i Fratelli musulmani del Golfo, l’odio verso Israele e un profondo disprezzo per le democrazie liberali dell’Occidente. L’Iran proposto dall’ayatollah è solo intriso di cinismo assassino ed è una blasfemia dell’islam stesso.
Continuiamo noi ad aiutare il popolo iraniano e a tenere accesa la luce della speranza per loro e per noi.
Martedì 18 maggio 2021 – Bruxelles
Signora Presidente, signor ministro Santos Silva, onorevoli colleghi, Israele ha il diritto e il dovere di difendere sé stesso e il sionismo è una ricchezza del mondo. Questi i due messaggi chiave – uno di tipo politico e l’altro di tipo culturale – che mi aspetterei l’Europa comunicasse in modo non equivoco e a una sola voce.
Israele è un partner affine, un difensore dell’ordine internazionale basato sulle regole, è il principale partner nell’aria più strategica e importante per l’Europa: il Mediterraneo e il Mediterraneo allargato.
Israele sa costruire la comprensione reciproca e la coesistenza; sa rispettare la dignità umana e le libertà, inclusa la libertà religiosa; Israele ha una società inclusiva e pluralista; è un campione della scienza e della tecnologia.
Al contrario, l’Iran e Hamas sponsorizzano il terrorismo, l’odio e il rancore; sono nemici della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e della dignità umana.
L’Unione europea dovrebbe essere meno ambigua e più orientata in modo strategico a costruire la pace insieme a Israele, dando così impulso alla rinascita economica dell’intera regione e abbandonando per sempre ogni forma di antisemitismo.
Martedì 9 marzo 2021 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, riguardo alla crisi siriana vorrei vedere un’Europa meno cinica e meno indifferente rispetto a Russia, Iran, Turchia.
La Siria rappresenta una minaccia alla sicurezza e alla pace sia del Medio Oriente che dell’Europa, per via del permanere di sacche terroristiche dell’Isis, del presidente Assad, che rimane un dittatore per formazione, dell’influenza dell’Iran che esporta la propria forma di terrorismo, dei dubbi sullo smantellamento del programma chimico siriano e della crisi migratoria e umanitaria che sta riducendo il popolo siriano alla fame.
Signor Alto rappresentante, in Siria è sempre stata in gioco la democrazia, la libertà religiosa, il pluralismo. La diplomazia europea, con tutti i suoi strumenti, non può giocare un ruolo di secondo piano nel forgiare una soluzione politica in Siria e lo deve fare ora.
Martedì 11 febbraio 2020 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, egregio Vicepresidente e anche Alto rappresentante, questa è una discussione particolarmente delicata. Come Unione europea abbiamo l’obbligo di chiarire la nostra posizione, soprattutto perché Belgio, Estonia e Germania, come membri non permanenti, stanno affiancando la Francia nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Essendo poi avvenuta la Brexit, siamo chiamati a esercitare un’azione di politica estera che sia allo stesso tempo nuova e prospettica, in una geopolitica da XXI secolo, che passa dalla tutela della sicurezza europea, dal grande tema dell’immigrazione, dall’energia, dal cambiamento climatico, dal 5G fino agli investimenti europei in quei paesi.
Il trattato di Lisbona le attribuisce la promozione della pace e della sicurezza nel mondo. E per questo, con riguardo al Medio Oriente, la invito a considerare principalmente tre elementi: la minaccia esistenziale allo Stato di Israele è viva più che mai, e questo è inaccettabile. Israele è primariamente uno Stato nazione ebraico. Noi europei, nella nostra radice più profonda, siamo ebrei. Non perda, signor Alto rappresentante, la sua più importante occasione di dimostrare da che parte sta l’Europa.
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Alto rappresentante, un desiderio si agita nel cuore degli iraniani e degli iracheni, che prescinde dalle differenze di etnia e di religione e dai loro deprecabili governi autoritari:
prende il nome di sicurezza, di benessere, di pace, e a gridarlo sono le voci delle proteste come quelle iraniane che, già da novembre, spesso nell’indifferenza di tanti di noi e della comunità internazionale, hanno provocato centinaia e centinaia di morti.
È il più alto livello di scontro dal 1979, ed è questo lo Stato di diritto che noi intendiamo difendere? E quel miliardo e più di euro, direttamente provenienti dall’Europa, che hanno cercato di sostenere umanitariamente queste persone, dove sono finiti se non nelle mani di governi che sono marionette di Teheran?
Perché forse presto capiremo che l’eliminazione di Soleimani, il più grande leader del fondamentalismo islamico, servirà a liberare chi combatte per la libertà e noi dovremmo ringraziare, signor Alto rappresentante, chi ci ha liberato dal più grande terrorista del mondo, contro Israele e contro di noi, … (la Presidente toglie la parola all’oratrice)
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Vicepresidente Borrell, come è scritto all’ingresso di questo Parlamento, 51 milioni di europei hanno votato perché vogliono vedere il Parlamento agire sulla nostra sicurezza e difesa: la difesa dei confini, la difesa dell’Europa, la sicurezza dei cittadini europei.
Riconosce l’Unione europea di aver avallato un cambio di regime in Libia nel 2011 per ridurla, nel 2020, a uno Stato fallito? Chi giudicherà l’Unione europea per aver contribuito a tanta sofferenza umana? A ciò si aggiunge la beffa di oggi, che vede il nostro ruolo naturale svolto da Turchia e Russia, mentre sullo sfondo si affacciano persino Arabia Saudita e Cina.
È il triste risultato di settant’anni di convergenza politica sul mercato interno e nessuna convergenza in politica estera, ed è così che la sicurezza mediterranea è l’eterno banco di prova per noi.
Perché l’Europa è il Mediterraneo, o non è l’Europa.
Eventi e Webinar
04/06/2022
https://www.annabonfrisco.eu/2022/06/leredita-dellafghanistan/
Stati Uniti e UE hanno commesso molti errori in Afghanistan. Con il ritorno al potere dei talebani e il ritiro delle truppe americane e della NATO, si è instaurato un nuovo rapporto con l’Unione Europea. Tuttavia appare che il percorso verso la democrazia e la costruzione di uno stato di diritto in Afghanistan siano per il momento non negoziabili
09/10/2023
L’Unione Europea sostiene il Libano, secondo le politiche di Vicinato, ma la situazione del Paese mediterraneo è critica, tanto da richiedere nuovi stanziamenti per aiuti umanitari
16/06/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/06/il-sistema-bancario-iraniano-e-il-suo-sostegno-al-terrorismo/
Un dibattito promosso dall’europarlamentare del gruppo Identità e Democrazia, Anna Cinzia Bonfrisco, presso il parlamento europeo di Strasburgo che fa luce sulle attività di finanziamento al terrorismo di cui continua a macchiarsi l’Iran. Con il prezioso contributo dell’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, Christine Saddy, team leader della commissione sulla Finanza illecita del Counterterrorism group, e Ludovica Leccese.
20/05/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/05/ecco-come-aiutare-il-popolo-iraniano/
Lo studio di Costantino Pistilli “L’Iran degli ayatollah: fomite globale di terrorismo di sedizione e di brutale sopraffazione” analizza il ruolo distruttivo e destabilizzante nel mondo del regime di Teheran e ipotizza soluzioni per il “regime change”.
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L’Iran vuole lo sterminio di Israele e dell’Occidente. Non è uno slogan allarmistico ma un verità sempre più evidente dopo l’attacco del Regime degli Ayatollah di queste ore.
Già il massacro del 7 ottobre avrebbe dovuto bastare ad aprirci gli occhi, mentre la sinistra sfilava per le strade in nome di Hamas e la Jihad islamica alleati dell’Iran.
Sosteniamo Israele, lo scudo della nostra civiltà in Medio Oriente. L’Europa scelga tra un Mondo sempre più islamizzato e intollerante, anche nella proposta di guerra a tutti i costi, e un Mondo che crede nella stabilità assieme al Popolo ebraico.
Nel giorno dell’anniversario della rivoluzione islamica il Regime ha fatto bruciare i simboli di Israele e chiesto che Israele venga espulso dall’ #ONU.
L’ #Iran fa finta di dimenticare che solo un anno fa è stato buttato fuori dalla Commissione delle #NazioniUnite sulla condizione delle #donne.
Il Regime islamico in Iran è il principale sponsor mondiale del terrorismo.
Inoltre, prosegue nel condannare a morte senza giusto processo una media di due persone al giorno. Sono 882 esecuzioni le esecuzioni del Regime nel 2023, 86 solo nell’ultimo mese, tra questi anche donne e persone inferme di mente.
Ogni società che crede nella pace, nella sicurezza e nella libertà è un nemico Ayatollah e su questo si fonda il nostro dovere ad agire per isolarli dalla comunità internazionale e denunciare le loro aberrazioni.
“L’Iran allarga il conflitto al Pakistan, alla Siria e All’Iraq. Ha armato Hamas contro Israele e gli Houthi in Yemen contro le navi che battono bandiera europea e statunitense. Il Regime iraniano è una minaccia per l’Italia e l’Europa. Espandere la guerra a tutto il Medio Oriente crea una grave e reale minaccia in termini di sicurezza ma anche economici. Le conseguenze di un’escalation avranno effetti devastanti. Sorpresa che l’Unione Europea non abbia ancora un piano per affrontare un conflitto che pare oramai imminente. Difendere i nostri cittadini è una prerogativa irrinunciabile. È da un anno che chiediamo che il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche vengo inserito nella lista europea delle organizzazioni terroristiche, poiché è il principale strumento con cui l’Iran finanzia il terrorismo nel mondo”. Così in una nota Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare della Lega – Gruppo Identità e Democrazia, componente della Commissione per gli Affari esteri, della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa.
BRUX, 8 OTT – A. BONFRISCO: “Hamas, Hezbollah e Iran responsabili di un atto di guerra. L’Unione Europea inserisca Hezbollah e le Guardie Iraniane della Rivoluzione nella lista dei terroristi.”
“L’asse formata da Hamas, Hezbollah e Iran è responsabile di un atto di guerra senza precedenti nei confronti di Israele e il suo popolo. Le centinaia di vittime, i rapimenti e le migliaia di feriti sono la dimostrazione di un’alleanza formata in nome di una soluzione finale fondata sull’odio, la menzogna e il terrorismo.
Il Mediterraneo rischia di diventare il fronte di un duraturo conflitto, instabilità e insicurezza; per questo motivo l’Unione Europea si impegni a rafforzare il ruolo della Nato nell’area, la quale ha riconosciuto il diritto alla difesa di Israele.
Da tempo i parlamentari europei chiedono che le Guardie Iraniane della Rivoluzione e gli Hezbollah vengano inseriti nella lista dei terroristi dell’Unione Europea. E’ un primo passo per tagliare completamente ogni possibile finanziamento al terrorismo.
Le capitali europee, a cominciare da Roma e molte città italiane, illuminate con la bandiera di Israele sono un segnale inequivocabile che l’Europa e l’Italia sono in prima fila nel sostegno di Israele.”
europarlamentare componente della Commissione per gli Affari Esteri, sottocommissione della Sicurezza e la Difesa, della Delegazioni per le relazioni UE-Nato e per le relazioni con Israele.
La nomina dell’Iran a presiedere il Social Forum 2023 del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC) è una vergogna senza precedenti. La comunità internazionale diserti qualsiasi iniziativa proposta dal Regime.
Altrettanto grave è che il Social Forum 2023 dell’UNHRC, del 2 e 3 novembre 2023, riguarderà il contributo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione alla promozione dei diritti umani, anche nel contesto della ripresa post-pandemia.
Infatti, il regime degli Ayatollah spegne internet per reprimere nel silenzio i protestanti, diffonde campagne di disinformazione per negare i massacri di cui è responsabile, tortura e uccide chi chiede libertà per il proprio popolo.
Il Consiglio dei Diritti Umani, al posto di integrare il Regime, conduca un’indagine indipendente sugli avvelenamenti di migliaia e migliaia di bambine e ragazze nelle scuole in Iran, su cui il Regime non fornisce alcuna risposta chiara.
L’Unione europea, come chiesto dal suo Parlamento, agisca per promuovere l’indagine e si esprima inoltra in maniera netta contro questa nomina e agisca affinché venga sostituito l’Iran dal presiedere il Social Forum.
Continuano ad essere violati i diritti umani in Iran con efferati crimini contro gli oppositori del regime.
https://www.ansa.it/…/iran-bonfrisco-sanzioni…
Iran: Bonfrisco, sanzioni confermano che siamo da parte giusta
Eurodeputata Lega:’Se a arrivano a questo a Teheran hanno paura’
Il regime iraniano non fornisce alcun contribuito all’umanità, solo morte e terrore.
Per questo di fronte all’Alto Rappresentante, oggi in occasione della seduta Plenaria di Strasburgo, ho espresso il mio sostegno alle donne che manifestano in Iran e ho chiesto un’azione chiara da parte dell’Unione europea.
L’Iran, il più aberrante dei regimi autoritari della recente storia dell’umanità, avrebbe l’intenzione di fornire droni armati alla Russia.
Questo non è solo un allargamento del fronte della guerra in Ucraina ma è l’intervento di un regime che da sempre ha l’obbiettivo di annientare le nostre democrazie, il nostro stile di vita, la nostra stessa essenza dell’essere liberi e occidentali.
L’Unione europea stia molto attenta nei suoi dialoghi con l’Iran, perché oggi in discussione c’è innanzitutto il sistema dei valori europei.
L’atteggiamento intimidatorio di Azeri e Turchi a tutte le istituzioni, a tutti i comuni e consiglieri comunali che in questi giorni stanno ricevendo lettere di minacce, per aver sostenuto la Repubblica di Artsakh, sono deplorevoli, inaccettabili in Italia.
Ringrazio il Consiglio per la comunità armena di #Roma per aver condannato questi episodi.
In questi tempi oscuri dobbiamo essere uniti contro chi utilizza deliberatamente i nuovi media per impedire le libertà altrui.
Oggi in commissione Affari Esteri (Afet) abbiamo discusso sul futuro del Libano.
È importante che l’UE eserciti un controllo maggiore sulle tante risorse impiegate in quell’aerea e che si lavori per un ritorno alla normalità del Libano attraverso le riforme, specialmente di fronte alla minaccia di una sempre maggiore influenza da parte dell’Iran attraverso il potere gestito dagli Hezbollah.
Il regime Iraniano è la più atroce forma di persecuzione che un popolo possa subire. E badate bene: anche la recente minaccia espressa dagli Ayatollah di una risoluzione finale contro Israele è una minaccia nei nostri confronti e delle nostre libertà.
Per questo ho partecipato alla riunione bipartisan di parlamentari convocata dall’Associazione Nessuno tocchi Caino. Credo che “i giorni dell’indifferenza” dell’Ue debbano finire, come il 13 aprile di quest’anno quando ha scelto, a differenza degli Stati Uniti, di non aggiornare la lista dei soggetti a misure restrittive per gravi violazioni dei diritti umani in Iran, ad esempio il giovanissimo ministro delle tecnologie iraniano che ha avuto un ruolo determinante nella censura di internet su vasta scala e nelle repressioni delle proteste del 2019 in Iran.
L’Ue ha mancato il suo appuntamento con la storia, dimenticando che quando si rimane indifferenti regna il terrore. Come disse Einstein “Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che lo tollerano”.
L’ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato che L’#unioneeuropea condanna le osservazioni minacciose del leader supremo dell’#iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, che mette in discussione la legittimità di #israele.
Tali dichiarazioni sono totalmente inaccettabili e rappresentano una fonte profonda di preoccupazione.
L’Unione europea ribadisce il suo impegno fondamentale per la sicurezza di Israele.
Auspico che le parole di Borrell mettano fine ad una lunga stagione di #politicaestera europea accondiscendente verso i nemici di Israele.
Il mio intervento di oggi al Parlamento europeo sui report annuali sull’attuazione della politica estera, di sicurezza e difesa comune.
Le crisi in Nord Africa e Medio Oriente sono maturate senza che gli sforzi dell’Unione europea abbiano prodotto alcun risultato.
Dopo cinque disastrosi anni di gestione Juncker la Libia scivola tra le mani di Turchia, Russia e Cina, mentre il tanto decantato accordo nucleare in Iran, si sbriciola alla prima difficoltà.
E allora la domanda è semplice: gli strumenti politici e le risorse che destiniamo alla politica industriale della difesa europea, avranno un reale effetto sulla sicurezza dei cittadini europei?
Mi chiedo i Talebani quale senso della Storia, della letteratura, dell’arte ma anche della scienza e della tecnologia, pensano di dare all’Afghanistan emettendo il nuovo divieto di istituzione universitaria per donne e ragazze.
È questa una continua oppressione e discriminazione di metà della popolazione afghana. È anche il segno che i Talebani al Mondo non hanno proprio nulla da offrire.
L’Unione europea non dimentichi una delle più gravi violazioni dei diritti umani in corso in questi anni. Venga invece onorato l’amaro sacrificio dei nostri soldati in Afghanistan e il dolore delle loro famiglie.
I Talebani hanno usato le armi per reprimere una manifestazione di donne afghane che, ad un anno dalla caduta di Kabul, chiedono con i loro slogan ‘cibo, lavoro e libertà’.
Un anno di Talebani in Afghanistan è equivalso ad un anno senza diritti. Soprusi, sopraffazione e violenze hanno segnato la vita di molti che si sono visti privati di ogni diritto. E’ pertanto nostro dovere ricordare le vittime e denunciare il regime talebano.
Eppure in Afghanistan c’è chi rifiuta di fare marcia indietro sui proprio diritti e lotta ancora per un futuro migliore. E queste azioni sono compiute proprio da chi è più indifeso, donne e ragazze, minoranze etniche come gli Hazara.
L’Unione europea sembra aver smesso di parlare di Afghanistan e ciò è inaccettabile. Si mantenga alta l’attenzione e si attuino azioni concrete.
Lo dobbiamo alle donne afghane, lo dobbiamo al sacrificio delle nostre forze armate!
La denuncia delle ONG sulla mancata effettiva apertura dei corridoi umanitari dall’Afghanistan è allarmante. Sono 1.200 esseri umani a cui abbiamo fatto una promessa di salvezza e speranza e che oggi lasciamo nelle mani di uno dei regimi più efferati al Mondo.
È nostro dovere civile e politico mettere nelle condizioni di fuggire coloro che in molti casi hanno collaborato con le forze occidentali di pace della Nato e sono oggetto di persecuzione, violenza e ritorsione per la semplice colpa di aver sognato un Afghanistan prospero e libero.
Il Governo Draghi, assieme alla Commissione europea e il Consiglio, collaborino per trovare soluzioni, tempi e procedure rapide, ma anche sicure e controllate.
In occasione del dibattito alla Plenaria di Strasburgo sulla situazione dei diritti delle donne in Afghanistan, alla presenza dell’Alto Rappresentante e della Commissione, ho ribadito la necessità di un forum che rappresenti le donne Afghane fuggite dalla furia dei talebani.
Lo dobbiamo alle donne afghane, lo dobbiamo al sacrificio delle nostre forze armate!
L’Italia ha l’obbligo politico e morale di risultare tra i firmatari della Dichiarazione congiunta sulle denunce di uccisioni sommarie e sparizioni forzate in Afghanistan, sottoscritta da Stati Uniti, Unione Europea e altri Stati membri, tra cui Francia, Germania e Spagna.
I Talebani sono responsabili di aver instaurato un regime sanguinario e aberrante, le loro parole corrispondono solo menzogne, come la promessa mai mantenuta dell’amnistia per gli ex membri delle forze di sicurezza afgane e gli ex funzionari del governo.
Chi ha teorizzato che i Talebani di oggi non sono quelli di ieri si scontra con la realtà della popolazione afghana, a cui è negato il significato più profondo e intimo della vita, si scontra con il desolante assassinio e decapitazione di una ragazza afghana perché non voleva abbandonare lo sport che amava e di cui era una campionessa, con i morti, il terrore e le violenze ad ogni angolo della strada. C’è solo una definizione per i Talebani: sono un’aberrazione gretta e meschina!
Per questo l’Unione europea, al posto di quale dialogo possibile con il regime talebano, oggi si interroghi sul valore dei propri principi e valori, su come può aiutare le donne, le ragazze e il popolo dell’Afghanistan.
Ieri Sakina Hosseini, membro del Consiglio provinciale di Herat, ha incontrato il sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, la quale le ha rivolto il seguente messaggio: “Il prezioso lavoro che lei, Signora Sakinah, ha svolto in Afghanistan attraverso i numerosi progetti che ha portato avanti a favore delle donne di quel Paese – dalla loro istruzione alle iniziative per affermare il riconoscimento dei loro diritti – è assolutamente meritorio e non deve andare perduto.”
Oggi ho incontrato Khaled Ahmad Zekriya, ambasciatore dell’Afghanistan a Roma, per parlare del tragico mese di agosto che ha stretto il suo Paese e il suo Popolo nella morsa crudele dei talebani.
L’Ambasciatore esorta a richiamare sempre il rispetto della Costituzione, dei diritti delle donne e delle minoranze. Questo è l’Afghanistan per cui dobbiamo lottare tutti assieme! l’Unione europea non può, non deve, fermarsi alle dichiarazioni di facciata.
L’Italia del presidente Draghi darà il suo contributo al G20. Tutti noi abbiamo l’obbligo di promuovere e proteggere i diritti umani, in quanto diritti umani, Stato di diritto e democrazia sono indissolubilmente connessi.
Le nostre azioni oggi verso gli afgani determineranno il futuro e la storia dell’Europa come promotrice di Pace, Sicurezza, Giustizia e Istituzioni forti.
La strage compiuta dall’Isis all’aeroporto di Kabul è un atto vile, codardo e disumano. L’impegno a sconfiggere il terrorismo islamista deve continuare in Afghanistan e in tutto il Mondo. Profondo cordoglio per le vittime e ai loro familiari.
I Talebani incarnano il terrore nel Mondo e le peggiori atrocità contro il popolo afghano in nome dell’islamismo radicale. Oggi come ieri i nostri valori di pace e libertà sono ancora l’unica alternativa alla morte e alla disperazione.
Per questo motivo già a gennaio mi preoccupavo della vita a rischio dei collaboratori delle forze di pace e delle molte donne che venivano uccise perché sognavano un Afghanistan inclusivo, plurale e democratico come la giornalista Malala Maiwand.
Le parole dei Talebani di queste ore sono cartastraccia. L’Europa non cada nella trappola. Non perdiamo altro tempo. Uniamo le forze con tutti gli Stati che condividono i principi della dignità umana, delle pari opportunità, dello stato di diritto e delle libertà fondamentali.
Oggi durante commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, riunita in seduta straordinaria, ho ricordato l’impegno dell’Italia in Afghanistan oltre alle conseguenze per l’Europa in termini di flussi migratori incontrollabili e dei pericoli del terrorismo internazionale.
Ogni ora dell’invasione dell’Azerbaijan nel Nagorno-Karabakh è un’ora di sangue e violenza.
Il regime Azero aggredisce l’#Armenia facendosi forza dell’appoggio diretto della #Turchia che ha inviato centinaia e centinaia di mercenari islamisti radicali siriani.
Ho trovato particolarmente toccanti le parole del calciatore armeno della Roma Henrikh Mkhitaryan nell’appello che ha lanciato ai leader mondiali: “Siamo lasciati soli nella nostra battaglia contro il terrorismo internazionale”.
“Come storici alleati dell’Armenia il vostro intervento per fermare questa guerra devastante è di vitale importanza.
I nostri giovani muoiono al fronte o rimangono irrimediabilmente menomati, invece di avere la possibilità di partecipare alla costruzione del futuro del Paese”.
A due giorni dall’anniversario dell’ attacco di Nassiriya assistiamo ad un altro vile attentato ai danni dei nostri soldati in Iraq. Ai militari coinvolti va tutta la mia solidarietà; quello che è successo ci ricorda quanti nostri uomini e donne appartenenti alle forze armate rischiano la vita ogni giorno per combattere il terrorismo e difendere gli ideali in cui crediamo. L’ Unione Europea, se ha qualche ambizione nel settore della Difesa, prenda spunto dalla loro professionalità e dal loro coraggio. I miei pensieri sono con voi ragazzi!
Adottare la cultura del dialogo come codice di condotta tra le nazioni, ecco cosa credo significhi il viaggio di Papa Francesco. E il fattore unificante e’ finirla con la cultura della morte.
Il viaggio in Iraq e’ la rappresentazione della dignità umana che si fa avanti in un ambiente globale caratterizzato da una rivalità geopolitica aumentata, guerre, conflitti etnici, impunità e violenze.
In Medio Oriente e nel Mediterraneo, non è facile trovarsi insieme a percorrere la strada della verità, del bene comune, della libertà e fraternità, dopo anni di brutale terrorismo e conflitti.
Così come non è facile per le forze NATO in Iraq aiutare a costruire una nuova sicurezza della società irachena (che e’ anche la nostra) con l’obiettivo di non rivedere mai più l’ISIS.
Non dimentichiamo anche che, le grandi sfide globali che viviamo (ambiente, salute e nuove tecnologie) ci impongono sforzi comuni, a prescindere dalle credenze religiose e dalle filosofie politiche.
Le tre grandi religioni monoteiste, sono sicura, saranno in grado di aiutare l’umanita’ ad essere meno cinica e piu’ rispettosa del prossimo (uomo e natura).
La sospensione della democrazia in Tunisia può solo appesantire la situazione economica, sociale e sanitaria in cui versa il Paese, allo stesso tempo minacciare una intollerabile e prevedibile grande ondata migratoria che colpirà inevitabilmente l’Italia.
Questo è un problema europeo che le istituzioni dell’Unione europea non posso ignorare ancora a lungo. Non ci possiamo permettere ulteriore instabilità in quell’area considerando che anche la Libia deve affrontare le sue fragilità.
Ieri all’incontro Libia-Italia, il primo paese europeo ricevuto, era presente la ministra libica agli Affari esteri Najla Al-Mangoush. Parte del nuovo governo che assegna alle donne cinque incarichi, inclusi i principali portafogli della giustizia e degli esteri.
A tutte loro faccio i miei migliori auguri di buon lavoro certa che, dopo anni difficili, la piena, equa e significativa partecipazione delle donne sia un passo significativo verso la risoluzione dei conflitti, nel processo decisionale e nella promozione dei diritti delle donne.
È 55 giorni che i pescatori italiani sono ostaggio in #Libia delle truppe di Haftar.
Come italiana oggi ho chiesto in commissione Affari Esteri a Sabadell, nuovo capo delegazione a Tripoli, un’azione per la liberazione immediata da parte dell’Unione Europea e degli Stati Membri.
In Libia le dimissioni improvvise di Al-Sarraj sono l’ulteriore dimostrazione che, in una zona fragile e strategica del Mediterraneo, l’Europa è assente.
Anche l’Italia avrebbe dovuto svolgere il suo ruolo naturale di piattaforma nel Mediterraneo per un dialogo allargato tra gli attori in gioco.
All’Italia serve più visione e all’Europa meno divisione. Specialmente quando la nostra sicurezza è a rischio.
“Intervento dell’On. Bonfrisco e scambio di opinioni con il commissario per il parternariato Orientale”
Il ricatto continuo della Turchia sui migranti e il suo intervento militare in #Libia rende evidente la debolezza dell’Europa in materia di sicurezza.
La #Turchia beneficia dei soldi dei cittadini europei e noi non riusciamo a condizionarla in alcun modo.
Sarebbe questa l’autonomia strategica sbandierata dalla Presidente Von der Leyen?
Ieri sera sono intervenuta al Parlamento europeo di Strasburgo nel corso del dibattito sulla crisi libica.
Ho ricordato che nel 2011 l’Unione europea ha avallato un cambio di regime in Libia che ha ridotto il Paese ad essere oggi uno Stato fallito, dove il nostro ruolo viene ormai svolto da Russia e Turchia e persino Cina e Arabia Saudita si affacciano sullo sfondo.
È il triste risultato di 70 anni di convergenza politica sul mercato interno e nessuna convergenza in politica estera nell’Unione europea.
In questi giorni il Mediterraneo sprigiona tutti i suoi colori, profumi e calore. Eppure il Mediterraneo è anche le diverse sfide e minacce alla sicurezza, nonché i conflitti in corso nel Medio Oriente, in Libia e in Siria, che non possiamo ignorare.
La concorrenza globale di Cina, Russia e Iran dovrebbe essere sempre di più al centro dell’azione della politica estera europea. Ne va del nostro futuro, che affonda le radici sulla democrazia di cui Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra nel Mondo.
Il partenariato mediterraneo rafforzato sarà un imperativo strategico per l’Unione europea solo se ne saprà tutelarne la cultura, lo stile di vita e la prosperità, rispetto ad interessi che poco hanno a che fare con le nostre tradizioni.
Contributi alle discussioni in Aula
Attività della polizia cinese in Europa (discussione)
Mercoledì 10 aprile 2024 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, cari rappresentanti del Consiglio e della Commissione, la vastità della rete di stazioni di polizia cinese in Europa è segnalata da questo Parlamento almeno dal 2022. Risulta pertanto allarmante che solo adesso veniate a riferire su una minaccia che rappresenta una seria preoccupazione per i cittadini europei.
L’Italia ha fatto la sua parte per smantellare gli accordi della sinistra e ancora lotta per combattere le conseguenze dannose di quegli accordi, ad esempio le connessioni tra associazioni cinesi, criminalità organizzata e i funzionari pubblici del Partito comunista.
Infatti, è il Partito comunista cinese che usa l’Europa come terreno per lo spionaggio, le interferenze e la violazione dei diritti umani, perché per sua natura intende disporre di ogni aspetto della vita degli individui e della libertà di pensare, della libertà di agire e di decidere, che la Cina prova a eliminare.
Agite subito, quindi, e sanzionate i funzionari cinesi che hanno un legame con le stazioni di polizia. Sospendete qualsiasi trattato di estradizione con Hong Kong e con la Cina. Mettete gli Stati europei in condizioni di difendersi. Opponete i valori liberali e la libertà all’ingerenza corruttrice cinese.
Relazioni UE-Cina (discussione)
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Alto rappresentante Borrell, diversi fatti ormai ci dicono che la Cina non cerca pace e tranquillità e mi domando: dov’è l’esempio di equilibrio e la reciprocità commerciale che la Commissione europea cerca di stabilire con la Cina sia a livello bilaterale che presso il WTO? Tutto ciò non si materializza ed ecco quindi che il nostro dibattito indica la chiara volontà politica di salvaguardare un ordine internazionale libero, multipolare, basato sulle regole.
Lei ha citato il tema cruciale dei semiconduttori. Ecco perché dobbiamo trovare il modo di consentire a Taiwan di continuare a esistere nello status quo attuale, espandendo le relazioni commerciali e politiche e rifiutando categoricamente la falsa narrativa della riunificazione proposta dalla Cina.
Così come dobbiamo opporci all’egemonia che il Partito comunista cinese tenta di estendere nel Mar Cinese orientale e meridionale sfidando la libertà di navigazione, sfidando quindi il mondo occidentale.
Relazioni politiche e cooperazione tra l’UE e Taiwan (discussione)
Martedì 19 ottobre 2021 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Repubblica di Cina, Taiwan, è un partner affidabile e i taiwanesi sono forgiati dalla democrazia, dalle libertà e da una mentalità aperta che abbraccia l’innovazione.
Con il nostro voto oggi riconosciamo che negli ultimi vent’anni Taiwan ha rafforzato le istituzioni democratiche, i diritti sociali e politici e le libertà individuali e siamo al fianco di Taiwan, che vuole rimanere libero, sovrano e indipendente, coltivando una diplomazia di pace proattiva, soprattutto verso la Cina, anche quando questo Stato militarista e autoritario mostra solo di voler intimidire.
Taiwan rinnega ogni forma di coercizione ed è un modello esemplare per altri paesi dell’Asia e dell’Indo-Pacifico. Pertanto, ogni forma di collaborazione, dalla cultura ai semiconduttori, dalla sicurezza all’economia, dalla salute alle catene di valore e di approvvigionamento è un chiaro interesse strategico reciproco: collaborare per il progresso umano.
Siamo uniti nella difesa del progresso umano e della sua libertà e dobbiamo difendere Taiwan, perché Taiwan possa continuare a vivere in questo modo. La Commissione, gli Stati membri dell’Unione europea avvertano la Cina: noi difenderemo Taiwan.
Nuova strategia UE-Cina (discussione)
Martedì 14 settembre 2021 – Strasburgo
(inizio dell’intervento fuori microfono) … esercitare la concorrenza sleale, lo spionaggio della proprietà intellettuale, umiliare le libertà, degradare la dignità umana, disseminare disinformazione, epurare i dissensi e le diversità politiche, filosofiche e religiose? No, non è accettabile!
Usare le tecnologie emergenti per espandere la coercizione e consolidare l’intrusione, svuotando la privacy individuale non è etico e nemmeno umanocentrico.
Questi aspetti rendono la Cina una calamità e questo lo ricordiamo specialmente alla Russia.
Pertanto invitiamo gli Stati membri e il Servizio esterno a investire in una più stretta cooperazione con partner democratici con i quali condividiamo i valori, i valori dell’umanità.
Lavoro forzato e situazione degli uiguri nella regione autonoma uigura dello Xinjiang
Giovedì 17 dicembre 2020 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, la Cina ha aggiornato al 21° secolo gli strumenti per compiere un genocidio, usa la tecnologia biometrica e di sorveglianza per la pulizia etnica di milioni di uiguri alla velocità e con la precisione di un computer.
Il Partito comunista cinese agisce attraverso le macchine e pensa come le macchine. Nelle fabbriche sfrutta fino alla morte le minoranze, al motto di lavare i cervelli, pulire i cuori, sostenere il diritto, rimuovere ciò che è sbagliato.
Colleghi, la schedatura del DNA, la scannerizzazione del viso, la registrazione di impronte e voci, le sterilizzazioni, il lavaggio del cervello – e c’è di peggio – di 82 aziende globali coinvolte nel silenzio generale, molte sono europee. Il 20 % del cotone mondiale arriva dal lavoro forzato degli uiguri. Gli Stati Uniti hanno sanzionato 24 aziende cinesi specializzate nell’intelligenza artificiale e nel controllo facciale e noi invece cosa abbiamo fatto?
Modifica della Legge sulla cittadinanza indiana del 2019 (discussione)
Mercoledì 29 gennaio 2020 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Alto rappresentante, l’Unione europea ha da sempre intensi rapporti commerciali con l’India, ma deve anche riconoscere il suo tentativo di costruire e difendere uno Stato di diritto, pur tra le molte, molte contraddizioni.
Noi dobbiamo rispetto all’India. L’India non ha nulla a che fare con i paesi che la circondano, a partire dal Pakistan, ideologicamente e religiosamente contrario al progresso, alla Cina, che impone il suo autoritarismo su più di un miliardo di persone, o al Myanmar, con la sua pulizia etnica contro i Rohingya.
Al netto di eventuali profili di costituzionalità, che non spetta a noi valutare, l’interesse dell’Unione europea deve essere quello di evitare ogni conflitto con un paese come l’India, proiettato nel futuro e all’avanguardia nel mondo per un sistema di educazione, quello dello STEM, fonte di benessere per i suoi cittadini. L’India è un paese ben cosciente delle minacce interne ed esterne alla sua sicurezza e cerca solo di attuare le misure che ritiene necessarie.
Situazione degli uiguri in Cina (“China-cables”) (discussione)
Mercoledì 18 dicembre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, egregio Alto rappresentante, onorevoli colleghi, lungo la nuova via della seta, volta a connettere il 63 % della popolazione mondiale in futuro, la Cina sta scrivendo e applicando cinicamente le sue regole. Al riguardo poi della terra degli uiguri, che è uno dei principali snodi infrastrutturali dell’ambizioso progetto cinese da mille miliardi di dollari, essa è divenuta l’alibi perfetto per reprimere ogni desiderio di autodeterminazione della popolazione. La nuova via della seta, quindi, può essere percorribile dalle merci ma è interdetta ai diritti, alla libertà, alla democrazia.
Ritengo, inoltre, signor Alto rappresentante, che la politica del vicinato debba essere concepita secondo parametri geopolitici globali e non semplicemente geografici. La storia di repressione degli uiguri racconta la voracità di un paese che ha creato un sistema basato sul controllo globale e capillare della popolazione, che si nutre come un mostro delle esperienze degli uomini, in nome dell’espansione e della rincorsa forsennata al predominio globale nel settore dell’intelligenza artificiale. Meccanismi di credito sociale, riconoscimento facciale e persino controllo delle emozioni consentono la sorveglianza di massa di un miliardo e mezzo di persone.
Con la Big Data Analytics, il governo di Pechino, da un lato, controlla il territorio a discapito dei diritti umani, dall’altro, alimenta gigantesche banche dati, in cui confluiscono i dati personali dei cittadini, secondo un sistema centralizzato in cui non si distingue tra la dimensione pubblica e quella privata.
Ci troviamo quindi di fronte a una situazione inaccettabile, di cui l’Europa, in virtù dei valori fondativi, non può più semplicemente limitarsi a prendere atto, prima che gli uiguri diventiamo tutti noi.
Situazione a Hong Kong (discussione)
Lunedì 16 settembre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, i trattati dell’Unione europea ci uniscono tutti nel principio inviolabile della democrazia e dello Stato di diritto.
Registriamo, al contrario, come la Cina tenti invece in ogni sede, comprese le Nazioni Unite, di sminuire i diritti individuali delle persone, anteponendo il primato dello Stato su ogni tipo di libertà individuale, col pretesto della difesa della sovranità nazionale.
Affermare, come ha fatto Carrie Lam, che i suoi concittadini siano una piccola minoranza di violenti, senza appoggio sociale, senza interessi economici, portatori di caos e di minacce, peggio della SARS o delle crisi finanziarie, è falso e profondamente antidemocratico. Le azioni della polizia e delle autorità di Hong Kong da lei guidate sotto lo stretto controllo delle autorità cinesi sono a dir poco inumane.
A tutto ciò noi dovremmo rispondere senza timidezze, con una ferma dichiarazione politica dell’UE, che riconosca la specialità dello status di Hong Kong e guidi il perimetro delle nostre future relazioni con la Cina, nel nome del rispetto dei diritti dell’uomo.
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sull’UE e le sfide in materia di sicurezza nella regione indo-pacifica
4.4.2022 – (2021/2232(INI))
Il Parlamento europeo,
La risposta dell’UE alle sfide in materia di sicurezza nella regione indo-pacifica
Sovranità strategica fondata sul multilateralismo e l’ordine internazionale basato su regole
Rafforzamento dei partenariati con le organizzazioni regionali e i paesi democratici della regione
Libertà dei beni collettivi globali: la base fondamentale per le relazioni UE-Indo-Pacifico
La dimensione della sicurezza marittima
La dimensione tecnologica, informatica, aerea e spaziale
Sfide non tradizionali in materia di sicurezza
Proposte di risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulle violazioni delle libertà fondamentali a Hong Kong
19.1.2022 – (2022/2503(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla repressione dell’opposizione democratica a Hong Kong
20.1.2021 – (2021/2505(RSP))
Il Parlamento europeo,
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Dichiarazioni del prossimo ambasciatore dell’UE in Cina
21.7.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002702/2022 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Secondo quanto dichiarato dal prossimo ambasciatore UE in Cina, Jorge Toledo Albiñana, al giornale “La Vanguardia”, l’UE supporta una riunificazione pacifica di Taiwan con la Cina. Tali dichiarazioni non trovano riscontro nelle posizioni europee, anzi sembrano contraddirle.
Considerando:
Riconoscimento della Repubblica di Cina-Taiwan e incremento della politica navale e dimensione marittima per un’Asia e Indo-Pacifico liberi e multi-polari
11.10.2021
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-004592/2021 al Consiglio
Articolo 138 del regolamento
Il dibattito inerente a un’Europa più assertiva, geopolitica e che rafforzi la propria influenza strategica in un mondo multi-polare, include un nuovo assetto delle relazioni UE-Cina.
L’equilibrio tra sfide e opportunità presentate dalla Cina è cambiato passando dalla cooperazione alla competizione, dalle differenze alle contrapposizioni.
Gli Stati dell’area Indo-Pacifica notano un’assertività cinese che esibisce il potere militare con la volontà di violare la pace e la stabilità.
Nel caso di Taiwan questa tattica si manifesta in incursioni della ADIZ da parte di aerei militari cinesi e in cyber attacchi.
La Repubblica di Cina – Taiwan è uno Stato indipendente, sovrano, che mantiene una propria difesa nazionale, conduce le proprie relazioni estere e ha una Costituzione e un governo democratici.
Alla luce di quanto precede, può il Consiglio rispondere ai seguenti quesiti:
La raccolta di dati da parte della Cina è una minaccia globale
13.7.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003550/2021/rev.1 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Secondo un’inchiesta condotta da Reuters[1], la società cinese di genomica BGI Group vende test prenatali in tutto il mondo in collaborazione con le forze armate del paese. Secondo tale inchiesta, il governo cinese li sta utilizzando per raccogliere dati genetici da milioni di donne per effettuare ricerche approfondite sui tratti delle popolazioni. Poiché la scienza individua nuovi legami tra geni e tratti umani, l’accesso all’insieme più ampio e diversificato di genomi umani darà ai paesi un vantaggio strategico.
Tentativo della Cina di annettere con la forza Taiwan e preparativi per un possibile conflitto
30.6.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003358/2021 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Le ambizioni espansionistiche della Cina si sono estese fino al Mar cinese meridionale e alla regione indo-pacifica. L’espansione aggressiva e assertiva della sfera di influenza cinese al Mar cinese orientale e al Mar cinese meridionale nonché oltre la prima catena di isole verso il Pacifico aperto non costituisce un problema soltanto per Taiwan.
Numerosi ambiti che destano preoccupazione, dalla coercizione economica e militare agli attacchi contro i valori fondamentali, continuano a costituire un modello distintivo di destabilizzazione che pregiudica l’ordine fondato su regole.
Le continue intimidazioni della Cina nei confronti della popolazione taiwanese, per mezzo di una guerra informatica e cognitiva, campagne di disinformazione e intimidazioni militari, non dovrebbero essere sottovalutate né tollerate.
Violazione dei diritti dell’infanzia per quattro bambini uiguri respinti dalle autorità italiane in Cina
13.4.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001975/2021 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nel 2016, Ablikim Mamtinin e la moglie Mihriban Kader, di origine uiguri, hanno dichiarato di essere fuggiti dallo Xinjiang dopo che la donna era rimasta incinta del sesto figlio, per via dei divieti imposti dalle politiche cinesi di pianificazione familiare.
Dall’arrivo in Italia, solo nel 2020 sono riusciti a ritracciare i figli rimasti nello Xinjiang.
I documenti di autorizzazione del visto dei quattro bambini erano stati approvati dal governo italiano nel 2019 ma, quando si sono recati al consolato italiano a Shanghai per ritirare i visti, sarebbero stati bloccati da una guardia di sicurezza cinese dell’edificio.
I funzionari del consolato hanno quindi indirizzato i bambini a un altro ufficio, che ha respinto la domanda di visto dicendo di non riconoscere i documenti e che i minori dovevano essere accompagnati da adulti, e aggiungendo di fare domanda a Pechino, all’epoca in lockdown.
Ora i bambini sono stati catturati e messi in un orfanotrofio sponsorizzato dallo Stato.
Ciò premesso, può la Commissione far sapere se intende chiedere conto alle autorità cinesi e italiane di un inaccettabile comportamento in violazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia?
Sfruttamento di lavoratori uiguri in Cina per la produzione di dispositivi di protezione venduti nell’Unione europea
23.12.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-007043/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Recenti inchieste giornalistiche hanno portato alla luce lo stretto legame che sussiste tra industrie di distribuzione farmaceutica operanti nel territorio dell’Unione europea e l’azienda cinese Hubei Haixin Protective Products, operante nel settore della produzione di dispositivi di protezione individuale.
Secondo un’indagine dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) sono oltre ottantamila gli uiguri che tra il 2017 e il 2019 sono stati costretti ad abbandonare la propria regione per andare in fabbriche che funzionano come campi di lavoro forzato, tra cui lo stabilimento di Hubei Haixin.
La rete di distribuzione coinvolge numerosi Stati dell’Unione europea, tra cui Italia, Norvegia, Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca ed Estonia.
Si chiede alla Commissione:
Osservazioni sulla legge sulla sicurezza per Hong Kong presentata dal Partito comunista cinese
28.5.2020
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003242/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Come dichiarato dal VP/AR Josep Borrell, l’UE “attribuisce grande importanza al mantenimento dell’alto grado di autonomia di Hong Kong, in linea con la Legge fondamentale e con gli impegni internazionali, nonché al rispetto di questo principio”. Eppure la Cina, in un’ottica di egemonia volta alla supremazia sui popoli e alla soppressione dello Stato di diritto, ha imposto a Hong Kong la nuova legge sulla “sicurezza nazionale”, perseguendo l’azione di omogeneizzazione dei sistemi giuridico-istituzionali dei due paesi. È il primo passo di quello che avverrà anche con gli altri Stati nella sfera d’influenza cinese, Africa compresa.
Alla luce di quanto sopra, può il VP/AR far sapere:
Ridefinire il quadro delle relazioni UE-Cina
8.4.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002188/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Le perturbazioni sociali causate dal nuovo coronavirus consentono di ridefinire alcuni elementi dell’ordine regionale e globale Uno dei principali strumenti per trattare adeguatamente il coronavirus è un dispositivo di protezione individuale (DPI). I DPI sono diventati una nuova strategia dell’UE: il commissario Breton ha dichiarato che, fra poche settimane, l’UE sarà autosufficiente. Ciò è prova del fatto che gli Stati membri e l’UE hanno fallito nella pianificazione e nella protezione dei loro cittadini e li hanno invece resi vulnerabili e dipendenti dalla produzione straniera. A febbraio, quando la Cina aveva urgente bisogno di aiuto, l’UE ha inviato tonnellate di merci/attrezzature, spendendo milioni di euro. Germania, Francia e Italia sono stati i paesi che più hanno contribuito. Ora gli Stati membri dell’UE ricevono aiuto dalla Cina, ma il fatto che la Cina abbia venduto, non donato, DPI all’Italia e si faccia pagare per DPI in precedenza donati dall’Italia, è scoraggiante e allarmante. La Spagna ha dovuto restituire kit di test difettosi alla Cina e i Paesi Bassi hanno dovuto ritirare 600 000 maschere protettive, importate dalla Cina.
Unione Europea e trasparenza delle informazioni cinesi
27.3.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001921/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
L’inizio dell’epidemia della Covid-19 ha avuto come epicentro la città cinese di Wuhan, dove il virus ha iniziato a diffondersi già alla fine del 2019. I primi passaggi nella gestione di questa crisi sono stati lacunosi, opachi e mirati a impedire la diffusione di informazioni riguardo al virus e ai contagiati, almeno finché gli effetti non sono diventati di pubblico dominio.
Il comportamento delle autorità della Repubblica popolare cinese (RPC) dimostra come sia mancata trasparenza e apertura riguardo all’epidemia, cosa che non ha agevolato una risposta coordinata anche a livello sovranazionale; un atteggiamento opposto a quello mantenuto dagli Stati membri dell’UE.
Permangono ancora molti interrogativi sull’atteggiamento e l’attendibilità dei dati forniti dalla RPC sul rischio di contagi effettivi del Coronavirus.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Focus sulla Cina
28.1.2020
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-000485/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Col pretesto di introdurre politiche di de-radicalizzazione e anti-terrorismo, la Cina viola norme e standard internazionali, creando grandi sofferenze a componenti etniche e religiose della propria popolazione. Rastrellamenti, deportazioni di massa e sparizioni forzate sono contrarie ai diritti fondamentali e alle libertà, e non contribuiscono alla stabilità e alla sicurezza.
Anche il sistema di credito sociale che consente di distribuire punti positivi e negativi alla popolazione e alle imprese altro non è che sorveglianza di massa intrusiva, lesiva della libertà di opinione e psicologicamente coercitiva.
Alla luce di quanto precede, può l’AR/VP rispondere al seguente quesito:
Intende sollevare tali argomenti con la Cina o intende proporre al Consiglio l’introduzione di sanzioni?
Censura cinese nei confronti degli editori a Hong Kong
28.10.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003484/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Visti il rispetto per l’autonomia e le libertà di Hong Kong in virtù della dichiarazione congiunta sino-britannica e della Legge costitutiva di Hong Kong, la Convenzione internazionale dei diritti civili e politici sulla libertà di diffondere informazioni e idee di ogni genere, il valore attribuito dalla Commissione alla libertà di espressione e la strategia per supportare tale libertà, le azioni previste dagli orientamenti dell’UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline “negli stati partner dell’UE nel mondo”, nonché il fatto che le librerie e le case editrici di Hong Kong sono controllate dal Liason office, collegato al governo di Pechino, che dal 2015 sono almeno 5 i casi di scomparsa di gestori di librerie o editori soggetti a censura e che nel 2018 ha chiuso la People’s Bookshop, l’ultima libreria dov’era possibile comprare libri vietati dal Partito comunista cinese, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
VP/HR — Recenti avvenimenti a Hong Kong
18.9.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002842-19 alla Commissione (Vicepresidente/Alto Rappresentante)
Articolo 138 del regolamento
Destano preoccupazione le recenti prese di posizione del governo centrale cinese nei confronti delle manifestazioni a Hong Kong, così come le recenti parole usate dall’ ambasciatore cinese in Italia con le quali accusa gli Stati Uniti di perseguire una politica estera di ingerenza.
Il capo esecutivo della regione, Carrie Lam, ha definito i manifestanti destabilizzatori, nemici del benessere di Hong Kong, una minaccia più seria delle crisi finanziarie e della SARS.
Come italiani ed europei, la nostra posizione deve essere inequivocabile: il rispetto dei diritti umani, dei diritti civili e politici in Cina è la base sulla quale possiamo intensificare e migliorare i reciproci interessi economici.
Pertanto, tenuto conto dell’urgenza della situazione, quali iniziative ha in corso e intende intraprendere l’Alto Rappresentante affinché siano salvaguardati i diritti di chi manifesta pacificamente in Cina?
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su una nuova agenda europea per garantire la sopravvivenza di Taiwan e porre fine a ogni ambiguità nei confronti del paese
17.11.2022
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0494/2022
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un nuovo assetto delle relazioni UE-Cina che porti al riconoscimento internazionale della Repubblica di Cina – Taiwan, anche attraverso l’incremento della politica navale e della dimensione marittima, a garanzia di un’Asia e un Indo-Pacifico liberi e multi-polari
11.10.2021
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0516/2021
Il Parlamento europeo,
Eventi e Webinar
“One-China policy” on Taiwan: the differences between the USA and Europe
02/06/2022
The United States is closely engaged with Taiwan through treaties and assurances. While the EU member states do have bilateral relations, but still no type of treaty
La geografia ci indica la rotta: il futuro dell’Unione europea e dell’Indo-Pacifico sono inseparabili
05/10/2023
Un importante seminario che delinea il quadro geopolitico dell’area e descrive la volontà egemonica della Cina. La “road map” che l’Unione europea dovrebbe seguire per assumere rilievo, contribuire alla pace, alla stabilità e alla prosperità dell’area. Le relazioni con Taiwan sono determinanti.
La strategia di cooperazione UE per l’Indo-Pacifico
14/05/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/05/la-strategia-di-cooperazione-ue-per-lindo-pacifico/
Con l’ambizione di diventare un attore sulla scena globale, la UE elaborerà entro il settembre del 2021 una strategia di collaborazione a lungo termine per un impegno nell’Indo-Pacifico. Il punto della situazione nella regione sempre più strategica per l’economia mondiale, sottoposta a forte pressione cinese.
Prove di dialogo
28/03/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/03/prove-di-dialogo/
La Cina chiede agli USA di abbandonare la mentalità da Guerra Fredda e di costruire insieme un nuovo tipo di relazioni internazionali garantendo equità, giustizia e rispetto reciproco.
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Indo-Pacifico: è questo il teatro di confronto geopolitico globale dove gli Stati Uniti hanno chiara l’idea di creare un’alleanza infrastrutturale di sicurezza e di influenza strategica per contenere il Drago Cinese.
Il piano americano ha molti obiettivi tra cui quello di costruire un consenso internazionale per bloccare le politiche industriali e le pratiche commerciali sleali della Cina.
Velocizzare l’ascesa dell’India ed impedire a Pechino di stabilire sfere di influenza illiberale dovranno essere alla base di questo grande progetto americano.
L’Europa al posto di stringere accordi commerciali con la Cina dovrebbe schierarsi a favore di questo progetto, perché la difese dell’ordine mondiale liberale è anche nostro interesse.
Con un’interrogazione prioritaria e una proposta di risoluzione chiedo all’Unione europea il riconoscimento di Taiwan, uno Stato indipendente, sovrano, con una propria difesa nazionale, che conduce le proprie relazioni estere e ha una Costituzione e un governo democratici.
La recente celebrazione della Festa Nazionale delle Repubblica di Cina (Taiwan) è stata preziosa occasione di incontro con l’ambasciatore Andrea S.Y. Lee e per rafforzare l’idea di Indo-Pacifico libero, prospero e sicuro.
La Cina minaccia Taiwan e l’Indo-Pacifico attraverso l’esercizio del potere militare, violando la pace e la stabilità. Cyber attacchi e incursioni aeree sono quotidiani. Per questo motivo l’Unione europea non può rimanere silente.
Ieri sono intervenuta allo Scambio di opinioni sulle relazioni UE-Giappone. Un’occasione per il mantenimento e il rafforzamento di un Indo-Pacifico libero e aperto.
La profonda preoccupazione espressa sul colpo di stato in Birmania e la richiesta di porre fine alle violenze consegna all’Indonesia un ruolo chiave per la centralità dell’ASEAN nell’Indo-Pacifico e per proteggere e preservare un Mar Cinese Meridionale libero e aperto.
Va applaudito il suo modello positivo di leadership nella sicurezza per i settori delle frontiere, della contro proliferazione, della cyber security, dell’antiterrorismo, della sicurezza marittima, del mantenimento della pace, e assistenza umanitaria e risposta alle catastrofi.
L’attentato all’ex premier giapponese Shinzo Abe, durante un comizio elettorale, è una notizia che getta tutti noi nello sconforto. Le sue condizioni appaiono molto gravi. Rivolgo al presidente Shinzo Abe, la sua famiglia e al popolo giapponese i miei pensieri e le mie speranze.
Il Giappone è un Paese alleato. Grazie al lavoro di Shinzo Abe ha rafforzato la leadership globale democratica attraverso scienze e tecnologia, l’impegno verso le sfide ai nostri valori e la promozione di un Indo-Pacifico libero e aperto.
Due mesi esatti fa, il 23 agosto, 12 giovani attivisti pro-democrazia di Hong Kong venivano arrestati dalla Guardia costiera Cinese mentre cercavano di fuggire a Taiwan per ottenere l’asilo politico.
Di loro si sa solo che sono detenuti in Cina.
Da quel giorno le autorità Cinesi non permettono ai ragazzi dai 16 ai 33 anni di parlare con la famiglia e i loro avvocati.
Alcuni dei difensori sono stati minacciati e hanno abbandonato l’incarico. Il governo di Hong Kong non si è opposto alla decisione.
Il Partito Comunista Cinese viola ancora una volta i diritti basilari della popolazione di Hong Kong, calpesta gli individui e brutalizza la Libertà.
Domani ad Hong Kong, per la prima volta dopo 31 anni, rimarranno spente le candele di Victoria Park per commemorare le vittime di piazza Tienanmen.
La governatrice Carrie Lam, nominata dal governo cinese, ha vietato la veglia notturna usando il Coronavirus come scusa.
Per questo, domani sera, accendiamo Noi una candela per testimoniare che il popolo italiano è a fianco dei cittadini di Hong Kong!
Mentre dall’UE arriva solo qualche timida condanna, vittima della politica estera dell’equidistanza della Germania, guarda caso il principale partner commerciale europeo della Cina.
E il governo italiano fa di peggio: tace in nome degli affari con Pechino.
Hong Kong, assieme a Taiwan, è il luogo dove centinaia di studenti e manifestanti di piazza Tienanmen trovarono rifugio dalla repressione cinese.
E sempre domani il Consiglio Legislativo di Hong Kong metterà un ulteriore bavaglio al fronte pro-democrazia votando la legge che infligge dai 6.500 dollari di multa ai 3 anni di carcere chiunque “attenti alla solennità dell’inno nazionale cinese”.
Le nostre candele sono un piccolo gesto di supporto, ma servono a ricordare alle istituzioni che la democrazia riguarda tutta l’umanità.
Il 2024 si è aperto con la minaccia mortale della Cina a Taiwan. Non a caso, tra pochi giorni Taiwan andrà a libere elezioni, dimostrando ancora un volta di essere uno Stato indipendente che ha scelto la libertà e ha rifiutato il regime comunista cinese.
Quello di Taiwan è il primo e simbolico passo dentro un anno caratterizzato da sfide elettorali e democratiche che segneranno l’andamento della Storia mondiale: 76 Stati andranno al voto, coinvolgendo il 51% della popolazione globale. In molti di questi Paesi, i cittadini non potranno esercitare nelle pienezza le loro libertà democratiche.
La Cina sarà un grande argomento per tutti, non solo per Taiwan, poiché una minaccia che riguarda di vicino le nostre economie, le nostre libertà e valori. E’ anche il principale alleato degli autoritarismi armati contro l’Occidente, come l’Iran.
L’Unione Europea anche verrà soggetta all’opinione dei cittadini degli Stati membri. Spesso le abbiamo chiesto di scegliere la distanza dalla Cina.
Le forze armate cinesi promettono “tolleranza zero” verso Taiwan. E’ una dichiarazione bellica di soppressione ad ogni costo della libertà, dell’esistenza, della sovranità e della democrazia.
Il Partito Comunista Cinese a Taiwan, ad Hong Kong, ovunque nel Mondo dove esercita la sua influenza, propone un’agenda basata sul sangue e la repressione.
Per questo le recenti parole del commissario Valdis Dombrovskis, in occasione 9º dialogo economico e commerciale ad alto livello UE-Cina, suonano come una marcia funebre di quelli che dovrebbero essere i principi più autentici dell’Europa.
Taiwan è un diamante delle democrazie, con un punteggio di 94 su 100 nell’indice stilato da Freedom House. Al posto che un tabù nel linguaggio della politica estera europea, sia una delle massime espressioni della sfida alla Cina e sinonimo di libertà dei popoli.
Taiwan è la prima Democrazia dell’Asia, pluralista, indipendente, uno Stato che garantisce ai suoi cittadini pieni diritti e libertà. Per questo motivo, la Cina nega l’esistenza e assedia militarmente questo baluardo democratico.
Non possiamo stare in silenzio sulle azioni di queste ore da parte della Cina e la connivenza di alcune cancellerie europee. Non tradiamo gli ideali su cui sono fondate l’dea della società contemporanea, l’Europa e le costituzioni liberali degli Stati!
Il Parlamento europeo ha già chiarito che l’Unione europea sostiene Taiwan come partner strategico, politico e commerciale, a partire dal digitale, connettività, innovazione ed economia circolare e crescita sostenibile.
La visita a Taiwan del vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana, Gian Marco Centinaio, è motivo di particolare orgoglio e ribadisce la vicinanza dell’Italia alla prima democrazia dell’Asia, un partner strategico commerciale e valoriale.
Quella della Lega di Matteo Salvini è la prima delegazione parlamentare italiana in visita dell’insediamento del governo presieduto da Giorgia Meloni.
Italia, Unione Europea e Taiwan sono unite nelle condivisione di valori, come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. Il sostegno dell’ordine internazionale basato su regole è uno degli obbiettivi comuni assieme alle promozione di stabilità, sicurezza e prosperità comune.
L’allarme lanciato sulla Cina congiuntamente dai capi dei servizi di sicurezza del Regno Unito e degli Stati Uniti deve preoccupare l’Europa.
Infatti le interferenze del Partito Comunista Cinese nel Mondo rendono Pechino la più grande minaccia a lungo termine alla nostra sicurezza. In particolar modo, dopo due anni dalla stretta mortale su Hong Kong, la politica mortifera di espansione della Cina guarda a Taiwan.
E’ stato denunciato inoltre il ripetuto tentativo di furti di tecnologie. La Cina imbroglia e ruba su vasta scala e lo fa anche attraverso programmi di hackeraggio oramai tra i più sofisticati al Mondo.
L’Unione europea invece si sta preparando per tutto questo?
Taiwan: Cina impone sanzioni a deputato Usa McCaul = (AGI) – Pechino, 13 apr. – La Cina ha annunciato l’imposizione di sanzioni nei confronti del direttore della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il repubblicano Michael McCaul, che settimana scorsa ha incontrato a Taipei la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, poche ore dopo il rientro della stessa Tsai dalla California, dove aveva incontrato lo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Kevin McCarthy, provocando la rabbia di Pechino.
Pe: Bonfrisco (Lega), bene dibattito su parole sciagurate Macron = (AGI) – Bruxelles, 13 apr. – “Ben venga la richiesta di un dibattito in Aula, che il nostro gruppo ha avanzato fin da subito, in occasione della prossima seduta Plenaria, sulle sciagurate parole di Macron su Cina e Taiwan. Sara’ un’occasione importante per dimostrare ai nostri partner strategici che siamo uniti nel sostenere con un’unica voce principi fondamentali per la democrazia e lo Stato di Diritto, a partire dall’inviolabilita’ della sovranita’ degli Stati”. Lo dichiara in una nota Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare della Lega, componente della commissione per gli Affari esteri e della delegazione per le relazioni con la Nato. “Per citare testualmente l’Alto rappresentante Borrell, che a nome dell’Ue aveva risposto a un’interrogazione presentata a marzo, ‘L’Ue difende i propri valori e interessi. Allo stesso tempo, la lunga storia comune e i valori condivisi con gli Stati Uniti rendono l’Ue piu’ vicina a Washington che a Pechino’. Le dichiarazioni di Macron su Cina e Taiwan non sono solo una sgrammaticatura istituzionale, ma un danno per tutti coloro che affrontano gli intenti malevoli delle autocrazie. Vorremmo anche ricordare le vittime di gravi violazioni di diritti umani in Tibet e nello Xinjiang e l’erosione dei diritti della popolazione di Hong Kong”, conclude Bonfrisco.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=630070622272843&set=a.365083102104931
Taiwan è la prima Democrazia dell’Asia, pluralista, indipendente, uno Stato che garantisce ai suoi cittadini pieni diritti e libertà. Per questo motivo, la Cina nega l’esistenza e assedia militarmente questo baluardo democratico.
Non possiamo stare in silenzio sulle azioni di queste ore da parte della Cina e la connivenza di alcune cancellerie europee. Non tradiamo gli ideali su cui sono fondate l’dea della società contemporanea, l’Europa e le costituzioni liberali degli Stati!
Il Parlamento europeo ha già chiarito che l’Unione europea sostiene Taiwan come partner strategico, politico e commerciale, a partire dal digitale, connettività, innovazione ed economia circolare e crescita sostenibile.
La Commissione Esteri del Parlamento Europeo ha sviluppato un importante dibattito sul multilateralismo
Contributi alle discussioni in Aula
Attività della polizia cinese in Europa
Mercoledì 10 aprile 2024 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, cari rappresentanti del Consiglio e della Commissione, la vastità della rete di stazioni di polizia cinese in Europa è segnalata da questo Parlamento almeno dal 2022. Risulta pertanto allarmante che solo adesso veniate a riferire su una minaccia che rappresenta una seria preoccupazione per i cittadini europei.
L’Italia ha fatto la sua parte per smantellare gli accordi della sinistra e ancora lotta per combattere le conseguenze dannose di quegli accordi, ad esempio le connessioni tra associazioni cinesi, criminalità organizzata e i funzionari pubblici del Partito comunista.
Infatti, è il Partito comunista cinese che usa l’Europa come terreno per lo spionaggio, le interferenze e la violazione dei diritti umani, perché per sua natura intende disporre di ogni aspetto della vita degli individui e della libertà di pensare, della libertà di agire e di decidere, che la Cina prova a eliminare.
Agite subito, quindi, e sanzionate i funzionari cinesi che hanno un legame con le stazioni di polizia. Sospendete qualsiasi trattato di estradizione con Hong Kong e con la Cina. Mettete gli Stati europei in condizioni di difendersi. Opponete i valori liberali e la libertà all’ingerenza corruttrice cinese.
Legami più stretti fra UE e Armenia e necessità di un accordo di pace fra Armenia e Azerbaigian
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una nuova agenda di partenariato tra Unione europea e Armenia, che stabilisce priorità comuni più ambiziose per una cooperazione che abbracci tutte le dimensioni è il riconoscimento dello sforzo compiuto da Erevan nell’intraprendere la strada di una democrazia compiuta, dell’affermazione dello Stato di diritto e l’allontanamento dall’influenza della Russia di Putin.
Tuttavia, questo lenisce solo in parte le sofferenze armene di questi anni. Inoltre, le minacce militari dell’Azerbaigian, al confine con l’Armenia, e il tremendo squilibrio di potere tra i due Paesi mantengono alto il rischio di una possibile invasione.
In nome dell’indipendenza e dell’integrità territoriale, dobbiamo fornire ogni aiuto attraverso lo Strumento europeo per la pace: equipaggiamento militare e sostegno al processo di sicurezza di quel paese. Solo così garantiremo la pace e non commetteremmo lo stesso errore fatto nel Nagorno-Karabakh.
Dobbiamo avviare il processo di allargamento con serietà, trasparenza e celerità. Difendiamo un baluardo di democrazia tra la moltitudine delle autocrazie. Difendiamo le nostre radici, dove qualcuno le vorrebbe recidere. Difendiamo l’Armenia e affermeremo l’Europa.
Recenti sviluppi alla frontiera esterna dell’UE tra Finlandia e Russia e necessità di rispettare il diritto dell’UE
Martedì 21 novembre 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, signor rappresentante del Consiglio, signora Commissaria, onorevoli colleghi, quello che avviene ai confini tra Russia e Finlandia è una palese violazione della sovranità di uno Stato membro e quindi una violazione dell’intera sovranità dell’Europa. Parliamo di quella sovranità territoriale giuridica su cui fondiamo la difesa dei nostri valori, delle nostre identità, delle nostre culture e sulla base della quale garantiamo la sicurezza ai cittadini europei.
La migrazione senza controllo è una minaccia ibrida da cui gli Stati membri hanno legittimità a difendersi. Da una parte, l’utilizzo delle vite umane dei migranti, soprattutto quelli più fragili, è frutto di un piano a tavolino che sfrutta, da parte di alcuni governi o con mezzi digitali o attraverso le organizzazioni criminali, ogni mezzo per attuare il grande ricatto all’Europa. Ma, dall’altra, l’immigrazione senza controllo è anche frutto dell’incapacità di governare un fenomeno ormai, appunto, codificato come una minaccia ibrida utilizzata contro di noi.
Pertanto, il primo passo per liberarci dal ricatto consiste nel rispondere a questa domanda: sono tutte le crisi migratorie una minaccia ibrida ai confini dell’Europa? Vale anche, per esempio, per il Mediterraneo? Perché su questo fondiamo un principio comune. È quindi arrivato il momento di scegliere e guardare al futuro senza voltare le spalle alle sfide del presente, oggi in Finlandia, domani altrove, in Europa.
Ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione – Integrità elettorale e resilienza in vista delle elezioni europee del 2024
Giovedì 1 giugno 2023 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie alla relatrice Sandra Kalniete. Lo spirito di unità sul testo della collega dimostra che è interesse di tutti difendere le voci libere dei popoli europei da ogni forma di interferenza straniera, compresa la disinformazione.
È un impegno che comincia dalla lotta all’antisemitismo, ad esempio, la madre di tutte le sfide nella battaglia globale delle narrative dannose per la nostra democrazia. È così, infatti, che gli autoritarismi di questo mondo saranno più isolati. È così che gli Stati membri potranno coltivare radici culturali giudaico-cristiane più robuste. È così che i cittadini potranno attestare forti valori costituzionali, liberali, democratici e occidentali.
Da qui nasce il dovere dell’Unione europea di impegnarsi di più, signora Commissaria, con il resto del mondo, a partire, ad esempio, dal Mediterraneo allargato. Infatti, il grave ferimento dei soldati in Kosovo, di cui 14 italiani, è anche figlio delle interferenze straniere in quell’area. Ed è con lo stesso spirito che siamo impegnati a rendere il mondo un luogo di pace e di dialogo e dove affrontiamo tutte le minacce ibride ai nostri confini e quelle che entrano dentro di noi, a condizione che lo facciamo però nella ricerca della verità e non della strumentalizzazione politica.
Capacità di dispiegamento rapido dell’UE, gruppi tattici dell’UE e articolo 44 TUE: la via da seguire
Martedì 18 aprile 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, grazie al relatore López per il lavoro che oggi affrontiamo in questa discussione. Discutiamo della capacità di dispiegamento rapido dell’Unione, dei gruppi tattici dell’Unione e dell’articolo 44 del trattato sull’Unione europea.
Si tratta di una capacità di difesa che gli Stati membri hanno deciso di pianificare, come sancito dalla nuova dottrina della difesa europea, la bussola strategica, e sono richiesti la sostenibilità, la continua disponibilità delle forze e adeguati livelli di prontezza. È richiesto anche il completamento dei gruppi tattici dell’Unione attraverso i cosiddetti “strategic enablers“, che il livello di ambizione della bussola sia riflesso in un rafforzamento dell’architettura di comando e di controllo e nell’industria europea e di cercare sinergie con la NATO, perché rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione rimane un obiettivo condiviso con la NATO.
Inoltre, gli Stati sanno di poter sfruttare le opportunità per la cooperazione prevista dall’articolo 44 del trattato, e devono farlo. Del resto, l’obiettivo europeo e atlantico è uno: fare di più e meglio insieme per fermare le continue atrocità di massa che creano instabilità nella comunità internazionale e che impediscono la pianificazione di uno sviluppo migliore per tutti, come ci insegnano le recenti vicende, che trattiamo sempre con grande rispetto nei confronti del popolo ucraino, e come ci ha insegnato l’amara lezione dell’Afghanistan.
Tempo delle interrogazioni (VP/AR): rafforzamento dei legami transatlantici in un mondo multilaterale sempre più problematico
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante, onorevoli colleghi, in questo secolo sappiamo che poco può fare una singola strategia di sicurezza nazionale, che non basta una strategia di sicurezza europea: serve una strategia di sicurezza transatlantica sempre più forte.
E nell’ambito del dialogo transatlantico, sappiamo, che per il nostro più grande alleato e il più importante, gli Stati Uniti, è diventato materia di sicurezza nazionale il concetto secondo il quale, chi sarà alla guida delle tecnologie abilitanti e di quelle emergenti, dall’energia alle scienze biomediche, dall’intelligenza artificiale al quantum computing, emergerà come leader mondiale e sarà in grado di esercitare il soft power e l’hard power meglio di altri.
Le chiedo, quindi: c’è perfetta sintonia tra Europa e Stati Uniti in questa valutazione dottrinale? Riscontra debolezze, vulnerabilità nell’implementare tale dottrina?
Difesa della democrazia dalle ingerenze straniere
Mercoledì 14 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie per i contributi che ho potuto ascoltare con attenzione, ma le domande di questa sessione di interrogazioni orali di oggi potrebbero essere poste da tutti i cittadini europei dopo i fatti del Qatargate.
Essi sono una dura sentenza della storia, della democrazia e della nostra libertà. Abbiamo scoperto, quindi, che non solo la Cina, per esempio attraverso le stazioni di polizia cinese infiltrate sul nostro territorio, non solo la Russia, attraverso la disinformazione, mirano a indebolire la nostra libertà e a violare la nostra sovranità.
Per questo motivo aveva senz’altro ragione l’Alto rappresentante Borrell, caro Commissario, nella sua metafora sulla giungla e il giardino; il giardino, quello che noi dobbiamo difendere.
Pertanto un nostro approccio diverso rispetto a quell’ambiente difficile e turbolento nel quale viviamo oggi è necessario. È questo il messaggio lapidario che l’Unione europea e i suoi Stati membri devono diffondere ai cittadini europei per dare loro sicurezza sulla tenuta della nostra democrazia, perché la realtà è che questa nostra democrazia viene messa in discussione dalle azioni malevole di Stati terzi che mirano a indebolire le fondamenta dell’Unione europea.
E siamo coscienti del pericolo che corre lo svolgimento corretto e libero delle prossime elezioni europee, ad esempio, ma è semplice quello che ci resta da fare.
Dobbiamo fare passi avanti significativi rispetto ai nostri avversari in ogni campo della conoscenza e del sapere e cercare di mantenere un ampio vantaggio competitivo, il più a lungo possibile; dobbiamo proteggere i nostri talenti scientifici e le nostre società; dobbiamo affermare con forza che non c’è alternativa all’ordine internazionale e alle regole europee.
Sospetta corruzione da parte del Qatar e, più in generale, necessità di trasparenza e responsabilità nelle istituzioni europee
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Qatargate, che riguarda ONG, sindacati, individui, assistenti e deputati al Parlamento europeo, è il più grave attacco politico alla democrazia europea di paesi terzi autocratici da quando esistono le istituzioni dell’Unione europea.
Noi chiediamo innanzitutto una forte critica nei confronti del Qatar e dei nemici della democrazia che ci minacciano direttamente dall’esterno, come già abbiamo avuto modo di scrivere in un’interrogazione parlamentare presentata, già due anni fa, dalla nostra collega Ceccardi.
Noi però intendiamo stare uniti, quale processo fondamentale per la produzione degli anticorpi che difendono la nostra società, la cui libertà e la cui democrazia è così vitale per mantenere fermo il pieno rispetto della presunzione di innocenza. Nello Stato di diritto, al quale crediamo tutti.
Oggi noi potremmo speculare contro alcuni di noi e, invece, ci rammarichiamo anche per essere stati esclusi dal processo democratico di questo Parlamento e svolgere il prezioso ruolo di opposizione costruttiva che serve a qualunque maggioranza democratica.
Nell’autoreferenzialità che spesso distingue alcuni di voi ci avete chiamato col cordone sanitario, ma è stato un tragico errore. Nonostante ciò, di fronte a questo disastro, vi ribadisco, noi restiamo uniti per difendere le istituzioni europee e i cittadini europei.
Tempo delle interrogazioni (VP/AR) – Impatto sui paesi terzi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina in relazione all’accordo sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Alto rappresentante, grazie per le Sue parole chiarificatrici.
Volgendo lo sguardo al futuro, possiamo dire che la crisi alimentare potrebbe far morire più persone di quelle colpite dalla pandemia. L’insicurezza alimentare e la fame nel mondo hanno numeri scioccanti: in Afghanistan 20 milioni, nello Yemen 19 milioni, nel Sahel 18 milioni, nel Corno d’Africa 37 milioni.
Quello che l’Ucraina immetteva nel mercato globale prima della guerra erano milioni di tonnellate al mese, quindi stiamo solo intravedendo oggi i segni precursori del disastro che sta per avvenire.
Le chiedo quindi: nello sforzo di mettere insieme l’assistenza alimentare di emergenza, ci può dire quali modifiche del sistema di aiuti l’Unione si appresta ad apportare per migliorarlo, visto che era non sostenibile ancora prima della guerra?
Tempo delle interrogazioni (VP/AR) – Impatto sui paesi terzi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina in relazione all’accordo sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Alto rappresentante, grazie della Sua risposta.
Per risolvere velocemente gli ostacoli della “Black Sea Grain Initiative”, che ha delle peculiarità, ad esempio non contiene una disposizione per la risoluzione delle controversie, e che accorda al Segretario generale e alla Turchia un alto grado di indipendenza come mediatori, e mi pare questo il punto pratico più importante dell’accordo, l’Unione europea vorrebbe introdurre disposizioni o regole in tal senso?
Tempo delle interrogazioni (Commissione) – Proteggere le infrastrutture critiche nell’UE dagli attacchi e contrastare gli attacchi ibridi
Martedì 18 ottobre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie Vicepresidente, è stato davvero molto interessante ascoltare le Sue parole e io mi auguro che Lei abbia ragione nel costruire rapidamente questo scudo per i paesi europei, composto dalla direttiva CER, dalla NIS 2, dal Cyber Resilience Act, che sia davvero efficace, altrimenti avrà ragione il collega Glucksmann, che ha messo già in evidenza i nostri ritardi.
Allora Le domando: questo impianto normativo riuscirà a essere rapido tanto quanto rapidi sono gli attacchi? E la seconda domanda è: il peso amministrativo sulle nostre aziende, sulle imprese, per poter allinearsi alla riduzione del rischio, ridurrà anche la loro competitività rispetto ad altre imprese nel mondo? E quindi cosa può fare l’Unione europea per sostenere lo sforzo di queste imprese?
Sì con le linee guida, ma anche con risorse.
Tempo delle interrogazioni (Commissione) – Proteggere le infrastrutture critiche nell’UE dagli attacchi e contrastare gli attacchi ibridi
Martedì 18 ottobre 2022 – Strasburgo
Signor Vicepresidente, Lei sa che l’Italia è il settimo paese al mondo per cyber attacchi? Il primo paese in Europa. C’è bisogno quindi di sostenere un processo importante perché l’Italia è un paese strategico rispetto ad alcune grandi infrastrutture; all’inizio del dibattito venivano citate quelle sottomarine, ma ce ne sono anche molte altre. Cosa intendete fare?
Preparazione dell’UE contro gli attacchi informatici a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina
Martedì 3 maggio 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Vicepresidente Schinas, il tema della preparazione dell’Unione europea contro gli attacchi informatici a seguito dell’invasione russa in Ucraina è influenzato principalmente dal diverso livello e grado di preparazione degli Stati membri.
Stati membri forti fanno un’Unione forte, ma questo vale in tutti i campi, in tutti i settori e in tutti i domini. Anche l’attuale governo italiano ha aumentato la propria capacità, dando avvio all’Agenzia per la cibersicurezza nazionale, unificando tutte le attività di protezione dalle minacce informatiche, contribuendo così alla sicurezza dell’Unione europea. La cibersicurezza garantisce la difesa nazionale, la difesa dell’Unione europea, la stabilità socioeconomica, l’ordine democratico degli Stati, la coesione della società, il fatto che i cittadini possano contare su informazioni affidabili e rimanere psicologicamente integri, ovvero non perdano fiducia nella leadership dei loro paesi. Non solo, i cittadini europei devono contare su servizi vitali critici e devono essere difesi da spionaggio e disinformazione.
Nella guerra ibrida che si sta consumando in Ucraina abbiamo le prove degli attacchi letali della Federazione Russa. È nostro dovere aiutare il popolo e le organizzazioni ucraine a proteggersi. È nostro dovere estendere questo ombrello protettivo e capacitivo a tutti coloro che sono a noi affini e continuare nell’approfondimento con la NATO delle esercitazioni.
Ecco perché il mio appello permane perché si ponga fine alla disinformazione che affligge l’Unione europea perché forse troppo dimenticata da tutti noi.
Tempo delle interrogazioni al Vicepresidente della Commissione / Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Sicurezza e bussola strategica dell’UE
Martedì 5 aprile 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio l’Alto rappresentante per essere qui oggi.
Vorrei tornare sul tema della NATO. Molto sinteticamente, le chiederei quali sono gli ostacoli principali che lei vede nell’implementazione della bussola strategica e il suo calendario di marcia, con riferimento alla complementarietà tra l’Unione europea e la NATO e soprattutto come il concetto strategico, che lei ha già citato prima, della NATO, debba riflettere il nuovo ruolo di attore di sicurezza e di difesa che l’Unione europea sta cercando di assumere nella crisi ucraina, ad esempio.
Detto in un altro modo, Alto rappresentante: come allineiamo le posture dei Paesi dell’Unione europea a quelle della NATO? Le due organizzazioni, nei prossimi cinque anni, quali passi avanti potranno fare?
Tempo delle interrogazioni al Vicepresidente della Commissione / Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Sicurezza e bussola strategica dell’UE
Martedì 5 aprile 2022 – Strasburgo
Quindi le chiedo, Alto rappresentante, cos’altro può mettere in campo l’Unione europea nella sua organizzazione politica per sostenere i suoi Stati membri che aderiscono alla NATO nello sforzo di difesa comune europea?
Attuazione della politica estera e di sicurezza comune –relazione annuale 2021 – Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
Martedì 15 febbraio 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il presidente McAllister per la sua relazione.
Nelle nostre relazioni, così come ha sottolineato anche la presidente Loiseau, sono presenti argomenti fondamentali per il benessere economico e la sicurezza dei cittadini europei, soprattutto per le lezioni apprese dalla pandemia.
Signor Borrell, ieri la Presidente Lagarde ha fatto chiaro riferimento a fattori negativi sul benessere dei nostri cittadini, quali i colli di bottiglia nella logistica e i costi dell’energia, evidenziando come le tensioni geopolitiche siano aumentate e i costi dell’energia elevati potrebbero esercitare un freno più forte del previsto sui consumi e sugli investitori.
In altre parole, il benessere degli europei è continuamente eroso e ci stiamo impoverendo. Questo dato pesa sulla politica estera europea, sulle nostre capacità, sull’influenza e sulle ambizioni, come abbiamo dimostrato per esempio in Afghanistan. Ci stiamo muovendo verso un nuovo ordine globale, che sarà definito dalla competizione tra le maggiori potenze. Il tipo di relazioni da intrattenere con la Cina, diventata più autoritaria all’interno e più aggressiva all’esterno, è chiaramente l’argomento trainante.
Però abbiamo finalmente raggiunto, anche grazie alla mia parte politica, la consapevolezza che dobbiamo continuare, possiamo continuare, a negoziare con la Cina solo da una posizione di superiorità valoriale, economica, tecnologica e militare. E non lo faremo da soli, lo faremo in modo sistemico, con gli Stati Uniti e con le altre democrazie sviluppate a noi affini: Giappone, Corea, India, Regno Unito e altri ancora. E non saremo soli in questo cammino. Molti Stati dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia dovranno fare chiare scelte di campo.
Sulla Russia raccomando di porre maggiore attenzione a come Putin esercita il suo potere. Sulla Turchia mi compiaccio che le nostre due relazioni, in linea con la mia parte politica, chiaramente prendano atto che la Turchia è una minaccia per la pace e che deve essere oramai interrotto quel processo. A questo proposito, propongo un panel di giuristi internazionali per interromperlo.
Stato delle capacità di ciberdifesa dell’UE
Martedì 5 ottobre 2021 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissaria, proteggere le reti digitali militari e le reti delle nostre comunità di intelligence garantisce la piena sovranità degli Stati membri, la non interferenza nelle nostre politiche, nelle libertà dei cittadini europei e anche nei nostri interessi nel mondo.
I nostri avversari vogliono corrompere, degradare, sostituire il nostro modello di democrazie liberali occidentali con il loro modello autoritario. Chi vincerà quindi questa guerra cyber nei prossimi anni? Senza dubbio, se divisi perderemo e verremo spogliati dei nostri vantaggi competitivi e delle nostre certezze. Pertanto è necessaria la creazione di un gruppo di lavoro per la cyber intelligence, condiviso tra l’Unione e gli Stati membri, che consenta una risposta diplomatica comune. L’Europa sarà all’altezza della sfida cyber sino-russa? Non certo attraverso un semplice documento. L’Europa ha bisogno di leadership, di visione e di azione nel contesto del cyber.
Relazione annuale sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune – Relazione annuale sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio gli onorevoli McAllister e Danjean per l’ottimo lavoro svolto e per le loro relazioni, che ci aiutano a capire meglio come, per esempio, a pochi chilometri dai nostri confini le crisi in Nord Africa e Medio Oriente siano maturate senza che gli sforzi dell’Unione europea producessero alcun risultato.
Dopo cinque fallimentari anni di gestione Juncker, oggi la Libia scivola tra le mani di Russia, Turchia e Cina, mentre il tanto decantato accordo nucleare iraniano si sbriciola alla prima difficoltà.
Ma la domanda è semplice, signor Vicepresidente Borrell: gli strumenti politici e le risorse che destiniamo alla politica industriale e alla difesa europea, e la sua pretesa di autonomia strategica, avranno un reale impatto di sicurezza per chi ha eletto questo Parlamento, cioè i cittadini europei?
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sul ruolo del Parlamento europeo e della sua diplomazia parlamentare nella politica estera e di sicurezza dell’UE
6.12.2023 – (2023/2105(INI))
Il Parlamento europeo,
Rafforzare la diplomazia parlamentare
Strumenti, mezzi e valori della diplomazia parlamentare
Contributo del Parlamento alla politica estera e di sicurezza dell’UE
Team Europa: il Parlamento come partner di politica estera
MOTIVAZIONE
La diplomazia parlamentare viene progressivamente riconosciuta, in un mondo sempre più complesso e polarizzato, quale efficace strumento di politica estera per interagire a livello politico con diversi attori nei paesi terzi, vale a dire i parlamentari, ma anche i governi, la società civile e le organizzazioni internazionali. Il Parlamento europeo, oltre al suo ruolo di controllo sul lavoro dell’esecutivo dell’UE, è un esempio di primo piano a livello internazionale della crescente realtà della diplomazia parlamentare nell’integrare e plasmare la politica estera, ma ha ancora molte sfide per ottenere prestazioni e risultati migliori.
La presente relazione, suddivisa in quattro capitoli, fornisce una valutazione degli strumenti e degli organismi esistenti di cui il Parlamento europeo dispone per influenzare l’azione esterna dell’UE e presenta una serie di proposte per migliorare il coordinamento tra le pertinenti istituzioni dell’UE. Sottolinea l’importanza del ruolo del Parlamento nel promuovere i diritti umani e la democrazia quali elementi essenziali dell’agenda esterna dell’UE, in particolare attraverso i dibattiti, le risoluzioni e l’impegno multilivello, formale e informale con gli attori esterni. Nonostante il ruolo crescente del Parlamento nel settore della politica estera dell’UE, deve ancora essere pienamente riconosciuto come attore integrante dell’approccio “Team Europa”. Per questo motivo, la relazione propone, tra le altre cose, la creazione di un programma pilota interistituzionale da avviare in un numero selezionato di paesi terzi, in cui gli strumenti del Parlamento siano pienamente integrati con quelli del SEAE, della Commissione e degli Stati membri in relazione a tali paesi.
Dal punto di vista interno del Parlamento, la relazione sottolinea la necessità di un maggiore coordinamento, proponendo di promuovere sinergie tra le molteplici missioni del Parlamento all’estero per rafforzare la coerenza dei messaggi e dell’impegno esterno. Analogamente, la relazione chiede una maggiore sincronizzazione con la Commissione nel sostenere la democrazia parlamentare in tutto il mondo.
L’attività diplomatica multilivello del Parlamento europeo dovrebbe essere vista come un’opportunità per le istituzioni dell’UE, in quanto ha la capacità unica, ad esempio, di instaurare un dialogo con diversi attori quando il ramo esecutivo dell’UE è politicamente limitato o di esprimersi su questioni sensibili ma essenziali dei diritti umani e della democrazia.
Inoltre, affinché il Parlamento europeo possa dispiegare appieno il suo potenziale di attore diplomatico internazionale, è fondamentale completare l’aggiornamento dell’accordo interistituzionale del 20 novembre 2002 tra il Parlamento europeo e il Consiglio. Lo stesso vale per il mandato di controllo del Parlamento, in cui, al fine di migliorare il livello di responsabilità e trasparenza del SEAE e dei servizi esterni della Commissione, è necessario aggiornare la dichiarazione del 2010 sulla responsabilità politica.
RELAZIONE sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione
15.5.2023 – (2022/2075(INI))
Strategia coordinata dell’UE contro le ingerenze straniere
Resilienza
Ingerenze per mezzo delle piattaforme online
Infrastrutture critiche e settori strategici
Ingerenze durante i processi elettorali
Finanziamento occulto di attività politiche da parte di attori e donatori stranieri
Cibersicurezza e resilienza nei confronti degli attacchi informatici connessi ai processi democratici
L’impatto delle ingerenze sui diritti delle minoranze e di altri gruppi vulnerabili
Ingerenze attraverso attori globali tramite l’elite capture, le diaspore nazionali, le università e gli eventi culturali
Deterrenza, attribuzione delle responsabilità e contromisure collettive, comprese le sanzioni
Vicinato, cooperazione globale, multilateralismo
MOTIVAZIONE
Contesto
Gli attori stranieri ostili utilizzano la manipolazione delle informazioni e altre tattiche per interferire nei processi democratici al fine di indebolire la governance democratica dei paesi bersaglio.
È prevedibile che le ingerenze straniere, la disinformazione e i numerosi attacchi e minacce alla democrazia continuino ad aumentare e diventino sempre più sofisticati in vista delle elezioni del Parlamento europeo nel 2024.
Commissione speciale ING1
Di conseguenza, il Parlamento europeo ha rafforzato il proprio ruolo di contrasto alle ingerenze straniere e alla disinformazione: a seguito della decisione del Parlamento europeo del 18 giugno 2020, è stata istituita la prima commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione (ING1). La commissione speciale è stata incaricata di elaborare una relazione contenente fatti concreti e raccomandazioni in merito alle misure e alle iniziative da intraprendere per contrastare le ingerenze straniere e la disinformazione.
Dopo diciotto mesi di lavoro – caratterizzati da 50 audizioni con oltre 130 invitati, fra cui cinque commissari (Věra Jourová, vicepresidente della Commissione, Valori e trasparenza, Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione, Promozione dello stile di vita europeo, Thierry Breton, commissario per il mercato interno, Josep Borrell, vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale e la concorrenza), esperti, giornalisti, rappresentanti di gruppi di riflessione, nonché rappresentanti di Google, Facebook, YouTube, Twitter, due informatori di Facebook e un premio Nobel per la pace – il 9 marzo 2022 è stata adottata la risoluzione della prima commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione, a pochi giorni di distanza dall’aggressione militare russa non provocata e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina.
La risoluzione ha individuato e mappato le minacce di ingerenza straniera in tutte le sue forme, compresi la disinformazione, la manipolazione delle piattaforme dei media sociali e dei sistemi di pubblicità, gli attacchi informatici, le minacce e le vessazioni nei confronti dei giornalisti, il finanziamento occulto dei partiti politici, nonché l’elite capture e la cooptazione. La risoluzione ha formulato una diagnosi delle vulnerabilità dell’UE e presentato raccomandazioni per rafforzarne la resilienza.
Commissione speciale ING2
Con la decisione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022, è stata istituita la ING2, una nuova commissione speciale con un mandato aggiornato. La nuova commissione speciale ING2 è stata incaricata di seguire l’attuazione della risoluzione della ING1 e di avviare un dialogo con i responsabili decisionali a livello nazionale, europeo e internazionale, al fine di contribuire alla resilienza istituzionale complessiva di fronte alle ingerenze straniere, alle minacce ibride e alla disinformazione in vista delle elezioni europee del 2024. Fin dalla riunione costitutiva del 12 maggio 2022, la ING2 si è concentrata in particolar modo sulle ingerenze russe e cinesi, ad esempio in Ucraina, e sui casi distinti di Ungheria e Spagna (Catalogna), sul continente africano e sui paesi dell’allargamento, compresi i Balcani occidentali. Ha esaminato con attenzione l’aspetto dell’elite capture e delle porte girevoli, nonché i tentativi di intimidazione nei confronti di deputati al Parlamento europeo da parte di attori stranieri. Ha organizzato uno scambio di vedute con i servizi di intelligence degli Stati membri dell’UE e con gli organi parlamentari deputati al controllo e alla verifica delle attività di detti servizi.
Tutte le riunioni della commissione sono state organizzate in cooperazione con le commissioni permanenti e delegazioni del Parlamento, ad esempio con la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO), la commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) e la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE), la commissione per gli affari esteri (AFET), la sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE), la commissione per lo sviluppo (DEVE) e la delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE (DACP), la delegazione alla commissione parlamentare di cooperazione UE-Russia (D-RU), la delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese (D-CN).
Da maggio 2022, la commissione ING2 ha invitato oltre venti esperti e decisori politici, fra cui Věra Jourová, vicepresidente della Commissione per i Valori e la trasparenza, Josep Borrell, vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Audrey Tang, ministro per gli Affari digitali di Taiwan e Liubov Tsybulska, fondatrice del Centro di comunicazione strategica e sicurezza delle informazioni del ministero della Cultura e della politica dell’informazione dell’Ucraina.
Infine, per meglio concentrarsi sul rafforzamento della resilienza istituzionale e legislativa in vista delle elezioni europee del 2024, la ING2 ha avviato una stretta cooperazione con i centri di eccellenza NATO per le comunicazioni strategiche a Riga (Lettonia) e per la lotta contro le minacce ibride a Helsinki (Finlandia), con il governo e le autorità australiane e con i rispettivi organi presso le Nazioni Unite a New York.
Di conseguenza, il lavoro della seconda commissione speciale è continuato lungo il solco tracciato dalla prima e l’attuale risoluzione ING2 è complementare a quella della ING1. Include pertanto raccomandazioni e aggiornamenti sulla strategia coordinata dell’UE contro le ingerenze straniere, il rafforzamento della resilienza dell’UE, le ingerenze straniere per mezzo delle piattaforme online, le infrastrutture critiche e i settori strategici, le ingerenze durante i processi elettorali, il finanziamento occulto di attività politiche da parte di donatori e attori stranieri, la sicurezza informatica e la resilienza dei processi democratici, l’impatto delle ingerenze sui diritti delle minoranze e di altri gruppi vulnerabili, la deterrenza, l’attribuzione e le contromisure collettive, comprese le sanzioni, e la politica di vicinato, la cooperazione globale e il multilateralismo.
RELAZIONE sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni
28.4.2023 – (COM(2022)0349 – C9‑0287/2022 – 2022/0213(COD)) – ***I
Il Parlamento europeo,
Emendamento 1
EMENDAMENTI DEL PARLAMENTO EUROPEO[*]
alla proposta della Commissione
Proposta di
REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
sull’istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 173, paragrafo 3,
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo[2],
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria,
considerando quanto segue:
(1) I capi di Stato o di governo degli Stati membri riuniti a Versailles l’11 marzo si sono impegnati a “rafforzare le capacità di difesa europee” alla luce dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina, perseguendo una linea d’azione strategica per aumentare la capacità dell’Unione di agire autonomamente nel settore della difesa, in complementarità con l’Organizzazione del trattato del Nord Atlantico (NATO). Hanno convenuto di incrementare le spese per la difesa, rafforzare la cooperazione attraverso progetti congiunti e appalti comuni di capacità di difesa, affrontare le carenze, stimolare l’innovazione, nonché rafforzare e sviluppare ulteriormente l’industria della difesa dell’Unione, comprese le piccole e medie imprese (PMI). L’industria della difesa dell’Unione è un attore fondamentale che dovrebbe contribuire positivamente alla sicurezza degli Stati membri fornendo tempestivamente nuove capacità efficaci al fine di tenere il passo con l’evoluzione del contesto di sicurezza.
(2) L’invasione ingiustificata dell’Ucraina da parte della Federazione russa del 24 febbraio 2022 e il conflitto armato in corso in Ucraina hanno reso evidente che è fondamentale agire urgentemente per affrontare le carenze esistenti. Tali eventi hanno portato al ritorno della guerra ad alta intensità e del conflitto territoriale in Europa, con un impatto diretto su tutti gli Stati membri e a scapito dei cittadini dell’Unione. Ciò richiede un aumento significativo della capacità degli Stati membri di risolvere le carenze più urgenti e critiche, in particolare quelle esacerbate dal trasferimento di prodotti della difesa all’Ucraina, in particolare negli Stati membri nel suo immediato vicinato.
(2 bis) L’aggressione militare russa contro l’Ucraina ha posto alcuni Stati membri nel diretto vicinato di una zona di guerra, con tutte le difficoltà che tale vicinanza comporta, tra cui vittime civili accidentali nella zona di frontiera, movimenti massicci di persone in fuga dalla guerra, la spedizione di aiuti militari e umanitari, ma anche la pressante necessità di preparare militarmente tali Stati membri a una potenziale escalation del conflitto armato nei loro territori.
(2 ter) L’aggressione militare russa contro l’Ucraina ha evidenziato in modo drammatico la necessità di adeguare la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) ai cambiamenti strutturali, di rafforzare la ricerca e lo sviluppo militari dell’Unione (R&S), di modernizzare l’equipaggiamento militare, in particolare le soluzioni obsolete di materiale militare progettate e/o prodotte nell’Unione sovietica o le soluzioni successive di materiale militare basate sulle prime, e di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri nel quadro degli appalti nel settore della difesa al fine di rendere l’Unione un attore globale di rilievo.
(2 quater) La situazione della sicurezza in Europa richiede una riflessione urgente su come evitare un’ulteriore frammentazione del settore della difesa attraverso iniziative autonome a livello dell’Unione e su come collegare strategicamente gli strumenti attuali e futuri.
(3) Il 18 maggio 2022 la Commissione e l’alto rappresentante hanno presentato una comunicazione congiunta “sull’analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso”. La comunicazione ha evidenziato l’esistenza, all’interno dell’UE, di carenze finanziarie, industriali e di capacità in materia di difesa e, in particolare, ha precisato che il ritorno della guerra in Europa ha reso evidenti le conseguenze di anni di sottoutilizzo del bilancio per la difesa, che ha portato a un accumulo di lacune e carenze nelle scorte militari collettive, a una ridotta capacità di produzione industriale e a limitate acquisizioni congiunte e collaborazioni. Oltre a correggere tale situazione, l’aumento della spesa per la difesa dovrebbe anche affrontare con urgenza la necessità a breve termine di ricostituire e, se ritenuto necessario alla luce della mutata situazione della sicurezza, espandere le scorte di difesa per compensare l’assistenza militare all’Ucraina, sostituire le soluzioni obsolete di materiale militare progettate e/o prodotte nell’Unione sovietica o le soluzioni successive di materiale militare basate sulle prime, sulla base della domanda di rafforzamento delle capacità strategiche.
(4) Un apposito strumento a breve termine, concepito in uno spirito di solidarietà, è stato indicato come strumento per spronare gli Stati membri, su base volontaria, a ricorrere ad appalti comuni per colmare, in modo collaborativo, le carenze più urgenti e critiche, in particolare quelle create dalla risposta all’aggressione in corso da parte della Russia.
(5) Tale nuovo strumento contribuirà a rafforzare gli appalti comuni nel settore della difesa, in particolare per quanto riguarda l’ambizione degli Stati membri di raggiungere il 35 % della spesa totale per gli appalti collaborativi di materiale di difesa dell’Unione, che ha raggiunto solo il 18 % nel 2021, e, mediante il finanziamento dell’Unione associato, a rafforzare e migliorare le capacità industriali dell’Unione nel settore della difesa.
(5 bis) Tale nuovo strumento dovrebbe essere considerato un passo importante verso un’Unione europea della difesa e un mercato unico dei prodotti della difesa, inteso anche a contribuire a stimolare il cambiamento trasformativo nell’EDTIB, stimolando l’adozione di nuove tecnologie e sostenendo lo sviluppo dell’EDTIB in tutta l’Unione.
(5 ter) Tale nuovo strumento dovrebbe contribuire a rafforzare l’autonomia strategica aperta dell’Unione, a rafforzarne la capacità di proteggere i suoi cittadini e a consolidare la posizione globale dell’Unione nel contesto delle crescenti minacce alla sicurezza a livello internazionale. L’unità europea e l’interoperabilità sono fondamentali per il futuro dell’architettura di sicurezza europea.
(6) Il rafforzamento dell’EDTIB in tutta l’Unione attraverso il corretto funzionamento del mercato interno dovrebbe essere pertanto al centro di tali sforzi. Permangono infatti difficoltà e carenze e le capacità di difesa europee rimangono altamente frammentate, inefficienti, prive di un’azione collaborativa sufficiente e dell’interoperabilità dei prodotti. Tale nuovo strumento è inteso ad aumentare le quantità prodotte e a mobilitare il forte potenziale delle imprese dell’Unione sostenendo le acquisizioni congiunte.
(6 bis) Ai fini del presente regolamento, l’elenco dei prodotti per la difesa quali definiti nella direttiva 2009/81/CE dovrebbe essere interpretato in senso ampio alla luce dell’evoluzione della tecnologia, delle politiche in materia di appalti e dei requisiti militari.
(6 ter) Le normative nazionali e i crescenti oneri amministrativi nel settore della difesa degli Stati membri hanno contribuito a ostacolare la concorrenza e a ridurre le economie di scala nell’EDTIB.
(6 quater) La mancanza di coordinamento e cooperazione in materia di appalti rischia di contribuire all’aumento dei prezzi, con la conseguenza che l’incremento dei bilanci nazionali per la difesa non porterebbe a un rafforzamento delle capacità militari.
(7) Nell’attuale contesto del mercato della difesa, caratterizzato da un incremento delle minacce per la sicurezza e dalla prospettiva realistica di un conflitto ad alta intensità, gli Stati membri stanno aumentando rapidamente i propri bilanci per la difesa e puntando ad acquisti analoghi. Di fatto, 22 Stati membri si sono impegnati a destinare il 2 % del PIL alla spesa per la difesa, prevedendo nel contempo un parametro di riferimento collettivo del 20 % delle rispettive spese per la difesa destinato agli appalti di materiali. Ciò si traduce in una quantità di domanda che supera le capacità di fabbricazione dell’EDTIB, attualmente adattate a un tempo di pace.
(8) Di conseguenza è possibile prevedere una marcata inflazione dei prezzi, nonché ritardi più lunghi nei tempi di consegna, che potrebbero compromettere la sicurezza dell’Unione e dei suoi Stati membri. Le industrie della difesa devono garantire la capacità di produzione necessaria per elaborare gli ordini, così come le materie prime e i sottocomponenti critici. In questo contesto i produttori potrebbero privilegiare gli ordini più importanti, lasciando potenzialmente esposti i paesi più vulnerabili, privi delle dimensioni critiche e dei mezzi finanziari per garantire ordini di grandi dimensioni.
(8 bis) L’attuale situazione geopolitica nei paesi del vicinato orientale dell’Unione ha dimostrato che, sebbene sia necessario evitare la duplicazione degli sforzi, un mercato della difesa diversificato può contribuire alla varietà di prodotti immediatamente disponibili sul mercato e può quindi essere utile per soddisfare adeguatamente i fabbisogni urgenti degli Stati membri.
(9) Ciononostante dovrebbero essere compiuti sforzi affinché l’aumento della spesa si traduca in un’EDTIB molto più forte in tutta l’Unione. È probabile che una più stretta ▌cooperazione, unitamente all’aumento degli investimenti nazionali, rafforzerà ▌le capacità di difesa europee e aumenterà la competitività globale e l’efficienza dell’industria della difesa in tutta l’Unione.
(10) Alla luce delle sfide di cui sopra e delle relative trasformazioni strutturali nel settore della difesa dell’Unione, e in conformità all’articolo 173 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), ai sensi del quale l’Unione e gli Stati membri provvedono affinché siano assicurate le condizioni necessarie alla competitività dell’industria dell’Unione, risulta necessario accelerare l’adeguamento dell’EDTIB, migliorarne la competitività e l’efficienza, incoraggiare una stretta cooperazione e un intenso coordinamento e contribuire in tal modo al rafforzamento e alla riforma delle capacità industriali degli Stati membri nel settore della difesa. Per affrontare le carenze industriali in tutta l’Unione si dovrebbe provvedere alla tempestiva risoluzione delle carenze più urgenti, avviando anche al contempo una riflessione critica su come garantire in futuro tutti i componenti necessari alla catena di approvvigionamento della difesa dell’Unione, con riferimento all’importanza delle disposizioni volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per lo sviluppo della cooperazione e della pianificazione a lungo termine, nonché per il funzionamento del mercato europeo del materiale di difesa.
(11) Dovrebbero in particolare essere incentivati gli investimenti e gli appalti comuni nel settore della difesa, in quanto tali azioni collaborative assicurerebbero che i necessari cambiamenti nella base industriale dell’Unioneavvengano in modo collaborativo, migliorando l’interoperabilità.
(12) A tal fine dovrebbe essere istituito uno strumento a breve termine destinato a rafforzare la collaborazione degli Stati membri nella fase degli appalti in materia di difesa (lo “strumento”). Tale strumento spronerà gli Stati membri a perseguire azioni collaborative e, in particolare quando ricorrono agli appalti per colmare le carenze in questione, a farlo congiuntamente, aumentando il livello di interoperabilità, anche con la NATO, e rafforzando e riformando le loro capacità industriali nel settore della difesa. Lo strumento dovrebbe essere visto come un meccanismo di emergenza necessario per affrontare l’attuale situazione di emergenza e la sua struttura e le condizioni di ammissibilità non dovrebbero pregiudicare il prossimo programma europeo per gli investimenti nella difesa (EDIP).
(12 bis) Le risorse destinate allo strumento non dovrebbero pregiudicare i finanziamenti già assegnati ad azioni specifiche dell’Unione.
(12 ter) Poiché lo strumento non era previsto al momento dell’istituzione del quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027, al fine di evitare tagli ai programmi dell’Unione, qualsiasi importo aggiuntivo delle risorse finanziarie dedicate dovrebbe essere valutato nell’ambito della revisione intermedia del QFP, al fine di garantire la stabilità, la coerenza e l’ambizione per il finanziamento dello strumento.
(13) Lo strumento a breve termine dovrebbe compensare la complessità e i rischi associati a tali azioni congiunte, consentendo nel contempo economie di scala nelle azioni intraprese dagli Stati membri destinate a rafforzare e modernizzare l’EDTIB, aumentando in tal modo la resilienza della capacità e la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione. Incentivare gli appalti comuni comporterebbe altresì una diminuzione dei costi in termini di oneri amministrativi, sfruttamento, manutenzione e ritiro dei sistemi. Lo strumento dovrebbe essere accompagnato da sforzi volti a mantenere condizioni di parità per i fornitori di tutti gli Stati membri e a creare incentivi per estendere l’EDTIB a un maggior numero di Stati membri in tutta l’Unione, prestando particolare attenzione al coinvolgimento delle PMI, delle start-up e delle imprese a media capitalizzazione nella catena del valore.
(13 bis) Lo strumento dovrebbe essere utilizzato per promuovere la sostituzione di soluzioni di materiale militare obsolete, progettate e/o prodotte nell’Unione sovietica, o di soluzioni di materiale militare successive basate su di esse, nonché per stimolare gli investimenti in tecnologie all’avanguardia nel settore della difesa attraverso il sostegno a progetti congiunti di R&S.
(13 ter) Lo strumento dovrebbe essere utilizzato per ridurre la dipendenza da paesi non democratici per le tecnologie e i componenti critici della difesa.
(14) Detto strumento si baserà sul lavoro svolto dalla task force per le acquisizioni congiunte nel settore della difesa istituita dalla Commissione e dall’alto rappresentante/capo dell’Agenzia europea per la difesa, in linea con la comunicazione congiunta “sull’analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso”, e terrà conto di tale lavoro, al fine di coordinare le esigenze a brevissimo termine in materia di acquisizioni nel settore della difesa nonché a dialogare con gli Stati membri e i fabbricanti di materiale per la difesa dell’Unione per sostenere le acquisizioni congiunte volte a ricostituire, rafforzare e aumentare le scorte con materiali sofisticati sul piano tecnologico, urgentemente necessari e rapidi da mobilitare, in particolare alla luce del sostegno fornito all’Ucraina, specie dagli Stati membri nel suo immediato vicinato.
(15) Lo strumento dovrebbe garantire la coerenza con le iniziative collaborative dell’Unione esistenti in materia di difesa, quali il Fondo europeo per la difesa (FED), ▌la cooperazione strutturata permanente (PESCO), nonché altre iniziative pertinenti avviate in risposta alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, e che dovrebbero generare sinergie con altri programmi dell’Unione. Lo strumento integra la direttiva 2009/81/CE del Parlamento europeo e del Consiglio[3]. Lo strumento è inoltre pienamente coerente con le ambizioni della bussola strategica e con gli obiettivi e le priorità della NATO, che rimane il fondamento della difesa collettiva dei suoi membri.
(15 bis) Poiché 22 Stati membri sono anche membri della NATO, è fondamentale che entrambe le organizzazioni intensifichino sostanzialmente gli sforzi per armonizzare i loro processi di pianificazione e le loro norme, al fine di garantire la compatibilità, l’interoperabilità e l’intercambiabilità tra le forze armate e i loro materiali.
(15 ter) Poiché lo strumento mira, tra l’altro, ad aumentare la competitività e l’efficienza dell’EDTIB, nonché l’efficacia della spesa pubblica, è fondamentale anche intensificare gli sforzi per realizzare finalmente l’ambizione di istituire un vero e proprio mercato comune dei prodotti della difesa, come previsto dalle direttive 2009/43/CE e 2009/81/CE. A tal fine, gli Stati membri dovrebbero migliorare il recepimento, l’attuazione e l’applicazione di queste direttive e dare prova di moderazione nell’invocare deroghe a norma dell’articolo 346 TFUE. Inoltre la Commissione dovrebbe valutare attentamente le motivazioni addotte dagli Stati membri per invocare tali deroghe, al fine di facilitare la creazione di un mercato unico dei prodotti della difesa in cui vi sia un’adeguata parità di condizioni.
(16) Poiché lo strumento mira a migliorare la competitività, l’efficienza e l’indipendenza dell’industria della difesa dell’Unione, per beneficiare dello stesso, conformemente alla base giuridica, i contratti di appalto comune dovranno essere conclusi con contraenti e subappaltatori che sono stabiliti nell’Unione o nei paesi associati e che non sono soggetti al controllo di paesi terzi non associati o di soggetti di paesi terzi non associati. In tale contesto, il controllo dovrebbe essere inteso come la capacità di esercitare un’influenza determinante su un contraente o subappaltatore, direttamente o indirettamente attraverso uno o più soggetti giuridici intermedi. Inoltre, al fine di garantire la tutela degli interessi essenziali di sicurezza e di difesa dell’Unione e dei suoi Stati membri, le infrastrutture, le strutture, i beni e le risorse di contraenti e subappaltatori coinvolti nell’appalto comune utilizzati ai fini dell’appalto comune devono essere ubicati nel territorio di uno Stato membro o di un paese terzo associato.
(17) In determinate circostanze eccezionali e tenuto conto dell’importanza di mantenere l’interoperabilità e la coerenza con i membri della NATO, dovrebbe essere possibile derogare al principio secondo cui i contraenti e i subappaltatori coinvolti in un appalto comune sostenuto dallo strumento non devono essere sottoposti al controllo di paesi terzi non associati o di soggetti di paesi terzi non associati. In tale contesto, un contraente o un subappaltatore che è stabilito nell’Unione o in un paese terzo associato ed è controllato da un paese terzo non associato o da un soggetto di un paese terzo non associato può partecipare in qualità di contraente o subappaltatore coinvolto nell’appalto comune se sono soddisfatte condizioni rigorose relative agli interessi di sicurezza e di difesa dell’Unione e dei suoi Stati membri, come stabilito nel quadro della politica estera e di sicurezza comune a norma del titolo V del trattato sull’Unione europea (TUE), anche in termini di rafforzamento dell’EDTIB.
(18) Inoltre le procedure e i contratti di appalto comune comprendono altresì l’obbligo per il prodotto della difesa di non essere soggetto ad alcuna forma di controllo o restrizione da parte di un paese terzo non associato o di un soggetto di un paese terzo non associato, in particolare le forme di controllo o restrizione che sono in contrasto con gli interessi di sicurezza e difesa dell’Unione e dei suoi Stati membri e che limitano la capacità degli Stati membri di utilizzare tale prodotto. In casi urgenti quest’obbligo non si dovrebbe applicare se i prodotti acquistati in questione erano in uso prima del 24 febbraio 2022 nelle forze armate di almeno uno degli Stati membri che partecipano all’appalto comune. Se si applica la deroga, i paesi che partecipano all’appalto comune dovrebbero valutare se sia fattibile o meno sostituire i componenti che determinano la restrizione con componenti esenti da restrizioni provenienti dall’Unione o da paesi terzi associati e presentare le loro conclusioni alla Commissione. La Commissione dovrebbe fornire un riassunto non riservato di tutte queste conclusioni nella relazione di cui al presente regolamento per contribuire a individuare le lacune tecnologiche nell’EDTIB. Per trovare un equilibrio, negli appalti comuni, tra ricostituzione delle scorte e rafforzamento dell’EDTIB, laddove è concessa la deroga, la maggior parte dei componenti dovrebbe provenire dall’Unione e solo una parte dei componenti dovrebbe provenire da paesi terzi non associati che condividono gli obiettivi di sicurezza e di difesa dell’Unione e degli Stati membri.
(18 bis) Poiché questo strumento straordinario a breve termine è concepito per colmare le lacune più urgenti e critiche in risposta alla guerra di aggressione russa in corso, le diverse condizioni per i soggetti ammissibili, in particolare le deroghe previste per quanto riguarda le condizioni di ammissibilità supplementari connesse alle clausole di restrizione dei paesi terzi, alle soglie per i subappaltatori o alla percentuale di componenti provenienti da paesi terzi e ai criteri di aggiudicazione, sono adattate a tale scopo e senza pregiudicare eventuali futuri strumenti a lungo termine dell’Unione per promuovere gli appalti comuni tra gli Stati membri nel settore della difesa, rafforzare l’EDTIB, incentivare l’interoperabilità nonché modernizzare e potenziare le capacità di fabbricazione all’interno dell’Unione. Tali strumenti futuri dovrebbero tuttavia tenere conto degli insegnamenti e dei risultati dello strumento.
(19) Le sovvenzioni a titolo dello strumento dovrebbero assumere la forma di finanziamenti non collegati ai costi in base al conseguimento di risultati in riferimento a pacchetti di lavoro, traguardi od obiettivi della procedura comune di appalto, al fine di creare il necessario effetto di incentivazione.
(20) Se la sovvenzione dell’Unione assume la forma di un finanziamento non collegato ai costi, la Commissione dovrebbe stabilire nel programma di lavoro pluriennale le condizioni di finanziamento per ciascuna azione che porta ad appalti comuni di prodotti della difesa quali indicati nella comunicazione congiunta sull’analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso, in particolare specificando: a) una descrizione dell’azione che implica la cooperazione in materia di appalti comuni al fine di affrontare le esigenze più urgenti e critiche in materia di capacità; b) i traguardi fondamentali per l’attuazione dell’azione; c) l’ordine di grandezza ▌previsto dall’appalto comune e d) il contributo massimo disponibile dell’Unione. Dovrebbe inoltre stabilire la procedura per la valutazione e la selezione delle proposte, nonché per il processo di monitoraggio ed esborso durante l’attuazione dell’azione. Il programma di lavoro dovrebbe altresì stabilire le priorità di finanziamento che soddisfano i requisiti delle operazioni di combattimento ad alta intensità e protratte nel tempo e della relativa formazione.
(20 bis) Al fine di promuovere lo sviluppo di componenti critici nell’Unione, la Commissione, in collaborazione con l’Agenzia europea per la difesa e avvalendosi delle competenze dell’osservatorio dell’UE sulle tecnologie critiche, dovrebbe predisporre un elenco dei componenti critici originari di paesi terzi per i quali non esistono alternative nell’Unione. Sulla base di tale elenco dovrebbero essere adottate misure adeguate per sostenere lo sviluppo di tali componenti critici nell’Unione.
(21) Al fine di generare l’effetto di incentivazione, il livello del contributo dell’Unione può essere differenziato in base a fattori quali: a) la complessità dell’appalto comune, per la quale una proporzione delle dimensioni previste del contratto di appalto, basata sull’esperienza acquisita in azioni analoghe, può fungere da indicatore iniziale; b) le caratteristiche della cooperazione, quali l’utilizzo congiunto, la costituzione di scorte, la proprietà o la manutenzione, come pure la sostituzione di scorte di soluzioni di materiale militare obsolete progettate e/o prodotte nell’Unione Sovietica o di successive soluzioni di materiale militare basate su di esse con soluzioni europee, che possono generare risultati di interoperabilità più forti e segnali di investimento a lungo termine per il settore; c) il numero di Stati membri partecipanti o paesi associati o l’inclusione di ulteriori Stati membri o paesi associati alle cooperazioni esistenti e d) il contributo dell’azione al sostegno della partecipazione delle PMI) e delle imprese a media capitalizzazione agli appalti comuni.
(21 bis) La guerra di aggressione brutale e non provocata della Russia contro l’Ucraina è diventata un punto di svolta per la sicurezza europea, in particolare per i paesi che confinano con la Russia e l’Ucraina o hanno le loro acque territoriali o zone economiche esclusive adiacenti a quelle della Russia e dell’Ucraina. Tali Stati membri sono diventati l’obiettivo di una retorica minacciosa e di azioni ostili da parte della Russia, con il sostegno della Bielorussia. Nonostante le minacce fondamentali per la loro sicurezza, continuano a sostenere l’Ucraina fornendo assistenza, compresa l’assistenza militare. Lo strumento dovrebbe pertanto incentivare la partecipazione di tali Stati membri, che hanno ridotto in modo significativo le proprie scorte, concedendo un contributo dell’Unione più elevato alle azioni cui partecipano almeno due di tali Stati membri. Inoltre, tale contributo più elevato dell’Unione dovrebbe applicarsi anche alle azioni in cui gli Stati membri decidano di autorizzare l’ente appaltante ad acquistare quantitativi supplementari del rispettivo prodotto per la difesa per l’Ucraina e la Moldova. Dato che tali paesi sono parzialmente occupati dalla Russia o dai suoi associati e sono oggetto dell’aggressione militare russa o sono minacciati di un intervento militare diretto della Russia, un ulteriore sostegno alla partecipazione dell’Ucraina e della Moldova, che sono paesi candidati all’adesione all’Unione, agli appalti di prodotti della difesa assieme agli Stati membri, contribuirebbe in modo sostanziale alla sicurezza europea, rafforzando nel contempo l’EDTIB e promuovendo la cooperazione in materia di appalti nel settore della difesa.
(21 ter) La maggior parte del contributo dell’Unione dovrebbe promuovere gli obiettivi dello strumento. Qualora si applichi una deroga a questo principio e contemporaneamente non si possa stabilire che il valore stimato dell’appalto comune non comprende alcuna imposta sul valore aggiunto, dovrebbe essere possibile differenziare il livello del contributo dell’Unione in base a tali fattori, al fine di garantire che almeno il 70 % del contributo dell’Unione vada a beneficio dell’EDTIB.
(22) Gli Stati membri dovrebbero nominare un ente appaltante affinché conduca un appalto comune per loro conto. L’ente appaltante dovrebbe essere un’amministrazione aggiudicatrice avente sede in uno Stato membro o in un paese ▌associato, compresi le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione o le organizzazioni internazionali ▌. L’applicazione dello strumento non dovrebbe pregiudicare le disposizioni definite in particolare dalla direttiva 2009/81/CE relativa al coordinamento delle procedure per l’aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici o degli enti aggiudicatori. I requisiti di ammissibilità supplementari di cui al presente regolamento dovrebbero figurare tra i capitolati d’oneri e dovrebbero prevalere su eventuali legislazioni nazionali contrastanti dello Stato membro in cui è stabilito l’ente appaltante.
(23) Al programma si applica il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio[4] (“regolamento finanziario”). Esso stabilisce le norme sull’esecuzione del bilancio dell’Unione, comprese le norme sulle sovvenzioni. A norma dell’articolo 193, paragrafo 2, del regolamento finanziario, può essere attribuita una sovvenzione per un’azione già avviata solo se il richiedente può provare la necessità di avviare l’azione prima della firma della convenzione di sovvenzione. Tuttavia il contributo finanziario non dovrebbe coprire un periodo antecedente la data di presentazione della domanda di sovvenzione, salvo casi eccezionali debitamente giustificati. Al fine di evitare qualsiasi perturbazione del sostegno dell’Unione che potrebbe pregiudicare gli interessi di quest’ultima, nella decisione di finanziamento dovrebbe essere possibile prevedere contributi finanziari ad azioni ▌, anche se iniziate prima della presentazione della domanda di sovvenzione. In deroga all’articolo 193, paragrafo 2, del regolamento finanziario, la cooperazione tra Stati membri istituita tra il 24 febbraio 2022 e l’entrata in vigore del presente regolamento, e che affronta le esigenze più urgenti e critiche in materia di prodotti della difesa, dovrebbe essere ammissibile al finanziamento retroattivamente, purché si possa dimostrare che la prospettiva di un finanziamento dell’Unione ha rappresentato un incentivo per la cooperazione e che esse contribuiscono agli obiettivi del presente regolamento e ne rispettano i requisiti.
▌
(25) Il presente regolamento stabilisce una dotazione finanziaria per il Fondo che deve costituire, per il Parlamento europeo e il Consiglio, il riferimento privilegiato nel corso della procedura annuale di bilancio, ai sensi del punto 18 dell’accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia per l’introduzione di nuove risorse proprie[5] (Accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020).
(25 bis) Al fine di incoraggiare la partecipazione degli Stati membri allo strumento, la Commissione dovrebbe impegnarsi a organizzare riunioni informative e programmi di formazione.
(26) In conformità al regolamento finanziario, al regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio[6], ai regolamenti del Consiglio (CE, Euratom) n. 2988/95[7], (Euratom, CE) n. 2185/96[8]e (UE) 2017/1939[9], è opportuno che gli interessi finanziari dell’Unione siano tutelati attraverso misure proporzionate, tra cui la prevenzione, l’individuazione, la rettifica e l’indagine delle irregolarità e frodi, il recupero dei fondi perduti, indebitamente versati o non correttamente utilizzati e, se del caso, sanzioni amministrative. In particolare, in conformità al regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 e al regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) può svolgere indagini, compresi controlli e verifiche sul posto, al fine di accertare l’esistenza di frodi, corruzione o ogni altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’Unione. In conformità al regolamento (UE) 2017/1939 la Procura europea (EPPO) può indagare e perseguire le frodi e altre attività illecite lesive degli interessi finanziari dell’Unione secondo quanto disposto dalla direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio[10]. In conformità al regolamento finanziario, ogni persona o entità che riceve fondi dell’Unione è tenuta a cooperare pienamente alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, a concedere i diritti necessari e l’accesso alla Commissione, all’OLAF, all’EPPO e alla Corte dei conti europea, e a garantire che i terzi coinvolti nell’esecuzione dei fondi dell’Unione concedano diritti equivalenti.
(27) A norma dell’articolo 94 della decisione 2013/755/UE del Consiglio[11], le persone fisiche e le persone giuridiche stabilite nei paesi e territori d’oltremare (PTOM) sono ammesse a fruire dei finanziamenti, fatte salve le regole e le finalità dello strumento e le eventuali disposizioni applicabili allo Stato membro cui il pertinente PTOM è connesso.
(28) Poiché gli obiettivi del presente regolamento non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri ma possono essere conseguiti meglio a livello di Unione, quest’ultima può intervenire in base al principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 5 TUE. Il presente regolamento si limita a quanto è necessario per conseguire tali obiettivi in ottemperanza al principio di proporzionalità enunciato nello stesso articolo.
HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Oggetto
Il presente regolamento istituisce uno strumento a breve termine per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni (lo “strumento”).
Articolo 2
Definizioni
Ai fini del presente regolamento si applicano le definizioni seguenti:
1) “appalto comune”: un appalto cooperativo condotto congiuntamente da almeno tre Stati membri;
2) “controllo da parte di un paese terzo non associato o di un soggetto di un paese terzo non associato”: la capacità di esercitare un’influenza determinante su un soggetto giuridico, direttamente o indirettamente attraverso uno o più soggetti giuridici intermedi;
3) “struttura di gestione esecutiva”: un organo di un soggetto giuridico, nominato ai sensi del diritto nazionale e che fa capo all’amministratore delegato, se applicabile, cui è conferito il potere di stabilire gli indirizzi strategici, gli obiettivi e la direzione generale del soggetto giuridico e che supervisiona e monitora le decisioni della dirigenza;
4) “soggetto di un paese terzo non associato”: un soggetto giuridico con sede in un paese terzo non associato o, qualora abbia sede nell’Unione o in un paese associato, dotato di proprie strutture di gestione esecutiva in un paese terzo non associato;
5) “ente appaltante”: un’amministrazione aggiudicatrice quale definita all’articolo 2, punto 1, della direttiva 2014/24/CE che è stabilita in uno Stato membro o in un paese associato, l’Agenzia europea per la difesa o un’istituzione internazionale, designata da almeno tre Stati membri per condurre un appalto comune per loro conto ▌;
5 bis) “prodotti per la difesa”: i prodotti aggiudicati nei settori della difesa e della sicurezza ai sensi dell’articolo 2 della direttiva 2009/81/CE, nonché le attrezzature mediche da combattimento; tra i prodotti per la difesa rientrano attrezzature, servizi, opere e forniture necessari a conseguire l’obiettivo di cui all’articolo 3 del presente regolamento;
6) “paese terzo”: un paese che non è membro dell’Unione;
6 bis) “informazioni classificate”: le informazioni o il materiale, in qualsiasi forma, la cui divulgazione non autorizzata potrebbe arrecare danno in varia misura agli interessi dell’Unione o di uno o più Stati membri e che recano un contrassegno di classifica UE o un contrassegno di classifica corrispondente, come previsto nell’accordo del maggio 2011 tra gli Stati membri dell’Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, sulla protezione delle informazioni classificate scambiate nell’interesse dell’Unione;
6 ter) “informazioni sensibili”: le informazioni e i dati non classificati che devono essere protetti da un accesso o da una divulgazione non autorizzati in virtù degli obblighi stabiliti dal diritto dell’Unione o nazionale, ove applicabile, ovvero allo scopo di tutelare la riservatezza o la sicurezza di una persona fisica o giuridica;
Articolo 3
Obiettivi
Articolo 4
Bilancio
Articolo 5
Paesi ▌ associati e disposizioni supplementari applicabili ad altri paesi terzi
Lo strumento è aperto alla partecipazione degli Stati membri e dei membri dell’Associazione europea di libero scambio che sono membri dello Spazio economico europeo (paesi associati), in conformità alle condizioni stabilite nell’accordo sullo Spazio economico europeo.
L’accordo tra gli Stati membri partecipanti e l’ente appaltante di cui all’articolo 8, paragrafo 2, può autorizzare l’ente appaltante, previa approvazione unanime dello Stato membro che aderisce all’accordo, a invitare e concludere un accordo per l’approvvigionamento di quantitativi supplementari del prodotto per la difesa oggetto dell’appalto comune con paesi terzi candidati all’adesione all’Unione europea e il cui territorio è nelle immediate vicinanze o coinvolto nella guerra sul territorio ucraino e il cui territorio è occupato da forze sostenute dalla Federazione russa, quali l’Ucraina e la Moldova. Tali accordi supplementari in materia di appalti lasciano impregiudicate le disposizioni applicabili del diritto dell’Unione e gli eventuali obblighi internazionali pertinenti degli Stati membri partecipanti.
Lo strumento non finanzia l’acquisto di quantitativi supplementari di prodotti per la difesa oggetto di appalti comuni a norma del presente paragrafo. Esso è utilizzato unicamente per finanziare i costi della cooperazione nell’ambito degli appalti comuni di tali quantitativi supplementari.
Articolo 6
Attuazione e forme di finanziamento dell’UE
3 bis. Il contributo finanziario dell’Unione a ciascuna azione non supera il 15 % dell’importo di cui all’articolo 4, paragrafo 1, ed è limitato al 20 % del valore stimato del contratto di appalto comune per consorzio di Stati membri e paesi associati.
In deroga al primo comma del presente paragrafo, il contributo finanziario dell’Unione a ciascuna azione può superare il 15% ma non deve costituire un volume superiore al 20 % dell’importo di cui all’articolo 4, paragrafo 1, ed è limitato al 25 % del valore stimato del contratto di appalto comune, se è soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
Articolo 7
Azioni ammissibili
(a) le azioni implicano la cooperazione tra soggetti ammissibili di cui all’articolo 9 per appalti comuni inerenti alle esigenze più urgenti e critiche dei prodotti della difesa, attuando al contempo gli obiettivi di cui all’articolo 3;
(b) le azioni implicano una nuova cooperazione o un’estensione della cooperazione esistente a nuovi Stati membri o paesi associati;
(c) le azioni sono condotte da un consorzio di almeno tre Stati membri;
(d) le azioni soddisfano le condizioni aggiuntive di cui all’articolo 8.
(a) azioni per appalti comuni di beni o servizi vietati dal diritto internazionale applicabile;
(b) azioni per appalti comuni di armi autonome letali che non consentono un significativo controllo umano su decisioni di selezione e di ingaggio nello sferrare offensive contro esseri umani.
Articolo 8
Ulteriori condizioni di ammissibilità
(a) il controllo sul contraente o sul subappaltatore coinvolto nell’appalto comune non sia esercitato in un modo che ostacoli o riduca la sua capacità di eseguire l’ordine e conseguire risultati; e
(b) l’accesso di un paese terzo non associato o di un soggetto di un paese terzo non associato a informazioni sensibili sia impedito e i dipendenti o le altre persone coinvolte nell’appalto comune dispongano di un nulla osta di sicurezza nazionale rilasciato da uno Stato membro.
9 bis. In deroga al paragrafo 9, l’obbligo per il prodotto della difesa enunciato in tale paragrafo non si applica quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
(a) le procedure e i contratti di appalti comuni si riferiscono alle esigenze urgenti e critiche di prodotti per la difesa necessari per ricostituire le scorte ridotte in seguito alla risposta all’aggressione militare russa contro l’Ucraina;
(b) la capacità dell’EDTIB di risolvere le carenze più urgenti e critiche nelle scorte degli Stati membri non è sufficiente o non consente di fornire i prodotti della difesa in tempi adeguati;
(c) gli Stati membri o i paesi associati che partecipano all’appalto comune hanno valutato attentamente se sia fattibile o meno sostituire i componenti che determinano la restrizione con un altro componente esente da restrizioni proveniente dall’Unione;
(d) i prodotti oggetto dell’appalto erano in uso prima del 24 febbraio 2022 presso le forze armate di almeno due Stati membri che partecipano all’appalto comune.
▌
(b) soggetti a cui è assegnato almeno il 20 % del valore del contratto;
(c) subappaltatori che possono richiedere accesso a informazioni classificate per eseguire l’appalto comune.
10 bis. La quota di componenti originari di paesi terzi non associati non supera il 40 % del valore stimato del contratto di appalto. Nessun componente proviene da paesi terzi non associati che sono in contrasto con gli interessi di sicurezza e di difesa dell’Unione e dei suoi Stati membri, incluso il rispetto del principio delle relazioni di buon vicinato.
Articolo 9
Soggetti ammissibili
A condizione che soddisfino i criteri di ammissibilità di cui all’articolo 197 del regolamento finanziario, sono ammissibili a beneficiare del finanziamento i soggetti seguenti:
(a) le amministrazioni aggiudicatrici pubbliche degli Stati membri;
(b) autorità pubbliche di paesi ▌associati;
(b bis) enti appaltanti di cui all’articolo 2, paragrafo 5.
Articolo 10
Criteri di aggiudicazione
La Commissione valuta le proposte presentate sulla base dei criteri di aggiudicazione seguenti:
1 bis. contributo dell’azione alla ricostituzione delle scorte depauperate a causa dell’aggressione militare non provocata e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina, tenendo conto del tasso di esaurimento delle scorte degli Stati membri partecipanti nella categoria dei prodotti della difesa acquistati dal 24 febbraio 2022;
▌
7 bis. la partecipazione delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione dell’Unione in qualità di contraenti e subappaltatori o al processo di fabbricazione dei prodotti acquistati, nonché il contributo dell’azione alla diversificazione della catena di approvvigionamento.
Articolo 11
Programma di lavoro
(a) l’entità finanziaria minima delle azioni di appalto congiunto; ▌
(b) l’importo indicativo del sostegno finanziario per le azioni realizzate dal numero minimo di Stati membri di cui all’articolo 7, paragrafo 1, lettera c); ▌
(c) gli incentivi per appalti di valore superiore e l’inclusione di ulteriori Stati membri o paesi associati o paesi di cui all’articolo 5, paragrafo 2;
(d) l’importo complessivo del contributo dell’Unione per ciascuna priorità di finanziamento;
(e) una descrizione delle azioni che prevedono la cooperazione per appalti comuni;
(f) il valore stimato dell’appalto comune;
(g) la procedura di valutazione e selezione delle proposte;
(h) la descrizione del processo di monitoraggio e di erogazione durante l’attuazione dell’azione in questione.
(a) tutti i tipi di munizioni da combattimento a terra, compresi missili specifici;
(b) munizioni terra-aria a media e lunga gittata, in particolare munizioni di precisione e missili da crociera;
(c) effettori specifici di difesa aerea, in particolare difesa aerea a corta gittata e difesa aerea a terra;
(d) forniture logistiche e supporto logistico, facilitatori di trasporto, ingegneria militare, fornitura di benzina, petrolio e lubrificanti;
(e) materiale medico da combattimento, nell’ambito del quale l’accordo di cui all’articolo 8, paragrafo 2, contiene disposizioni per una stretta cooperazione tra l’ente appaltante e il comando medico europeo;
(f) materiale protetto da combattimento e di supporto al combattimento;
(g) materiale di protezione militare adattato al contesto operativo;
(h) capacità di comando e controllo multisettoriali nonché sistemi di comunicazione e informazione interoperabili;
(i) materiale di sostegno all’addestramento e infrastrutture di addestramento per quanto riguarda le lettere da a) a h).
Articolo 11 bis
Applicazione delle norme in materia di informazioni classificate e sensibili
(a) ogni Stato membro assicura che sia offerto un livello di protezione delle informazioni classificate UE equivalente a quello garantito dalle norme di sicurezza del Consiglio di cui alla decisione 2013/488/UE del Consiglio[12];
(b) la Commissione protegge le informazioni classificate in conformità delle norme di sicurezza di cui alla decisione (UE, Euratom) 2015/444 della Commissione[13].
Articolo 12
Monitoraggio e relazioni
(a) alla creazione di una nuova cooperazione transfrontaliera tra Stati membri, paesi associati o paesi di cui all’articolo 5, paragrafo 2;
(b) alla partecipazione delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione all’azione, in qualità di contraenti o subappaltatori nella catena di approvvigionamento;
(c) al rafforzamento dell’EDTIB in tutta l’Unione e alla garanzia di condizioni di parità per i fornitori degli Stati membri;
(d) alla ricostituzione delle scorte che sono state esaurite a causa dei trasferimenti di prodotti della difesa verso l’Ucraina;
(e) alla sostituzione di soluzioni obsolete di materiale militare progettato e/o prodotto nell’Unione sovietica, o di soluzioni successive di materiale militare basate sulle prime, con soluzioni dell’Unione.
La relazione individua il coinvolgimento di ciascuno Stato membro e valuta le potenziali strozzature nel funzionamento dello strumento.
La relazione individua inoltre, in base a considerazioni sulle esigenze essenziali dell’Unione in materia di capacità di difesa, gli ambiti con dipendenze e carenze critiche per quanto riguarda le materie prime, i componenti e le capacità di produzione di paesi terzi, compresa una valutazione delle possibilità di sviluppo di alternative all’interno dell’Unione.
2 bis. Per ciascuna sovvenzione la Commissione, previa consultazione del consorzio degli Stati membri e dei paesi associati interessati, nomina un funzionario dell’ente appaltatore come responsabile del monitoraggio. Tale responsabile monitora l’attuazione dell’appalto comune, fornisce una relazione sullo stato di avanzamento alla Commissione ogni tre mesi fino alla fine del periodo di erogazione dello Strumento e contribuisce alla relazione di cui al paragrafo 1.
2 ter. Il funzionario responsabile del monitoraggio è associato all’informazione del Parlamento europeo. Su richiesta del Parlamento europeo, tale attività di informazione avviene a livello EU Restricted.
Articolo 12 bis
Sviluppo di componenti critici nell’Unione
Entro 12 mesi dalla pubblicazione della relazione di valutazione di cui all’articolo 12, e in base ai risultati di tale relazione, la Commissione, in collaborazione con l’Agenzia europea per la difesa, elabora un elenco di componenti critici originari di paesi terzi per i quali non esistono alternative nell’Unione e adotta misure appropriate per promuoverne lo sviluppo nell’Unione, anche attraverso la ricerca e lo sviluppo, e in particolare attraverso il Fondo europeo per la difesa.
Articolo 13
Informazione, comunicazione e pubblicità
Articolo 13 bis
Esercizio della delega
Articolo 14
Procedura di comitato
Articolo 15
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
RELAZIONE sulla tabella di marcia del SEAE sui cambiamenti climatici e la difesa
4.4.2022 – (2021/2102(INI))
Il Parlamento europeo,
Strategia e concetto
Tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa
Un approccio globale e coerente
Affrontare la dimensione operativa
Integrare gli aspetti legati ai cambiamenti climatici nello sviluppo delle capacità militari
Intensificare la cooperazione internazionale e rafforzare il multilateralismo
RELAZIONE sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
21.12.2021 – (2021/2183(INI))
Il Parlamento europeo,
Dotare l’UE di una dottrina di sicurezza e di difesa grazie alla bussola strategica, vettore dell’autonomia strategica
Missioni e operazioni della PSDC nel 2020: valutazione e raccomandazioni
Anticipare e gestire le crisi
Un’Unione più resiliente: garantire l’accesso agli spazi strategici contestati, rafforzare l’assistenza reciproca e la sicurezza tra Stati membri
Difendere la libertà di circolazione in mare
Resistere alle minacce ibride
Preservare la sovranità nello spazio e aerea dell’Unione
Proteggere le infrastrutture strategiche
Sviluppare le capacità civili e militari, migliorare i processi e lo sviluppo e garantirne la coerenza
Rafforzare i partenariati in materia di difesa e sostenere la sovranità dei paesi partner
Difendere il multilateralismo sul controllo degli armamenti, sul disarmo e sulla non proliferazione
Rafforzare il dialogo, i partenariati e la cooperazione in materia di sicurezza e difesa
Migliorare la governance europea della PSDC
RELAZIONE sul controllo multilaterale delle armi e delle armi di distruzione di massa, e i regimi di disarmo: sfide e prospettive
16.11.2021 – (2020/2001(INI))
l Parlamento europeo,
RELAZIONE sullo stato delle capacità di ciberdifesa dell’UE
16.7.2021 – (2020/2256(INI))
Il Parlamento europeo,
Stato delle capacità di ciberdifesa dell’UE
Visione strategica – garantire una ciberdifesa resiliente
Rafforzare i partenariati e il ruolo dell’UE nel contesto internazionale
RELAZIONE sulla raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio e al vicepresidente della Commissione europea/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente l’attuazione e la governance della cooperazione strutturata permanente (PESCO)
29.9.2020 – (2020/2080(INI))
Il Parlamento europeo,
Proposte di risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull’intensificarsi delle tensioni a Varosia in seguito alle azioni illegali della Turchia e la necessità di riprendere con urgenza i colloqui
18.11.2020 – (2020/2844(RSP))
Il Parlamento europeo,
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Interrogazione sul caso di Oriflame e di altre aziende europee attive in Russia
23.4.2024
I media europei hanno segnalato che l’azienda europea di cosmetici Oriflame continua a operare in Russia e nei territori ucraini illegalmente occupati, attraverso la sua filiale, nonostante l’annuncio di ritiro dal mercato russo.
Secondo quanto ha affermato la Commissione, le operazioni di aziende europee in Russia contribuiscono fiscalmente al sostegno finanziario del regime russo, quindi anche alla guerra contro l’Ucraina.
Alla luce di ciò, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Accelerazione nel sistema di difesa aerea integrata collettiva
23.4.2024
La European Sky Shield Initiative (ESSI) rappresenta un encomiabile passo verso una difesa collettiva, con l’obiettivo di unire gli Stati membri nella costruzione di un sistema di difesa aerea integrato. Oggi conta oltre 20 paesi membri.
In Europa occidentale, paesi come Francia e Italia non hanno ancora aderito. Questo potrebbe vanificarne l’efficacia, trasformandola in una nuova “Linea Maginot”, con un intero fronte occidentale e meridionale scoperti.
La gestione dei tempi è di vitale importanza per implementare tali sistemi di difesa in presenza della crescente minaccia di attacchi con missili e droni.
Ciò premesso, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano
3.4.2024
La bussola strategica per la sicurezza e la difesa sottolinea come sia necessario ottimizzare, aggiornare e incrementare i costi comuni relativi alle missioni e alle operazioni militari, con l’obiettivo di aumentare la solidarietà e incoraggiare un ulteriore coinvolgimento in tali operazioni da parte degli Stati membri.
In quanto fornitore di sicurezza regionale e globale, l’Unione europea deve essere in grado di proiettare più strategicamente la propria influenza, utilizzando capacità e responsabilità condivise.
Questo anche in considerazione del fatto che l’ambiente geopolitico attuale è caratterizzato da un aumento di conflittualità e di autoritarismo, a cui corrisponde la necessità di saper fornire aiuti umanitari in quantità e scala senza precedenti nella storia delle relazioni internazionali.
Nel comparto marittimo e navale, la nave ospedale Vulcano è la prova che l’Italia ha meno lacune a livello di capacità e strategia rispetto ad altri Stati membri e di come l’industria cantieristica e navale italiana sia in grado di essere meno dipendente, tecnologicamente e industrialmente, da terzi.
Ciò premesso, intende la Commissione dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano?
Difesa dalle interferenze all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
5.3.2024
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è da tempo più influenzata dalla politica che dalla salute pubblica, in particolar modo dagli autoritarismi che esercitano il loro potere per indirizzare le scelte dell’OMS e ostacolare indagini scientifiche indipendenti.
L’organizzazione è stata fortemente criticata per la gestione della pandemia di COVID-19, fino al punto di essere stata accusata di aver indirettamente avuto un ruolo nella diffusione del contagio. Tutto questo perché l’OMS si sarebbe basata sulle dichiarazioni del Partito comunista cinese, persino per quanto riguarda le origini del virus.
Negli anni a seguire non vi è stata riforma sulla governance, sui processi di gestione finanziaria e di bilancio, anche per quanto riguarda la trasparenza sui finanziatori pubblici o privati dell’OMS.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
La sicurezza dei cittadini europei all’estero – Il caso del bambino italiano Adelio Bocci e della madre
22.1.2024
Il bambino italiano di 10 anni Adelio Bocci, nato da padre italiano e madre tagika naturalizzata italiana, si trova attualmente in Kazakhstan.
Fonti di stampa locale riferiscono che la madre lo ha sottratto alla famiglia e portato in Kazakhstan. Sulla donna, continuano le fonti di stampa, pendono tre mandati di cattura internazionale e una richiesta di estradizione, mentre la diplomazia italiana e l’Interpol non riescono a dare informazioni certe riguardo alla sicurezza del minore.
L’associazione ONLUS delle famiglie e delle persone scomparse “Penelope” ha recentemente scritto al ministro degli Esteri italiano sottolineando come vi siano foto e video nei quali il minore presenta segni di percosse e pugni, nonché atteggiamenti di paura e di sottomissione.
Anche in virtù dell’accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione (ARPC) del 2015, che ha portato le relazioni tra l’Unione europea il Kazakhstan a un nuovo livello e che rappresenta un’importante pietra miliare in oltre 25 anni di relazioni tra l’Unione e il Kazakhstan, come intende il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza supportare gli sforzi della diplomazia italiana per agevolare e garantire la sicurezza di Adelio Bocci e della madre?
Azione dell’Occidente unito nella sconfitta di Hamas e ritardo delle sanzioni imposte dall’Unione europea
16.11.2023
Gli Stati dell’Occidente sono uniti nel condannare, anche tramite azioni, il brutale e ingiustificato attacco di Hamas contro Israele del 7 settembre. Il 14 novembre 2023 Stati Uniti e Gran Bretagna hanno imposto sanzioni contro individui ed entità affiliati ad Hamas, cercando di colpire tutti meccanismi attraverso cui viene fornito sostegno ad Hamas e alla Jihad islamica palestinese, a cominciare dall’Iran che, attraverso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, ha trasferito centinaia di milioni di euro.
È il terzo pacchetto di sanzioni annunciato dagli Stati Uniti dall’attacco. Inoltre, questi provvedimenti si aggiungono alle sanzioni già esistenti nel Regno Unito contro Hamas, anche nei confronti dell’organizzazione stessa.
Italia, Francia e Germania sono in prima linea nel raggiungere l’obiettivo di isolare e sconfiggere Hamas.
Ciò premesso, può il Consiglio far sapere:
Atti intimidatori dell’Ambasciata d’Iran a Roma
30.5.2023
A Roma, presso la sede dell’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran in Italia, è stata montata una telecamera su una forca, ovvero uno strumento per l’impiccagione. Questo gesto è una sfida ai valori europei, a cominciare dall’impegno dell’Unione europea e degli Stati membri nel sostenere la proteste pacifiche della popolazione iraniana sedate con la violenza e con la pena di morte per coloro che si oppongono agli ayatollah.
Nonostante l’Ambasciata iraniana abbia smentito di aver montato la struttura che ricorda uno strumento per le esecuzioni, è importante ricordare che proprio l’ambasciatore dell’Iran in Italia a gennaio aveva giustificato le condanne a morte dei manifestanti.
Anche il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury ha denunciato l’accaduto di Roma.
Ciò premesso, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Carenze del regolamento Schengen in relazione alle cure e alla guarigione dei soldati ucraini feriti
8.3.2023
Dall’inizio dell’invasione militare non provocata e ingiustificata dell’Ucraina da parte della Russia, l’UE e i suoi Stati membri hanno dimostrato un sostegno e una solidarietà senza precedenti nei confronti dell’Ucraina e dei suoi cittadini.
La Commissione ha coordinato interventi sostanziali di assistenza attivando la direttiva sulla protezione temporanea[1], la piattaforma di solidarietà per l’Ucraina, la rete europea sulle migrazioni, la rete “Blueprint” per la gestione delle crisi, gli orientamenti operativi per gli Stati membri e il piano in 10 punti.
Tuttavia, come recentemente sottolineato dal viceministro della Difesa ucraino, Oleksandr Polishchuk, i soldati ucraini feriti sul campo di battaglia hanno bisogno di cure mediche complesse e urgenti nella vicina Polonia.
Ma il tempo necessario per la loro guarigione e riabilitazione supera spesso il limite dei 90 giorni stabilito dal regolamento Schengen[2]. Il fatto di sottoporsi a cure e trattamenti riabilitativi al di fuori dell’Ucraina dilaniata dal conflitto è talvolta l’unico modo in cui tali soldati possono tornare a casa e continuare a combattere per la libertà del loro Paese.
Gli orrori della guerra ingiustificata e illegale della Russia contro l’Ucraina: la ricollocazione forzata e l’adozione illegale di minorenni ucraini
27.2.2023
La guerra ingiustificata e illegale della Russia contro l’Ucraina è anche una guerra contro il diritto internazionale stesso. Putin sta calpestando i principi fondamentali del diritto internazionale che legano insieme tutti i popoli.
I termini della pace, quando giungerà, verranno ratificati dai cittadini ucraini, così come previsto dalla costituzione democratica dell’Ucraina, e per la Russia si profilano diverse conseguenze sotto il profilo di crimini di guerra.
Una grave violazione della quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili riguarda il trasferimento illegale e la deportazione di persone protette, tra cui i minorenni.
Ciò premesso, può l’Alto Rappresentante/Vice Presidente della Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Probabilità di una nuova guerra fredda causata dagli atti, dalla coercizione e dalle minacce, compresa la forma recente di spionaggio asimmetrico, della Repubblica popolare cinese
22.2.2023
L’unità tra alleati e paesi che condividono gli stessi principi nel riconoscere e affrontare le minacce poste dalla Repubblica popolare cinese, comprese le forme asimmetriche e ibride di spionaggio, potrebbe evitare una nuova guerra fredda. Tuttavia, è difficile comprendere in che modo tale guerra fredda possa essere evitata.
La Repubblica popolare cinese ha fornito sostegno militare alla Russia e l’ha aiutata ad eludere le sanzioni, le entità della Repubblica popolare cinese hanno intrapreso attività dannose che violano le sanzioni contro l’industria petrolifera iraniana e le sue pratiche militari, diplomatiche ed economiche aggressive hanno cercato di sottoporre a coercizione altre nazioni e distorcere i mercati, minando il benessere dei cittadini europei. Inoltre, ha commesso atti illeciti nel Mar cinese meridionale e orientale e il suo comportamento aggressivo che mina la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan ha costantemente violato la sovranità e l’indipendenza di tale paese. Ha inoltre commesso inaccettabili violazioni dei diritti umani in Tibet e nello Xinjiang e ha eroso i diritti della popolazione di Hong Kong. I suoi sforzi di repressione transnazionale, compresa la creazione di “stazioni di polizia d’oltremare”, violano la sovranità degli Stati e i diritti e gli interessi delle comunità cinesi della diaspora.
In che modo intende l’UE proporre un ulteriore approfondimento del coordinamento transatlantico per quanto riguarda la Repubblica popolare cinese e la regione indo-pacifica, chiarendo nel contempo ai funzionari cinesi che i loro tentativi di ridefinire l’ordine internazionale esistente sono inaccettabili?
Presunte pratiche volte a eludere le sanzioni dell’UE sul petrolio russo
21.2.2023
Secondo quanto riportato da diverse testate giornalistiche, sembrerebbe che la Russia, tramite l’utilizzo di pratiche poco trasparenti, riesca ad aggirare le sanzioni imposte dall’UE e vendere il proprio petrolio sul mercato europeo. Ciò accadrebbe grazie a paesi terzi, che acquistando il greggio russo e miscelandolo con petrolio di propria produzione e/o raffinandolo lo venderebbero come prodotto di origine nazionale.
Tutto ciò sarebbe possibile, ad esempio, effettuando trasbordi in mare aperto di greggio da navi russe ad altre navi e accadrebbe al largo delle coste europee (nello specifico a largo di Ceuta e Calamata).
Considerato che il 5 dicembre 2022 sono entrati in vigore il massimale di prezzo e l’embargo europeo sul petrolio russo e che dal 5 febbraio 2023 tale embargo è stato esteso anche ai prodotti petroliferi raffinati, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Presunta esecuzione sommaria di prigionieri di guerra armeni da parte delle forze armate azere
10.10.2022
Nei giorni scorsi alcuni media hanno rilasciato un video che mostrerebbe un gruppo di soldati armeni catturato, circondato dalle truppe azere e giustiziato.
Se l’autenticità del video diffuso in rete venisse confermata, si tratterebbe chiaramente di un crimine di guerra che necessiterebbe di tutte le indagini del caso.
Alla luce del recente conflitto iniziato nel 2020 tra Azerbaigian e Armenia nella regione del Nagorno-Karabakh, del rischio di una nuova escalation e di una guerra aperta dopo la nuova aggressione da parte delle forze armate azere, dell’importanza del rispetto dei diritti umani dei prigionieri di guerra e dell’adesione alle convenzioni di Ginevra, delle già numerose infrazioni azere nei confronti di prigionieri armeni, come già menzionato anche in una risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2021[1], e del precedente episodio di una militare armena torturata, mutilata e uccisa dalle forze azere, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
“Uber files” e fenomeno delle “porte girevoli” (revolving doors) nelle istituzioni europee
13.7.2022
Secondo quanto si apprende a mezzo stampa, il quotidiano The Guardian è entrato in possesso di un massiccio numero di registrazioni, e-mail e documenti interni della società multinazionale Uber, datati tra il 2013 e il 2017. Queste informazioni sono state condivise con il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi americano e altri media, tra cui la BBC Panorama, e provano che la compagnia ha tenuto un comportamento ingiustificabile sotto il profilo etico, le cui conseguenze legali saranno valutate dalle autorità competenti.
I diversi articoli che ne parlano denunciano l’esistenza di un legame tra la multinazionale e l’ex vicepresidente esecutivo della Commissione europea Neelie Kroes durante l’esercizio del suo mandato. Precisamente, i documenti divulgati sembrano rivelare che Neelie Kroes stesse negoziando il suo ingresso nel comitato consultivo di Uber mentre ancora rivestiva l’incarico di Commissario europeo per l’agenda digitale.
Inoltre, le e-mail divulgate sembrano provare che un’azione dell’ex Commissario Kroes a favore della multinazionale sia avvenuta sia mentre ricopriva il ruolo di commissario, sia durante il successivo periodo di “cooling off”, al termine del quale ha cominciato a lavorare “ufficialmente” per la società.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Mancata estradizione degli ex terroristi rossi in Italia
6.7.2022
Il 29 giugno 2022 la Corte d’appello di Parigi ha negato l’estradizione in Italia di dieci ex terroristi arrestati nell’aprile 2021 nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse”. I criminali, che da quarant’anni vivono a piede libero in Francia, durante la stagione degli “anni di piombo” si resero protagonisti di tragici fatti di sangue. Tra loro spicca anche la figura di Narciso Manenti, condannato all’ergastolo per aver ucciso a Bergamo, il 13 marzo 1979, l’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri.
Tutti e dieci i terroristi sono stati giudicati colpevoli dalla giustizia italiana, nell’ambito di procedimenti che si sono svolti nel pieno rispetto delle garanzie e delle tutele accordate dalla legge agli imputati. Ciononostante, la Francia ha deciso di rispondere negativamente alle molteplici richieste fatte dal ministero della Giustizia italiano per dare il via libera alla loro estradizione.
Considerata la gravità dei reati commessi in uno dei momenti più dolorosi della storia d’Italia e il valore intrinseco di una vicenda che vede il coinvolgimento diretto di due Stati membri fondatori dell’UE, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Evoluzione del conflitto Russia-Ucraina e la risposta europea
28.2.2022
Dopo settimane di tensioni, all’alba di giovedì 24 febbraio la Russia ha lanciato un’offensiva militare su larga scala nei confronti dell’Ucraina. A seguito di questa aggressione l’Unione europea, così come i suoi alleati, ha subito annunciato l’imposizione di sanzioni.
Ferma restando la necessità di una forte e immediata risposta alle gravi violazioni del governo russo, occorre ricordare che la Russia è il più grande fornitore dell’UE di fonti energetiche come petrolio, gas e combustibili solidi. Inoltre, l’Europa importa dalla Russia anche grandi quantità di materie prime e prodotti come nichel, alluminio e fertilizzanti.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione chiarire:
Evoluzione del conflitto Russia-Ucraina e la risposta europea
28.2.2022
Dopo settimane di tensioni, all’alba di giovedì 24 febbraio la Russia ha lanciato un’offensiva militare su larga scala nei confronti dell’Ucraina. A seguito di questa aggressione l’Unione europea, così come i suoi alleati, ha subito annunciato l’imposizione di sanzioni.
Ferma restando la necessità di una forte e immediata risposta alle gravi violazioni del governo russo, occorre ricordare che la Russia è il più grande fornitore dell’UE di fonti energetiche come petrolio, gas e combustibili solidi. Inoltre, l’Europa importa dalla Russia anche grandi quantità di materie prime e prodotti come nichel, alluminio e fertilizzanti.
Alla luce di quanto precede, può il Consiglio chiarire:
Allarme terrorismo islamico: passaporti falsi: così l’Isis può arrivare nell’UE
2.2.2022
Secondo una recente inchiesta condotta dal giornale britannico “Guardian”, sono diversi i militanti dell’Isis che stanno lasciando la Siria con passaporti falsi e si stanno dirigendo verso il Regno Unito, l’Unione europea, gli Stati Uniti ed il Canada.
L’allarme terroristico, dunque, è tutt’altro che cessato. La fine del Califfato Islamico e la morte di Abu Bakr Al Baghdadi hanno solo dato l’illusione che il problema fosse risolto. Al contrario, l’Isis si sta riorganizzando e, soprattutto, non sono pochi i combattenti stranieri che adesso stanno tornando verso l’Europa utilizzando passaporti falsi.
Secondo il giornale britannico, infatti, il centro nevralgico di questo traffico sarebbe la Turchia. Una delle reti che gestisce la compravendita di passaporti falsi è in mano ad un cittadino uzbeko residente in Turchia. L’uomo vende passaporti falsi di alta fattura e di differenti Paesi per migliaia di dollari. Sarebbero almeno dieci, secondo il “Guardian”, le persone che hanno già attraversato illegalmente il confine tra Siria e Turchia, lasciando il paese dall’aeroporto di Istanbul.
Alla luce di ciò si chiede alla Commissione quali misure intenda adottare per prevenire e combattere questo grave fenomeno che mette a rischio la sicurezza di tutta l’Unione europea e dei suoi cittadini.
Conflitto russo-ucraino
13.1.2022
Nelle scorse settimane la Russia ha gradualmente schierato quasi 100 000 soldati nella regione del Donbass, numero che, secondo un recente rapporto pubblicato dal Washington Post, sarebbe destinato a crescere fino a 175 000. Allo stesso tempo, Bloomberg riporta che, secondo fonti dell’intelligence statunitense, i mesi di gennaio e febbraio rappresentano una finestra temporale strategicamente favorevole per un possibile attacco russo.
A seguito della sua visita in Ucraina, il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Borrell ha sottolineato come il panorama geopolitico stia cambiando molto rapidamente e ha dichiarato che “il conflitto al confine con l’Ucraina sta per aggravarsi”. In modo analogo, il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha definito “reale” il rischio di conflitto, ribadendo che finora la Russia non ha fatto alcun passo avanti per favorire un allentamento della tensione.
Alla luce di quanto sopra, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza far sapere:
Ruolo dei social network nel traffico di esseri umani e nello sfruttamento dell’immigrazione
25.11.2021
La crisi migratoria ai confini della Bielorussia con la Polonia e la Lituania ha rivelato nuove strategie per quello che è stato definito un attacco ibrido contro l’Unione europea.
Un ruolo chiave per favorire la crisi lo hanno svolto i social media utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere false rassicurazioni e pubblicizzare numeri di telefono e video, al fine di indurre i migranti a recarsi ai confini dell’UE. In particolar modo Facebook è diventato un megafono di disinformazione e diffusione di notizie false con il fine di trarne un profitto.
Il monitoraggio e l’analisi di Semantic Vision mostrano nel dettaglio questo fenomeno di coordinamento che coinvolge diversi soggetti in tutto il Medio Oriente.
Ciò premesso, l’interrogante chiede alla Commissione:
Acquisizioni europee nel campo della difesa: il caso dell’offerta della franco-tedesca KNDS per l’acquisto di OTO Melara e Wass di Leonardo
17.11.2021
L’Unione europea è una costruzione politica fondata attorno a una comunità di interessi, spesso tecnologici: in passato il carbone, l’acciaio e la ricerca sull’atomo, mentre più recentemente nel settore aerospaziale, dell’idrogeno, delle batterie, dei vaccini e delle tecnologie abilitanti e di rottura.
La detenzione di Nasibe Semsai e le politiche migratorie della Turchia nei confronti di regimi totalitari
19.11.2020
Le leggi del velo forzato sono obbligatorie in Iran sin dalla rivoluzione islamica del 1979. La polizia del “buoncostume” iraniana tiene sotto sorveglianza la popolazione femminile, punendo chi si mostra in pubblico senza il velo con l’arresto, pene detentive, fustigazioni o multe.
Durante le proteste del “mercoledì bianco” del 2018, le donne iraniane hanno sfidato il regime togliendo il velo o rimpiazzandolo con un velo bianco in luoghi pubblici. Le autorità iraniane hanno reagito con massicce repressioni: almeno 48 difensori dei diritti delle donne sono stati arrestati e condannati in processi profondamente iniqui[1].
Nasibe Semsai, principale figura dietro questo movimento, rischia la deportazione e 12 anni di reclusione in Iran dopo essere stata arrestata in Turchia.
Lo strumento dell’UE per i rifugiati in Turchia gestisce un totale di 6 miliardi di euro[2] insieme allo strumento di preadesione (IPA), che concede alla Turchia un sostegno supplementare di oltre 9 miliardi di euro (2007-2020)[3].
Alla luce di quanto precede, può il VP/AR rispondere ai seguenti quesiti:
Considerando le sistematiche violazioni dei diritti umani e la continua e violenta repressione attuata dal regime iraniano, intende l’UE contribuire all’istituzione di un processo di responsabilità internazionale e fare pressione per combattere casi come quello sopra menzionato?
Considerando che queste elargizioni non hanno avuto il minimo effetto sul deterioramento della democrazia turca, intende l’UE mantenere tali finanziamenti?
Inoltre, come intende evitare il sostegno della Turchia a tali regimi?
Inserimento dei “Lupi Grigi” nell’elenco dei soggetti terroristici stabilito dall’UE
10.11.2020
L’organizzazione dei “Lupi Grigi” è considerata come il braccio armato del MHP (Partito del Movimento Nazionalista) e durante gli anni ’70 e ’80 è stata protagonista di violenze nelle strade della Turchia, quando i suoi membri si sono spesso scontrati con avversari politici.
Da decenni i “Lupi Grigi” si sono radicati in più paesi europei (Austria, Francia, Germania, etc.) creando delle reti di migliaia di persone e sviluppando una forte influenza nelle varie comunità turche situate in tutta Europa.
Nelle ultime settimane, successivamente all’escalation del conflitto nella regione del Nagorno-Karabakh, abbiamo osservato numerose manifestazioni in varie città europee da parte delle comunità turche. I “Lupi Grigi”, secondo quanto riportato da una testata giornalistica, sarebbero stati gli organizzatori di una vera e propria “caccia all’armeno” nella città francese di Lione.
Tale organizzazione ha collegamenti con l’estrema destra turca e l’Islam radicale e alcuni suoi membri hanno compiuto azioni di destabilizzazione e sedizione sul suolo europeo. Inoltre, essa è già bandita a vari livelli da alcuni Stati membri.
Ciò premesso, può il Consiglio dell’Unione europea comunicare se, quando verrà discussa la prossima revisione semestrale dell’elenco dei soggetti terroristici stabilito dall’UE, verrà considerato l’inserimento dell’organizzazione dei “Lupi Grigi”?
La Turchia attacca i curdi e addestra jihadisti per la guerra nell’Artsakh
29.10.2020
Organi di stampa italiani riportano la notizia secondo la quale l’esercito turco, dopo la guerra dello scorso anno nel nord della Siria, continuerebbe ad attaccare la popolazione civile di alcuni territori a maggioranza curda e che a causa di ciò, quasi mezzo milione di civili curdi sono stati costretti a fuggire dalla loro terra;
La Turchia starebbe poi trasformando le aree sotto il proprio controllo in un rifugio sicuro per diversi gruppi jihadisti (ex miliziani di ISIS, Al Nusra e Al Qaeda);
Sempre secondo le notizie riportate, l’esercito turco avrebbe da tempo promosso una intensa attività di addestramento di questi miliziani per poi inviarli in zone di guerra come la Libia o l’Artsakh;
Alla luce di ciò, il vicepresidente/alto rappresentante:
ll Presidente Macron e la crisi dell’Islam, anche nel contesto della decapitazione di un insegnante, simbolo identitario e culturale
29.10.2020
Il Presidente Macron ha denunciato l’islamismo come una minaccia all’architettura laica dello Stato. L’orrifica e barbarica decapitazione di un insegnante, percepita anche come una “decapitazione del libero pensiero”, necessita un’espiazione e riteniamo debba essere parte del dibattito sul futuro dell’Europa. In Occidente, la religione non controlla e non regola lo spazio pubblico (sia fisico che di pensiero), e pensare che una religione possa governare uno Stato nel XXI secolo è insano. La democratizzazione dello Stato si basa su libere ed eque elezioni, separazione dei poteri, Stato di diritto, diritti umani e libertà civili (espressi soprattutto nell’autodeterminazione della donna e nella libertà di espressione). L’autodeterminazione della donna significa, ad esempio, che matrimoni forzati, test di verginità, infibulazione, lapidazione e relegazione della donna alla povertà educativa e culturale siano tutte nette violazioni, umiliazioni e negazioni della fisicità della donna. Ma l’Islam politico e radicale rimane elusivo sui fondamentali della democratizzazione e non è chiaro se i partiti islamici siano favorevoli a essi e se le popolazioni islamiche li accettino. Ciò premesso, e di fronte a tanta incertezza, che lascia pericolosi margini di interpretazione, può dire il Consiglio se l’Unione ha strumenti comuni per fare chiarezza garantendo sicurezza e difesa ai cittadini europei e ai valori europei?
Supporto all’Italia per l’immediata liberazione degli equipaggi dei motopescherecci di Mazara del Vallo imprigionati a Bengasi
7.10.2020
Da quasi 10 anni la Libia è dilaniata dalla guerra. Il 21 agosto, grazie anche agli sforzi dell’UE e dei suoi Stati membri, tra cui l’Italia, è stato possibile negoziare un accordo di cessate il fuoco la cui attuazione si spera possa contribuire a risolvere il conflitto.
Mentre un barlume di speranza prendeva forma, il 2 settembre, 18 membri degli equipaggi dei motopescherecci “Antartide” e “Medinea” di Mazara del Vallo sono stati illegittimamente fermati in acque internazionali dalle forze militari del generale Haftar e si trovano ancora oggi prigionieri nel porto libico di Bengasi.
Chiarimenti sulle misure adottate dall’UE per impedire finanziamenti a ONG palestinesi collegate a gruppi terroristici
6.7.2020
Nei mesi scorsi le autorità israeliane hanno segnalato all’UE il rischio concreto che alcune ONG palestinesi, potenzialmente collegate a gruppi terroristici di stampo islamico, avrebbero potuto beneficiare di alcuni fondi europei.
A tal proposito il Commissario Olivér Vàrhelyi, durante la riunione della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo (AFET) dello scorso 19 maggio [1] , ha dichiarato di aver incaricato personalmente i capi delle delegazioni dell’UE in Israele e in Cisgiordania/Gaza di esaminare a fondo le accuse di utilizzo illecito di fondi europei.
Considerando che:
Può la Commissione chiarire come intende monitorare e agire al fine di evitare che fondi europei, tramite ONG palestinesi prestanome, vengano dirottati illecitamente a gruppi terroristici?
Tensioni etniche, politiche e religiose in Bosnia Erzegovina
9.6.2020
La Bosnia Erzegovina, negli anni ‘90 al centro di un sanguinoso conflitto etnico, si trova negli ultimi tempi a vivere nuove tensioni etniche e religiose.
A settembre del 2019 il maggior partito bosniaco-musulmano ha manifestato l’intenzione di modificare il fragile assetto istituzionale del giovane Stato, aggirando di fatto gli accordi di Dayton e Washington. Tale intenzione, presentata sotto forma di dichiarazione scritta, ha scatenato le reazioni delle altre minoranze etniche, che hanno denunciato il partito, accusandolo di voler violare la Costituzione e di mirare a un nuovo conflitto.
Accanto a questa situazione già incandescente, vi sono i flussi migratori che percorrono i corridoi balcanici per raggiungere l’Europa e che, inevitabilmente, creano altra tensione.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Unione Europea e trasparenza delle informazioni cinesi
27.3.2020
L’inizio dell’epidemia della Covid-19 ha avuto come epicentro la città cinese di Wuhan, dove il virus ha iniziato a diffondersi già alla fine del 2019. I primi passaggi nella gestione di questa crisi sono stati lacunosi, opachi e mirati a impedire la diffusione di informazioni riguardo al virus e ai contagiati, almeno finché gli effetti non sono diventati di pubblico dominio.
Il comportamento delle autorità della Repubblica popolare cinese (RPC) dimostra come sia mancata trasparenza e apertura riguardo all’epidemia, cosa che non ha agevolato una risposta coordinata anche a livello sovranazionale; un atteggiamento opposto a quello mantenuto dagli Stati membri dell’UE.
Permangono ancora molti interrogativi sull’atteggiamento e l’attendibilità dei dati forniti dalla RPC sul rischio di contagi effettivi del Coronavirus.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Minacce alla sicurezza dal progetto “Via della Seta sanitaria”
23.3.2020
Il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente cinese hanno avviato la “Via della Seta sanitaria”, che vedrebbe l’Italia come unico paese del G7 e membro dell’UE ad aver aderito al progetto geopolitico cinese. L’ambizione cinese di nutrirsi all’estero di dati in campo sanitario e tecnologico è nota. Huawei ha offerto all’Italia di sviluppare una rete cloud di condivisione dei dati sanitari in tempo reale e la scarsa trasparenza sulla diffusione di COVID-19 e l’uso controverso dei dati personali dei cittadini in Cina costituiscono aspetti gravi.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Intende chiedere con urgenza al Primo Ministro italiano di riferire sul contenuto dei suddetti accordi?
Intende valutare la rilevanza strategica e la gestione dei dati sanitari dei cittadini europei nei vari Stati membri, viste la loro qualifica di dati personali rilevanti per la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini e la connotazione di “infrastruttura critica” degli ospedali e delle strutture sanitarie pubbliche e private ai sensi della direttiva NIS?
L’accordo tiene conto delle indicazioni contenute nella raccomandazione sulla sicurezza del 5G e nel toolbox, e della necessità di garantire e preservare la sovranità e l’autonomia nazionale ed europea rispetto a possibili ingerenze straniere?
L’Unione europea chiarisca i legami tra il Qatar e alcuni gruppi terroristici
20.2.2020
Il Qatar è considerato da molti un paese controverso: è noto, infatti, come questo abbia finanziato, anche in Italia, centri islamici e organizzazioni religiose legate alla Fratellanza musulmana.
Questo atteggiamento sta creando una giusta e crescente preoccupazione, non solo in Europa, ma anche nei paesi del Golfo, dove, nel giugno del 2017, un gruppo di Stati e altri paesi arabi hanno preso la decisione di tagliare i legami diplomatici con lo Stato del Qatar.
Oltre a gruppi terroristici, è nota, da tempo, la vicinanza del Qatar con l’Iran, oltre che con la Turchia e i paesi che sostengono la Fratellanza musulmana.
Alla luce di quanto precede, può l’Alto rappresentante rispondere ai seguenti quesiti:
Salvaguardia della nostra infrastruttura critica
19.2.2020
Il mercato europeo delle telecomunicazioni si basa già su alcune componenti cinesi. Può la Commissione condividere con il Parlamento un’analisi per Stato membro?
Nel caso in cui componenti realizzate dal più grande venditore mondiale di telecomunicazioni, una società cinese, siano già state installate nella parte fondamentale dell’infrastruttura critica delle telecomunicazioni di uno Stato membro dell’UE, quali misure adotterà la Commissione?
Allarme spie cinesi a Bruxelles e nelle istituzioni dell’UE
12.2.2020
Grazie a inchieste giornalistiche (Die Welt, La Stampa, Bloomberg) basate su fonti del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), si è appreso dell’esistenza a Bruxelles di una estesa rete di agenti di intelligence cinesi. Il 2020 si è aperto all’insegna di ulteriori notizie circa il coinvolgimento di ex funzionari europei in attività di spionaggio a favore della Cina, che la Commissione (“EU-China/Strategic Outlook” marzo 2019) definiva economicamente un “avversario” e politicamente un “rivale sistemico che promuove forme alternative di governance”. Poche settimane fa una portavoce del SEAE avrebbe confermato che il Servizio ha segnalato al proprio personale il pericolo di attività ostili da parte dell’intelligence cinese.
Bruxelles sarebbe sostanzialmente diventata “la capitale delle spie cinesi (circa 250) in Europa”.
Queste attività dell’intelligence cinese non si limitano a singoli target istituzionali e sono particolarmente aggressive nella città sede di quasi tutte le istituzioni europee.
Alla luce di quanto precede, la Commissione:
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul rafforzamento della formazione e della cooperazione delle polizie penitenziarie europee e sul riconoscimento del supporto indispensabile della polizia penitenziaria per comprendere e analizzare il fenomeno del radicalismo in carcere
22.1.2024
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla concessione della cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea agli ostaggi israeliani di Hamas
6.11.2023
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un nuovo piano strategico europeo comune a favore della sicurezza, della stabilità e dello sviluppo per una coesistenza possibile del popolo israeliano e palestinese
Il Parlamento europeo,
Eventi e Webinar
I legami tra criminalità e terrorismo che minacciano la sicurezza dell’Unione europea
12/10/2023
I legami sono provati e rappresentano una grave minaccia. L’Unione europea si deve difendere, soprattutto a causa della guerra in Ucraina, mediante leggi, politiche e informazioni che siano condivise.
Strategic compass: alla ricerca della cultura strategica europea
21/06/2021
La bussola strategica si prefigge di garantire la sicurezza dell’Europa e anche consentirle di svolgere un ruolo da global player e da security provider. Per Bonfrisco occorre però rivedere “i rapporti di forza tra attori istituzionali dell’Unione” e conciliare le vocazioni atlantiste e autonomiste degli Stati membri.
UE e NATO per contrastare l’autoritarismo
19/03/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/03/ue-e-nato-per-contrastare-lautoritarismo/
Cina, Russia e Turchia minacciano le democrazie fondate sui valori liberali? NATO e UE complementari per la sicurezza e «per contrastare l’autoritarismo in ogni sua forma»: Anna Cinzia Bonfrisco pungola il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.
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È più di dieci anni che la PESCO, la cooperazione strutturata permanente dell’Unione Europea che decide la nostra difesa e sicurezza, è ferma.
Penso sia importante riflettere sulle sfide mancate, “velocità” è la parola chiave.
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La giornata di oggi è per celebrare le nostre Forze Armate. Donne e uomini che ogni giorno sono in prima linea per la difesa dei nostri valori e per garantire a tutti noi libertà e democrazia.
Grazie per il vostro impegno.
https://www.facebook.com/share/v/HXoxdcnm7aPCcetc/
In commissione Affari Esteri ho posto diverse questioni sui temi delle relazioni internazionali e della difesa comune ad Augusto Santos Silva, Ministro degli Esteri del Portogallo, che durante il semestre europeo a guida portoghese troverà sul suo cammino.
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La sfida più importante per il futuro dell’Europa si gioca sulla sicurezza e quindi nello Spazio. Per questo oggi sono intervenuta in sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (SEDE) per sottolineare alla commissaria Vestager le dimenticanze dell’Europa.
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In commissione bilancio ho sottolineato l’importanza dei finanziamenti per la politica agricola e per l’industria della difesa e sicurezza. Ecco un estratto del mio intervento al Parlamento europeo di Bruxelles:
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Il Fondo Europeo per la Difesa merita un’attenzione particolare in nome della tutela delle nostre vite, per questo motivo ieri sono intervenuta nella sotto-commissione #Difesa e #Sicurezza.
https://www.facebook.com/share/v/BJ62L9fxekJTcw4d/
Ascoltare il resoconto sull’esito della riunione del Consiglio Affari esteri dei ministri della Difesa è stato un buon momento per fare il punto della situazione sulla politica di sicurezza e di difesa comune e la risposta alle crisi.
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La Giornata dell’Europa celebra il nostro dovere collettivo alla Pace e all’unità, il nostro dovere a proteggere i cittadini, i valori liberali sui quali sono fondate le nostre costituzioni liberali e le nostre economie.
Il 9 maggio per noi italiani si celebra la Memoria di coloro che sono stati vittime del terrorismo.
L’Europa si è fatta anche con il loro sacrificio.
Dedico questa giornata alle famiglie,
alle imprese italiane, ai cittadini in divisa, a tutti i patrioti, che assieme affrontano con coraggio le sfide di questi ultimi anni così difficili.
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Oggi durante commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, riunita in seduta straordinaria, ho ricordato l’impegno dell’Italia in Afghanistan oltre alle conseguenze per l’Europa in termini di flussi migratori incontrollabili e dei pericoli del terrorismo internazionale.
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Le parole di Erdogan sulla crisi del Nagorno-Karabakh e le minacce verso la #Francia, neanche troppo velate, sono inaccettabili, contrarie ai nostri valori e recidono definitivamente ogni legame della #Turchia con l’Europa.
“Siamo pronti a usare ogni mezzo a nostra disposizione”, ha detto Charles Michel, il presidente del Consiglio #Ue.
Ora si passi dalle parole ai fatti per la Sicurezza dell’Europa.
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L’assedio all’Europa del terrorismo ieri ha colpito #Vienna.
L’islamismo radicale ha un piano preordinato per privare gli Europei delle vite, dei sogni, delle #libertà, dei diritti e della cultura.
Nelle ore dell’attentato la necessità delle persone di fede ebraica di togliersi la kippah per non essere presi di mira mi ha impressionata, perché mostra tutti i modi con cui il terrorismo priva gli altri della propria esistenza.
Esprimo il mio dolore e la mia vicinanza alle vittime dell’attentato, a tutta la popolazione e alle autorità Austriache.
https://www.facebook.com/share/p/63YoNYABy2hnBGEn/
Anche oggi morti e decapitazioni in nome dell’Islam radicale.
Ancora una volta in #Francia, sempre in #Europa, sempre per debellare chi attesta la propria libertà culturale, religiosa, politica.
Dobbiamo resistere al terrorismo, dobbiamo stringerci con forza, come Europei di ogni nazionalità, idea e cultura per fare blocco contro chi ci vuole privare della nostra stessa esistenza.
È finito il tempo dell’esitazione.
Più che mai mi sento vicina alla Francia ed esprimo il mio più profondo cordoglio ai familiari delle vittime.
Il loro dolore diventi la forza per tutti noi per tornare ad essere baluardo della libertà, della laicità, della democrazia.
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Quando la #Lega ha posto la questione delle Sicurezza dei Confini la sinistra di tutta #Europa ha attaccato brutalmente #Salvini.
Oggi invece Luciana Lamorgese ha incontrato il ministro degli interni francese Gerald Darmanin per un piano di Stop all’Immigrazione illegale via mare.
Mi sarebbe piaciuto anche che il nostro ministro dicesse qualcosa sulla proposta di riforma di Schengen e di tutela dei confini esterni.
La #sicurezza degli europei e la lotta al #terrorismo islamista devono essere rivendicati senza silenzi e giri di parole!
https://www.facebook.com/share/p/DhLuNzFDmhH4GKQ8/
I Lupi Grigi turchi sono il braccio armato paramilitare di Erdogan in #Europa votati alla violenza, alla discriminazione, al negazionismo e all’intolleranza, in particolare nei confronti di #Armeni e #Curdi.
Per questo sono stati banditi dal governo Francese.
Un importante esempio per la lotta al “separatismo religioso” e al radicalismo islamista.
Solo poche settimana fa i Lupi Grigi si sono resi responsabili di manifestazioni armate, provocazioni e scritte negazioniste verso il genocidio degli Armeni.
Ora tutta l’Europa dovrà procedere sulla stessa strada, perché un principio deve essere chiaro: nelle nostre democrazie non c’è posto per chi nega la altrui #Libertà, #Storia e #Cultura.
Chi difende lo Stato e i suoi cittadini dall’Islam radicale e dal terrorismo, come sta facendo il presidente #Macron, secondo il dittatore Erdogan “ha bisogno di cure mentali”.
Chi difende la libertà di parola e la laicità dello #Stato, come sta succedendo con la nuova legislazione francese contro il separatismo religioso, secondo il primo ministro pakistano Imran Khan “incoraggia l’islamofobia”.
È impossibile oramai essere ciechi difronte ad uno scontro di civiltà. L’#Europa tutta sia fiera delle Costituzioni, dei Valori e dei Diritti liberali e li difenda da chi nega la loro esistenza.
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Oggi Kfir Bibas compie un anno. Dovrebbe essere un bambino che, come tanti, festeggia il primo compleanno, invece da 102 giorni è nelle mani del gruppo terroristico di Hamas, dopo essere stato prelevato il 7 ottobre 2023 assieme i genitori e con il fratello Ariel di 4 anni.
Kfir Bibas è la dimostrazione che il terrorismo islamista non si ferma difronte a nulla, neanche difronte ai bambini. Hamas, i suoi sostenitori e chi li giustifica sono il punto più basso, oscuro e meschino della Storia contemporanea.
Ma Kfir Bibas è anche la vita che non si arrende alla morte. Per questo motivo, ad Israele e in tuto il Mondo, oggi viene simbolicamente festeggiato il suo compleanno. Così, da ricordare a tutti che il Popolo ebraico non si è mai arreso e mai si arrenderà a chi progetta il suo sterminio.
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Il semestre europeo a guida tedesca entra nel vivo.
Oggi abbiamo ascoltato le parole del ministro degli esteri del governo Merkel, Heiko Maas, al quale ho chiesto quali azioni intraprenderà per garantire la sicurezza dei cittadini europei di fronte alla minaccia dell’estremismo violento e al terrorismo islamico. E ho espresso preoccupazione per l’ingerenza di molteplici attori stranieri nel Mediterraneo.
#sicurezza #cittadinieuropei #terrorismoislamico #mediterraneo
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L’aggressione in #Francia nei confronti dei manifestanti Armeni, da parte di filo-turchi armati, è un gesto gravissimo che in #Europa ricorda un oscuro passato.
Vietare con la violenza la libertà di espressione e il diritto ad esistere di un Popolo è la più atroce delle azioni che può compiere un uomo.
Prima di parlare di “islamofobia” Erdogan dovrebbe riconoscere il genocidio degli Armeni e condannare quanto avvenuto oggi.
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Più che sul Recovery il premier Conte ha lasciato in seno al Consiglio la crisi tra #Grecia e #Turchia.
È ancora più grave: la Grecia è un paese europeo che ha subito un’aggressione ed è stata difesa dalla sola #Francia che le ha garantito una fornitura militare importante.
La Turchia continua a dialogare con tutte le cancellerie europee come se nulla fosse ma i sogni ottomani di Erdogan, così sanguinari nel Nagorno Karabakh, vanno rispediti al mittente, perché la Grecia è confine dell’Europa.
Il governo tedesco e il governo italiano mostrano tutto il loro opportunismo.
Ma ancora più vile è stata la scelta di delegare proprio la #Germania che non è un paese del Mediteranno ma il più grande partener commerciale, anche di armi, della Turchia.
Giusto per interderci, c’è chi difende l’Europa, la sua Storia e il suo Futuro solo a parole e chi invece, come noi, che vorremmo persino mettere in discussione l’appartenenza alla Nato della Turchia.
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La magistratura francese ha la coscienza insanguinata come le mani dei terroristi che protegge.
E’ infatti inaccettabile la negazione dell’estradizione per i 10 terroristi rossi, latitanti e condannati in via definitiva dalla giustizia italiana, tra cui spiccano pluriomicida di esponenti delle forze dell’ordine.
L’impunità di queste persone è un’offesa per le vittime, i loro familiari e le Forze armate. E’ anche un affronto a quella parte della Storia dell’Italia che ancora oggi rivendica verità e giustizia.
La Francia garantisca quella solidarietà europea che è garanzia dell’amicizia tra popoli, cessando ogni forma di negazione di responsabilità e ogni forma di mancanza di rispetto della dignità umana.
Se questo è lo Stato di diritto e la risposta europea al terrorismo, noi ci preoccupiamo molto.
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Tre cittadini palestinesi residenti all’Aquila sono stati arrestati con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e di eversione dell’ordine democratico.
Ai tre palestinesi appartenenti al gruppo di risposta rapida Brigate Tulkarem, articolazione delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, riconosciuta dall’Unione Europea quale organizzazione terroristica, è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
L’accusa è di progettare un’azione terroristica da compiersi nell’insediamento israeliano di Avnei Hefetz, in Cisgiordania, mediante l’utilizzo di un’autobomba.
Un ringraziamento agli agenti della Digos e al personale del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della polizia di prevenzione per il loro tempestivo lavoro.
È essenziale che l’Unione europea lavori coesa ai fini di prevenzione di attacchi terroristici, in Italia, in Europa e nel mondo.
Pareri in quanto relatore ombra
PARERE sull’intelligenza artificiale: questioni relative all’interpretazione e applicazione del diritto internazionale nella misura in cui l’UE è interessata relativamente agli impieghi civili e militari e all’autorità dello Stato al di fuori dell’ambito della giustizia penale
7.7.2020
La commissione per gli affari esteri invita la commissione giuridica, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
PARERE recante raccomandazioni alla Commissione sul quadro relativo agli aspetti etici dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie correlate
24.6.2020
La commissione per gli affari esteri invita la commissione giuridica, competente per il merito:
– a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Probabilità di una nuova guerra fredda causata dagli atti, dalla coercizione e dalle minacce, compresa la forma recente di spionaggio asimmetrico, della Repubblica popolare cinese
22.2.2023
L’unità tra alleati e paesi che condividono gli stessi principi nel riconoscere e affrontare le minacce poste dalla Repubblica popolare cinese, comprese le forme asimmetriche e ibride di spionaggio, potrebbe evitare una nuova guerra fredda. Tuttavia, è difficile comprendere in che modo tale guerra fredda possa essere evitata.
La Repubblica popolare cinese ha fornito sostegno militare alla Russia e l’ha aiutata ad eludere le sanzioni, le entità della Repubblica popolare cinese hanno intrapreso attività dannose che violano le sanzioni contro l’industria petrolifera iraniana e le sue pratiche militari, diplomatiche ed economiche aggressive hanno cercato di sottoporre a coercizione altre nazioni e distorcere i mercati, minando il benessere dei cittadini europei. Inoltre, ha commesso atti illeciti nel Mar cinese meridionale e orientale e il suo comportamento aggressivo che mina la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan ha costantemente violato la sovranità e l’indipendenza di tale paese. Ha inoltre commesso inaccettabili violazioni dei diritti umani in Tibet e nello Xinjiang e ha eroso i diritti della popolazione di Hong Kong. I suoi sforzi di repressione transnazionale, compresa la creazione di “stazioni di polizia d’oltremare”, violano la sovranità degli Stati e i diritti e gli interessi delle comunità cinesi della diaspora.
In che modo intende l’UE proporre un ulteriore approfondimento del coordinamento transatlantico per quanto riguarda la Repubblica popolare cinese e la regione indo-pacifica, chiarendo nel contempo ai funzionari cinesi che i loro tentativi di ridefinire l’ordine internazionale esistente sono inaccettabili?
La raccolta di dati da parte della Cina è una minaccia globale
13.7.2021
Secondo un’inchiesta condotta da Reuters[1], la società cinese di genomica BGI Group vende test prenatali in tutto il mondo in collaborazione con le forze armate del paese. Secondo tale inchiesta, il governo cinese li sta utilizzando per raccogliere dati genetici da milioni di donne per effettuare ricerche approfondite sui tratti delle popolazioni. Poiché la scienza individua nuovi legami tra geni e tratti umani, l’accesso all’insieme più ampio e diversificato di genomi umani darà ai paesi un vantaggio strategico.
Il ruolo della sovranità digitale europea nella geopolitica del 5G
25.1.2021
Una recente inchiesta giornalistica ha portato alla luce la presunta richiesta di reverse engineering da parte di Huawei ai propri ingegneri impiegati da uno dei centri di ricerca dell’azienda situato in Germania[1]. Oggetto della richiesta è un prodotto del concorrente americano, il Cisco Nso, pezzo centrale del network Cisco che sembra essere strategico per il dispiegamento dei servizi del 5G.
Il posizionamento cinese nel 5G, con Huawei, intende imporsi come attore fondamentale, risultato che intende raggiungere tramite ingenti investimenti dal Partito Comunista Cinese e da privati. Tali investimenti prendono la forma di credito agevolato, ricerca e vantaggi competitivi acquistati in patria di altre geografie, come l’UE. Tale progetto non sembra quindi avere un mero carattere economico ma anche e soprattutto geopolitico.
In tale contesto, si solleva inevitabilmente la questione della difesa degli interessi degli Stati Membri dell’Unione.
Alla luce di quanto precede, con quali strumenti, tempistiche e modalità intende la Commissione affermare il progetto di sovranità digitale[2] e perseguire obiettivi di autonomia strategica nell’ambito della ‘guerra tecnologica’ che coinvolge il 5G?
Reverse engineering e discriminazione di un informatore contro presunti illeciti di Huawei
10.1.2021
A seguito di un’inchiesta giornalistica, organi di stampa riportano la notizia di una presunta richiesta di reverse engineering ai propri dipendenti da parte di Huawei[1]. Le testimonianze riportano come i top manager del colosso cinese avrebbero chiesto a ingegneri e fisici del German Research Center di “spiare e copiare” un prodotto concorrente dell’azienda americana Cisco, nonostante sia protetto da una licenza proprietaria.
Uno dei whistleblower che ha denunciato i presunti gravi illeciti, un cittadino italiano, ha deciso di rivelare la propria identità dopo aver ricevuto un trattamento discriminatorio dal German Lab dell’azienda, che lo ha penalizzato licenziandolo.
Alla luce di quanto precede, si chiede alla Commissione di rispondere ai seguenti quesiti:
Unione Europea e trasparenza delle informazioni cinesi
27.3.2020
L’inizio dell’epidemia della Covid-19 ha avuto come epicentro la città cinese di Wuhan, dove il virus ha iniziato a diffondersi già alla fine del 2019. I primi passaggi nella gestione di questa crisi sono stati lacunosi, opachi e mirati a impedire la diffusione di informazioni riguardo al virus e ai contagiati, almeno finché gli effetti non sono diventati di pubblico dominio.
Il comportamento delle autorità della Repubblica popolare cinese (RPC) dimostra come sia mancata trasparenza e apertura riguardo all’epidemia, cosa che non ha agevolato una risposta coordinata anche a livello sovranazionale; un atteggiamento opposto a quello mantenuto dagli Stati membri dell’UE.
Permangono ancora molti interrogativi sull’atteggiamento e l’attendibilità dei dati forniti dalla RPC sul rischio di contagi effettivi del Coronavirus.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Pandemia, big data e IA
23.3.2020
La COVID-19 minaccia la salute dei cittadini europei e il contagio ha colpito le democrazie occidentali, che non hanno saputo trovare un vaccino contro il soft power cinese.
Eppure ci sono modelli che potrebbero essere presi come riferimento. La Corea del Sud ha adottato un sistema di regole e procedure allineato agli strumenti offerti dall’innovazione tecnologica basati su big data, sistemi di controllo basati sull’intelligenza artificiale, metodi di rilevazione accurati. Ciò ha comportato un tasso di mortalità dello 0,69 %. Con questo metodo, a differenza della Cina, che ha isolato una provincia di oltre 60 milioni di persone, la Corea non ha limitato la libertà di movimento, ma ha sottoposto a test centinaia di migliaia di persone, riuscendo a contenere il virus a Taegu.
Pertanto, si chiede alla Commissione:
se e quali strumenti tecnologici di analisi sono stati forniti agli Stati Membri per affrontare la pandemia;
se, visto quanto accade in Europa, ritiene che in futuro sia meglio applicare protocolli di contenimento diversi e applicare da subito, adottandolo, il modello sudcoreano;
Salvaguardare gli interessi dell’UE e plasmare il futuro del mondo tramite lo sviluppo e la diffusione della tecnologia 5G
19.2.2020
Le preoccupazioni relative alla cibersicurezza, al controspionaggio, all’infrastruttura digitale, ai servizi, ai dati, alla salute e alla privacy sono le principali sfide che devono essere affrontate in maniera globale per quanto riguarda lo sviluppo e la diffusione del 5G nel mondo occidentale.
Le società europee Ericsson e Nokia e la società americana Cisco sono in prima fila nello sviluppo e nella diffusione del 5G. Questa tecnologia dovrebbe sfruttare appieno il potenziale del mercato unico e dell’economia statunitense, generando occupazione e crescita e migliorando il benessere delle persone che vivono in Occidente.
Sostenere i concorrenti occidentali delle imprese cinesi è diventata una questione di sicurezza nazionale per tutti i paesi del mondo occidentale.
Affinché le imprese europee rimangano all’avanguardia nel settore delle tecnologie delle telecomunicazioni, occorre adottare immediatamente un approccio politico strategico. Se non si procede in tal senso, Huawei e ZTE diventeranno i fornitori di tecnologie 5G più economici, veloci e onnipresenti, lasciando le imprese e i lavoratori occidentali in una posizione di svantaggio.
Può la Commissione far sapere se ha già fornito orientamenti sulla dimensione strategica e geopolitica del 5G e sul suo ruolo nel riaffermare l’importanza del mondo occidentale e dell’Alleanza dell’Atlantico del Nord?
L’industria del 5G
19.2.2020
La Commissione ha affermato di recente che, sia che si tratti dello sviluppo o del dispiegamento della tecnologia 5G, la nostra industria è già ben lontana dai blocchi di partenza. Può la Commissione specificare cosa intende con “nostra industria”?
Può la Commissione spiegare perché ritiene che l’UE sia “ben lontana dai blocchi di partenza” nella corsa al dispiegamento della tecnologia 5G?
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla necessità di prevedere norme che regolino i social media a tutela del sistema democratico
15.4.2021
B9‑0216/2021
Il Parlamento europeo,
Eventi e Webinar
Com’è cambiata la comunicazione (politica e non solo) in UE con la pandemia
15/11/2021
La multimedialità ha accompagnato i cittadini europei in questi due anni di pandemia. Un’analisi dei diversi modi di comunicare, anche politici e istituzionali, soprattutto in Italia, Francia e Belgio.
Il punto sulla digitalizzazione dell’Unione Europea
06/10/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/10/il-punto-sulla-digitalizzazione-dellunione-europea/
Analisi economico-finanziaria sulla programmazione UE per la transizione al digitale e sul livello di implementazione digitale degli stati membri.
L’intelligenza artificiale al servizio del Mediterraneo
21/06/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/06/lintelligenza-artificiale-al-servizio-del-mediterraneo/
Nell’ambito della visione olistica della sicurezza europea, ecco un’interessante analisi della cultura della valutazione del rischio per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo.
Il valore economico dei dati digitali
16/02/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/02/il-valore-economico-dei-dati-digitali/
Ecco un’analisi che si occupa di attribuire un valore economico, nel bilancio pubblico dell’Unione Europea e degli Stati membri, dei dati digitali prodotti dai cittadini europei.
Post Facebook/Note Stampa
https://www.facebook.com/share/v/6iYu1jLZ5Ave9rsq/
La Cina è un autoritarismo digitale che ha come unico obbiettivo il controllo totale della vita umana. Abbiamo oggi un altro aspetto negativo da aggiungere al curriculum della Cina: le stazioni di polizia sul nostro territorio.
https://www.facebook.com/share/v/KN2mjVukYVY8LPfd/
Le relazioni del futuro passeranno attraverso le lenti dell’intelligenza artificiale.
Per questo sono intervenuta all’incontro tra la commissione speciale sull’intelligenza artificiale in un’era digitale (AIDA) e quella per gli affari esteri sulla diplomazia e governance dell’IA.
https://www.youtube.com/live/MXGI8q-Xp7Q?si=
Intelligenza artificiale e governance. Le sfide per l’Europa nell’era digitale
https://www.facebook.com/share/p/W9hUMNemJan9dfwd/
La minaccia degli #hacker del Partito #Comunista #Cinese ai dati sensibili dei cittadini è reale. Colpisce tutti: individui, aziende, organizzazioni politiche e giornalisti. Nel #RegnoUnito avrebbero sottratto decine di milioni di dati di elettori #britannici.
Perché è una minaccia contro la democrazia? Perché, da una parte alcuni di questi profili vengono sorvegliati, dall’altra tutte le informazioni rubate sono date in pasto all’Intelligenza Artificiale al fine di profilare intere categorie di cittadini e orientarne le scelte.
L’ideologia Comunista cinese si basa sul principio che un individuo non è proprietario di nulla, neanche dei suoi dati personale, ma è lo Stato che dispone per lui di tutto compresa la vita. E’ la negazione della libertà di pensare, agire e decidere che la Cina prova ad eliminare.
Anche online serve una #difesa. In #Europa non bastano le leggi sul digitale ma serve lo sviluppo di aziende tecnologiche del futuro all’interno dei nostri Stati europei, troppo spesso scoraggiate. E’ un tassello fondamentale per sfuggire dalla minaccia informatica cinese.
https://www.facebook.com/share/p/JXCtnxMyqMsRrSPs/
Arriviamo al punto: sovranità dei dati, 5G, intelligenza artificiale, supply chain resilience.
Dovrebbero essere questi temi a cui agganciare gli aiuti.
Conte e Rutte invece sono due facce della stessa medaglia, entrambi pensano solo a tenersi stretto il proprio posto al governo.
Conte vuole vincere la partita per altri due anni di immobilismo al potere, Rutte deve tamponare l’opposizione interna.
Non hanno nessuna visione del futuro.
Più Italia in Europa significa che dobbiamo portare a Bruxelles le nostre capacità, il nostro ingegno, la nostra creatività, i nostri sogni.
In un Mondo in continua transizione e continuo cambiamento gli strumenti innovativi vanno di pari passo con la visione dei prossimi anni.
E anche l’Europa deve capire dove vuole andare per non perdere la sua ultima possibilità per dirsi ancora un’Europa unita.
https://www.facebook.com/share/p/fR5ju5DoaaxT3emp/
L’abbraccio mortale di Cina e Iran a tutto il Medio Oriente passa da un accordo segreto di 280 miliardi di euro per i prossimi 25 anni.
In sostanza Pechino si è comprata tutta l’industria petrolifera, assieme allo sviluppo congiunto di telecomunicazioni, rete 5G, piattaforme digitali da parte dei due regimi più efferati al Mondo, già responsabili della soppressione dei diritti fondamentali della popolazione e di svariati attacchi informatici all’Occidente.
Il risultato è una vorace piovra che allunga i suoi tentacoli verso l’UE e l’Africa.
Nell’intesa segreta c’è anche il piano di un’industria militare comune e la costruzione di un asse di autostrade e ferrovie che taglia l’Asia da est a ovest, passando per il Pakistan, e attraversa Iran e Iraq fino alla Siria.
Più che una Nuova via della Seta, sarà una via del dolore e dei soprusi, che calpesterà ogni popolazione, ogni diritto e ogni vita di chi si troverà nel mezzo.
Sempre di più è necessario che l’UE agisca assieme agli USA come un grande occidente democratico, per affrontare assieme le minacce al nostro mondo libero!
https://www.facebook.com/share/v/KN2mjVukYVY8LPfd/
Le relazioni del futuro passeranno attraverso le lenti dell’intelligenza artificiale.
Per questo sono intervenuta all’incontro tra la commissione speciale sull’intelligenza artificiale in un’era digitale (AIDA) e quella per gli affari esteri sulla diplomazia e governance dell’IA.
L’Intelligenza Artificale può essere il collante per una visione comune della Sicurezza.
Per questo oggi mi sono rivolta al Dottor Gilman Louie della Commissione di Sicurezza Nazionale sull’Intelligenza Artificiale degli Stati Uniti.
https://www.facebook.com/share/v/acddkUzE6iiMEguU/
Oggi la sotto-commissione Difesa e Sicurezza (che si occupa della tutela delle nostre vite) si è riunita sul tema dell’Intelligenza Artificiale.
Si tratta di un argomento complesso ma, poiché è il nostro futuro molto prossimo, vorrei condividere con voi alcuni passaggi.
Innanzitutto ho ritenuto dover affrontare gli aspetti etici di intelligenza artificiale e robotica: importante è proseguire nelle scoperte tecnologiche, in quanto “dobbiamo fare attenzione a non limitare troppo i filoni di ricerca più promettenti nel nostro futuro, essendo in presenza di competitor mondiali con sistemi valoriali diversi dai nostri”.
Penso in particolare alla sfida con la Cina che Europa e Stati Uniti devono assolutamente vincere!
Ho approfondito l’importanza degli impieghi civili e militari, “un campo ad alto rischio, in cui “un controllo umano rigoroso è imprescindibile”.
A mio parere andrebbe aggiunta la posizione della NATO perché l’approccio alla sicurezza è quello che più mi convince in quanto rispettoso delle nostre comuni posizioni, valori,
sovranità e sicurezza nazionale.
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L’intelligenza artificiale ha un grande potenziale per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Non possiamo pensare di limitare i filoni di ricerca più promettenti e di conseguenza l’inevitabile spinta al progresso. Occorre dunque trovare un punto di incontro, che coniughi innovazione tecnologica, pensiero libero e protezione dei cittadini in un quadro di garanzia per la sicurezza nazionale e il rispetto della privacy. Nella consapevolezza che stiamo parlando di sistemi che alla base hanno una progettazione umana e sui quali possiamo sempre esercitare dei controlli.
Interrogazioni parlamentari
L’islamizzazione: una minaccia ibrida, il caso di donne e ragazze chiuse dentro un recinto per la fine del Ramadan a Roma
19.4.2024
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-001166/2024
Articolo 138 del regolamento
A Roma, per la fine del Ramadan, donne e ragazze sono state chiuse dentro un recinto perché ritenute indegne di partecipare alla vita pubblica-religiosa al cospetto degli uomini.
Sembravano assodati nel 2024 passi fondamentali per la parità di genere come la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, eppure l’islamizzazione mette in discussione valori universali e irrinunciabili.
Pertanto, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Il caso di Mahsa Amini: le brutalità contro le donne ad opera del regime iraniano continuano senza sosta
22.9.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-003157/2022
Articolo 138 del regolamento
Mahsa Amini era una curda iraniana di 22 anni, originaria di Saqqez, nella provincia del Kurdistan. È deceduta dopo essere entrata in coma il 16 settembre in seguito al suo arresto a Teheran da parte della polizia morale del regime islamico dell’Iran[1]. È stata arrestata perché il suo hijab non rispettava le norme obbligatorie stabilite dal governo. La polizia ha falsamente dichiarato che il suo decesso è stato causato da un’insufficienza cardiaca, ma altre prove dimostrano che le sono stati inferti colpi mortali. La polizia iraniana afferma che la morte di Amini è stata uno “sfortunato” incidente[2] e il regime nega che sia stata picchiata.
Il caso ha richiamato l’attenzione sui diritti delle donne in Iran e ha suscitato proteste popolari contro la legge sull’hijab e la polizia morale. La rabbia è stata espressa anche attraverso i social media.
Trovare soluzioni per contrastare la violenza contro le donne e le ragazze in Africa
23.2.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-000761/2022
Articolo 138 del regolamento
La dichiarazione di Kinshasa del 25 novembre 2021a invitato a promuovere la “mascolinità positiva nella leadership”. Tale dichiarazione è stata concepita, adottata e approvata dai capi di Stato dei paesi africani e rappresenta un impegno a porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze in Africa.
Tuttavia, il persistere di abusi sistematici contro le donne e le ragazze in Africa, legati a norme e pratiche socioculturali dannose, in particolare le violenze sessuali commesse durante i conflitti e le catastrofi umanitarie e naturali, deve essere affrontato collettivamente e con il sostegno dell’Unione europea.
Alla luce della dichiarazione di Kinshasa e a seguito del vertice UE-UA tenutosi il 17 e 18 febbraio 2022 a Bruxelles, intende la Commissione:
Povertà delle donne nei paesi in via di sviluppo dopo la pandemia
8.3.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-001296/2021
Articolo 138 del regolamento
Secondo il rapporto “Protecting Women’s Livelihoods in Times of Pandemic: Temporary Basic Income and the Road to Gender Equality” pubblicato dall’UNDP, considerati i dati pre-crisi per 132 paesi in via di sviluppo, l’impatto della pandemia COVID-19 sulle donne è allarmante: le donne in età lavorativa con redditi al di sotto della soglia di povertà sono 613,2 milioni, mentre sono 1,32 miliardi le donne in età lavorativa che vivono al di sotto della linea di vulnerabilità.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Abusi sulle donne in Congo
7.10.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-005514/2020
Articolo 138 del regolamento
I casi di abuso sulle donne da parte di coloro che sono stati inviati ad aiutarle sono numerosi. L’ultimo di una serie di scandali e inchieste parrebbe riguardare lo sfruttamento e le violenze nei confronti di donne nella Repubblica democratica del Congo da parte di operatori di agenzie ONU e di alcune ONG. Alcuni degli accusati provenivano da Stati membri dell’UE.
Tutto ciò è ripugnante ed è chiaro che il passato non ha insegnato nulla.
Alla luce di quanto sopra, può la Commissione far sapere:
Aumento della violenza contro le donne in Pakistan
12.3.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-001583/2020
Articolo 138 del regolamento
Secondo i dati dell’indice globale sul divario di genere 2018, il Pakistan è il sesto paese più pericoloso al mondo per le donne e occupa il penultimo posto (ovvero il 148°) nella classifica globale relativa alla parità di genere.
Il numero di reati sessuali e casi di violenza domestica registrati è in rapido aumento.
Nonostante la società pakistana scoraggi le denunce, secondo l’ONG White Ribbon Pakistan tra il 2004 e il 2016 sono stati registrati 47 034 casi di violenze sessuali subite da donne, oltre 15 000 casi di delitti d’onore, più di 1 800 casi di violenza domestica e oltre 5 500 rapimenti di donne.
Stando a quanto riportato dai media, tra gennaio 2011 e giugno 2017 sono stati denunciati oltre 51 241 casi di violenza contro le donne. I tassi di condanna, tuttavia, rimangono bassi, poiché solo nel 2,5 % di tutti i casi denunciati l’accusato viene in ultima istanza condannato dagli organi giurisdizionali.
Considerando tale problema sistemico, l’assenza di protezione per le donne e le preoccupazioni sottolineate nella recente valutazione del paese elaborata nel quadro dell’SPG+, in che modo viene affrontato tale argomento nel corso dei colloqui bilaterali tra UE e Pakistan?
Il Pakistan è un beneficiario del regime SPG+ e ha ratificato la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. Ciononostante, alla luce delle preoccupanti statistiche sulla discriminazione e la violenza contro le donne, intende la Commissione rivedere lo status del Pakistan in relazione all’SPG+?
Proposte di Risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul Forum europeo delle donne afghane: l’offerta europea di prospettive alle donne e alle ragazze afghane
8.4.2022
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0216/2022
Proposta di risoluzione del Parlamento europeo sul Forum europeo delle donne afghane: l’offerta europea di prospettive alle donne e alle ragazze afghane
Il Parlamento europeo,
– visto l’articolo 143 del suo regolamento,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla morte di Mahsa Amini e la repressione dei manifestanti per i diritti delle donne in Iran
3.10.2022 – (2022/2849(RSP))
presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell’articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
B9‑0425/2022
Risoluzione del Parlamento europeo sulla morte di Mahsa Amini e la repressione dei manifestanti per i diritti delle donne in Iran (2022/2849(RSP))
Il Parlamento europeo,
Contributi alle discussioni in Aula
Situazione in Afghanistan, in particolare la situazione dei diritti delle donne (discussione) https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2022-04-05-INT-2-339-0000_IT.html
Signora Presidente, signora Commissaria, onorevoli colleghi, vorrei ricordare le parole dell’Alto rappresentante Borrell quando ha detto che nessuna ragione religiosa o sociale potrebbe mai giustificare la disparità di trattamento che subiscono le donne in Afghanistan.
Per noi europei risulta ancor più inaccettabile e io colgo con particolare favore le parole dei ministri degli Esteri di molti Paesi, tra cui il Regno Unito, la Germania, il Belgio, la Norvegia, che hanno con forza denunciato la bugia dei talebani sulla riapertura delle scuole alle ragazze.
È dalla Conferenza di Pechino che definiamo i diritti delle donne diritti umani. E anche per noi la crisi afghana costituisce una prova. Innanzitutto, nel prevedere che ogni possibile dialogo, come quello di Oslo, sia uniformato al principio della parità di genere anche nella rappresentanza nelle trattative da parte dell’Unione europea, perché è nostro dovere fare di più.
Io prego, quindi, signora Commissaria, la Commissione di valutare la proposta che in quest’Aula è già stata fatta e che io sottolineo, di poter riunire le donne afghane, che abbiamo accolto nei nostri Paesi e che sono rifugiate negli Stati membri dell’Unione europea, in un’organizzazione, in un forum che affianchi il lavoro delle Istituzioni europee che sono impegnate negli aiuti umanitari verso l’Afghanistan – l’Afghanistan distrutto dai talebani – e per misurare i talebani dalle loro azioni, non dalle loro parole.
La morte di Mahsa Amini e la repressione dei manifestanti per i diritti delle donne in Iran (discussione)
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2022-10-04-INT-2-326-0000_IT.html
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Alto rappresentante, in molti avremmo voluto il coraggio delle sue parole di oggi anche da parte dell’Unione europea nel boicottare la cerimonia di insediamento di Raisi nell’agosto del 2021, perché è sulle azioni che veniamo e verremo giudicati.
Vorrei che lei fosse quindi più chiaro sul perimetro di queste sanzioni, perché siano le più vere e dure possibili, e che sia chiaro anche nel riconoscere tutti i massacri perpetrati dal regime iraniano dal 1988 ad oggi. Più chiaro nel definire un crimine contro l’umanità ogni incarcerazione illegittima e arbitraria, ogni tortura, violenza o pena di morte e discriminazione a cui sono sottoposte donne e ragazze in Iran e tutte le minoranze. Più chiaro nel promuovere indagini internazionali nei confronti del regime di Raisi, il macellaio di Teheran, per ridare giustizia al popolo iraniano. Più chiaro contro un regime che non fornisce alcun contributo all’umanità, solo morte e terrore. Più chiaro nei confronti di quel velo che porta sangue e morte. E quelle ciocche di capelli, i capelli delle donne iraniane, i nostri capelli, nei quali soffia la libertà delle donne, la libertà del mondo e del suo futuro.
Iran: a una anno dall’assassinio di Jina Mahsa Amini (discussione) https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2023-09-12-INT-2-312-0000_IT.html
Signor Presidente, Alto rappresentante, onorevoli colleghi, a un anno dalla tragica morte di Mahsa Amini e dall’inizio delle proteste delle coraggiose donne e ragazze iraniane, abbiamo agito per isolare il regime dalla comunità internazionale: eppure, l’Iran presiederà lo Human Rights Council Social Forum delle Nazioni Unite.
Abbiamo imposto sanzioni ma la Guardia rivoluzionaria islamica è ancora fuori dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea. Abbiamo chiesto indagini internazionali sull’avvelenamento di migliaia di bambini in Iran: ma ancora non è stato fatto nulla.
Quindi, da una parte, ci sono le donne iraniane, il popolo iraniano, la resistenza iraniana. Dall’altra, c’è il regime degli Ayatollah che impone morte e repressione. È solo sulla base dei risultati, signor Alto rappresentante, che staremo dalla parte giusta della storia. Stiamo attenti.
I più recenti attacchi contro le donne e i difensori dei diritti delle donne in Iran e la detenzione arbitraria di cittadini dell’UE in tale Paese https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2023-11-22-INT-3-401-0000_IT.html
Signora Presidente, signora Commissaria, onorevoli colleghi, sappiamo tutti quali passi deve compiere l’Unione europea per stare dalla parte giusta della storia, dalla parte di donne e ragazze, in Iran, assassinate, torturate, abusate, imprigionate e oppresse.
Inserire le guardie islamiche della rivoluzione iraniana nella lista europea delle organizzazioni terroristiche, come già fatto dagli Stati Uniti. Isolare il regime dalla comunità internazionale. È proprio su questo punto che l’Europa ha fallito, poiché non ha agito per impedire che l’Iran assumesse la presidenza del Forum delle Nazioni Unite per i diritti umani. Sembra quasi uno scherzo.
Il Parlamento europeo, pertanto, deve tornare ad essere il megafono di donne e ragazze in Iran. Per questo motivo vi domando di sostenere un’azione simbolica e chiedere che il 25 novembre, una data così importante per tutte le donne del mondo, le foto dei membri del Parlamento europeo sul sito della nostra Istituzione siano sostituite dal volto di Mahsa Amini.
Noi siamo Mahsa Amini. Noi siamo Armita Garawand, noi siamo Nasrin Sotoudeh. Noi siamo la voce di donne e ragazze iraniane che hanno deciso di togliersi il velo per mostrare al mondo il loro volto, ovvero il volto di verità, dignità e giustizia. Women. Life. Freedom.
Eventi e Webinar
Le donne della scienza, motori dello sviluppo umano
08/03/2022
https://www.annabonfrisco.eu/2022/03/le-donne-della-scienza-motori-dello-sviluppo-umano/
Un esempio dell’attitudine tutta femminile ad abbattere le sfide poste dalle nostre società è Laura Bassi, fisico del XVIII secolo. Ma le donne e le ragazze hanno il diritto di accendere la luce su nuove storie dell’umanità: per questo bisogna promuovere politiche ed eventi a loro favore nella scienza
Donne al comando: molto più che un dovere morale
04/01/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/01/donne-al-comando-molto-piu-che-un-dovere-morale/
Shopping pericoloso: contrasto al crimine della schiavitù moderna
15/04/2024
Un romanzo (documentato) sulla tratta di esseri umani è il punto di partenza per analizzare un fenomeno definito da Papa Francesco “Ferita dell’umanità”, sotto molti punti di vista: la morale cattolica, la nuova direttiva europea, la salute psicologica, il lavoro. Per rendere effettivo un contrasto a tutto campo che deve essere indifferibile.
Ferma condanna per i continui abusi del regime degli Ayatollah
28/12/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/12/ferma-condanna-per-i-continui-abusi-del-regime-degli-ayatollah/
“Donne, vita, libertà”: è il grido fatto proprio dalla diaspora iraniana e da Anna Cinzia Bonfrisco che spiega quale debba essere il ruolo dei parlamentari europei nei confronti del regime iraniano. E le tante diaspore dovrebbero avvicinarsi e coordinarsi per lo sforzo comune
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L’aula del Senato Italiano approva una risoluzione per impegnare il governo italiano a sostenere le donne iraniane nella loro battaglia per i diritti civili e rinnega ogni forma di repressione e violenza che il regime ha messo in atto per soffocare le manifestazioni pacifiche nel nome della libertà e della democrazia. Bene così. Come gruppo Identità e Democrazia, rinnoviamo l’impegno a sostenere questa battaglia di civiltà delle donne che meritano tutta la nostra vicinanza, in Europa e in Italia.
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Oggi a nome del gruppo ID ho incontrato il gruppo donne della #lega dell’area Roma Nord, Coordinatrici, militanti e Giovani …
Dedico a tutte noi “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai”.
Oriana Fallaci
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La violenza sessuale commessa sui corpi delle donne è sempre stato usata come strumento di guerra molto diffuso. La cronaca ci ha raccontato come nel caso della guerra in Ucraina siano state denunciati tanti episodi ma non è possibile escludere che, in realtà, i numeri siano molto più alti. Una situazione intollerabile a cui l’Europa deve rispondere, con mezzi e protocolli adeguanti, garantendo assistenza e tutela alle donne e rafforzando misure di sicurezza in situazioni di conflitto o di grande rischio.
Una società egalitaria e promotrice dei diritti delle donne è garanzia di un futuro prospero per le donne, per gli uomini, per le imprese, per i lavoratori.
Rompere il tetto di cristallo che condizionava le donne nel mondo del lavoro, nonostante il ruolo di apripista svolto dall’Italia, grazie alle legge voluta da lella Golfo e da tutte noi, contribuirà a una società europea più equa, più prospera e più inclusiva.
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Grazie Samantha Cristoforetti per rappresentare l’Italia, tutte le donne italiane ed europee, al comando della Stazione Spaziale Internazionale! La tua guida, la prima di una donna in questo ruolo, sottolineerà quanto sia necessario investire nelle materie STEM e combattere l’abbandono scolastico per donne e ragazze.
La leadership delle donne è sinonimo di Pace e Sicurezza nel Mondo. Nelle Società dove è garantita la parità di genere, i processi decisionali sono più efficaci, le economie sono più prospere, i diritti umani sono meglio tutelati.
Per questo l’Unione europea deve investire nelle donne quali costruttrici di un Mondo migliore. Specialmente nei periodi di crisi economica, durante i quali le donne subiscono discriminazioni. Vorremmo una Samantha Cristoforetti in ogni settore strategico della nostra Società.
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Tutte le donne e le ragazze che esprimono la propria vita attraverso lo sport e allo stesso tempo si oppongono ai regimi, in Iran e non solo, sono un faro di speranza per l’umanità e sono d’ispirazione per tutti noi.
Non è un caso che donne e sport siano entrambi sinonimo di libertà di movimento, indipendenza, lotta alla violenza e alla discriminazione, promozione della democrazia. Questo dovremmo ricordarcelo anche quando grandi eventi sportivi sono promossi in Paesi autocratici.
L’Unione europea deve attuare azioni mirate di sostegno e protezione in questo ambito. Penso alla scacchista iraniana top 10 nel Mondo, alle giocatrici la nazionale femminile di futsal, ma anche a tutte coloro a cui è impedito di fare sport, come ad esempio in Afghanistan.
Lo sport ha il potere di cambiare la vita degli individui ma anche le sorti di interi Stati. Per questo motivo, sempre di più, dobbiamo celebrare i risultati straordinari e il potenziale ineguagliato delle donne e delle ragazze nello sport.
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Il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è la mossa del regime per mantenere le donne cittadine di seconda classe. La scusa è delle più banali: basta la tutela della legge nazionale.
Mentre noi donne ogni giorno, attraverso le nostre azioni e nel modo in cui indirizziamo, parliamo, facciamo domande e agiamo, sfidiamo le norme, trasformiamo le abitudini, cambiamo le leggi, agiamo e ispiriamo gli altri a creare un Mondo senza discriminazione di genere.
Erdogan è oramai una minaccia alle donne e alla dignità umana!
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Le immagini di Roma illuminata di rosso per la Giornata internazionale contro le violenza sulle donne suonano come un grido di condanna. I legislatori europei ed internazionali hanno il dovere di attuare politiche e programmi per affrontare le cause profonde della violenza, proteggere i diritti delle donne e delle ragazze e promuovere movimenti forti e autonomi per i diritti delle donne.
Porre fine alla violenza contro le donne richiede più investimenti, leadership e azione!
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La violenza sulle donne è pervasiva delle nostre società, tanto che nel Mondo 1 donna su 3 ha subito abusi nella sua vita. La pandemia, crisi umanitarie, insicurezza alimentare, guerre e disastri climatici hanno aggravato questa situazione.
Eppure fermare la violenza è possibile oltre che doveroso! Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne chiediamo a gran voce un’azione globale per aumentare la consapevolezza, promuovere una giustizia equa e la sicurezza di donne e ragazze.
Questa mattina ho preso parte ad una manifestazione contro la violenza sulle donne a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca. L’incontro è stato organizzato da Pamela Strippoli, il comitato popolare Roma Est, Agorà, la Tela di Penelope e altre associazioni del territorio per ricordare l’omicidio di Natascia Meatta, uccisa nel 2014 dal proprio compagno proprio in questo quartiere. Natascia ha lasciato orfana una bambina, per la quale è stata promossa una raccolta fondi dalla madre di Natascia, Rita Caldara, il cui coraggio è oggi d’ispirazione per tutti noi. Io, da donna, non posso che essere preoccupata dall’aumento dei reati contro il genere femminile in Italia: si stima infatti che ad oggi venga commesso un atto di violenza contro le donne ogni quarto d’ora e che ci sia un omicidio di cui è vittima una donna ogni tre giorni. Questi numeri ci fanno capire che il problema non è solo femminile, ma che ci riguarda tutti da vicino; è un dramma sociale che ha ricevuto scarsa attenzione dalle istituzioni e talvolta anche dalla magistratura, la quale solo recentemente ha iniziato a capire la gravità del fenomeno. Ringrazio i tanti abitanti del quartiere che hanno assistito all’incontro nonostante il freddo; l’amico Maurizio Politi, capogruppo Lega al Comune di Roma, e gli organizzatori per la loro attenzione e le commoventi testimonianze. La Lega è qui per ascoltare e imparare dai cittadini, vicina alle vittime e ai tanti italiani onesti che ci danno forza e speranza ogni giorno. Per la figlia di Natascia e le tante vittime di questa barbarie siamo chiamati a costruire un futuro migliore e più sicuro.
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Ieri all’incontro Libia-Italia, il primo paese europeo ricevuto, era presente la ministra libica agli Affari esteri Najla Al-Mangoush. Parte del nuovo governo che assegna alle donne cinque incarichi, inclusi i principali portafogli della giustizia e degli esteri.
A tutte loro faccio i miei migliori auguri di buon lavoro certa che, dopo anni difficili, la piena, equa e significativa partecipazione delle donne sia un passo significativo verso la risoluzione dei conflitti, nel processo decisionale e nella promozione dei diritti delle donne.
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I Talebani hanno usato le armi per reprimere una manifestazione di donne afghane che, ad un anno dalla caduta di Kabul, chiedono con i loro slogan ‘cibo, lavoro e libertà’.
Un anno di Talebani in Afghanistan è equivalso ad un anno senza diritti. Soprusi, sopraffazione e violenze hanno segnato la vita di molti che si sono visti privati di ogni diritto. E’ pertanto nostro dovere ricordare le vittime e denunciare il regime talebano.
Eppure in Afghanistan c’è chi rifiuta di fare marcia indietro sui proprio diritti e lotta ancora per un futuro migliore. E queste azioni sono compiute proprio da chi è più indifeso, donne e ragazze, minoranze etniche come gli Hazara.
L’Unione europea sembra aver smesso di parlare di Afghanistan e ciò è inaccettabile. Si mantenga alta l’attenzione e si attuino azioni concrete.
Lo dobbiamo alle donne afghane, lo dobbiamo al sacrificio delle nostre forze armate!
Il mio supporto alle donne e le ragazze iraniane che guidano le manifestazioni per la libertà, la prosperità e la giustizia per il loro Paese; mentre il regime nega il futuro dell’Iran, la dignità umana e la democrazia.
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La volontà espressa dai ministri degli Stati membri, riuniti al Consiglio EPSO, di infrangere la barriera che impedisce alle donne di accedere a posizioni di comando nel settore aziendale è una notizia positiva e si incardina nella mia proposta di risoluzione al Parlamento sul vincolo, negli statuti delle società dell’Unione quotate e nelle controllate pubbliche, a garantire l’equilibrio di genere e di trattamento negli organi di amministrazione e di controllo.
Ora spetta alla Commissione europea mettere in campo il coraggio di adottare tutti gli accorgimenti legislativi necessari ad avere più donne in posizioni dirigenziali. Fondare le nostra società sul talento di donne e ragazze è garanzia di un futuro prospero ed equo per l’Europa.
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Le donne iraniane in questi giorni stanno guidando le proteste in tutto l’Iran a seguito della morte di Mahsa Amini, arrestata e uccisa dalla polizia morale per “abbigliamento inadatto”.
Al centro delle proteste i temi dei diritti, della sicurezza sociale ed economica. Le autorità iraniane infatti non vogliono garantire la dignità umana, soggiogano e affamano un intero popolo.
Da una parte ci sono le donne iraniane, il cui desiderio è vivere in un Iran libero e prospero, dall’altro c’è il regime degli Ayatollah che impone con il sangue un Iran mortifero e repressivo. L’Unione europea invece intende prendere posizione?
Secondo media e organizzazioni umanitarie sono stati usati proiettili contro i manifestanti e le reazioni violente del regime contano già decine e decine di feriti, almeno 250 arresti e diverse vittime.
Raisi, il macellaio di Teheran, responsabile dei massacri del 1988 e implicato in crimini contro l’umanità, pare parteciperà all’assemblea generale dell’ONU. I leader mondiali lo impediscano e ascoltino le donne iraniane al suo posto.
Sono le donne le uniche depositarie del futuro dell’Iran.
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Il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è la mossa del regime per mantenere le donne cittadine di seconda classe. La scusa è delle più banali: basta la tutela della legge nazionale.
Mentre noi donne ogni giorno, attraverso le nostre azioni e nel modo in cui indirizziamo, parliamo, facciamo domande e agiamo, sfidiamo le norme, trasformiamo le abitudini, cambiamo le leggi, agiamo e ispiriamo gli altri a creare un Mondo senza discriminazione di genere.
Erdogan è oramai una minaccia alle donne e alla dignità umana!
Questa mattina ho avuto il piacere di intervenire al convegno “The Wall of Dolls”, organizzato dall’On. Luisa Regimenti al Parlamento europeo in occasione della settimana della lotta alla violenza contro le donne.
È stata una preziosa occasione per tenere alta l’attenzione sul problema della violenza sulle donne, un fenomeno legato a fattori sociali e culturali e difficile da estirpare.
Un pensiero particolare va ai familiari di Pamela Mastropietro, la diciottenne barbaramente uccisa lo scorso anno da un immigrato illegale nigeriano, che hanno partecipato all’evento.
Se volete, qui potete ascoltare un breve estratto del mio intervento
https://www.facebook.com/photo/?fbid=728538009092770&set=a.365083102104931
In Iran è stata dichiarata la morte celebrale di Armita Geravand, 16 anni, picchiata dalla polizia morale a Teheran in quanto la sua unica colpa era di non aver indossato il velo. E’ un altro crimine contro l’umanità perpetrato dal Regime degli Ayatollah nei confronti di donne e ragazze.
Sono state anche condannate rispettivamente a 13 e 12 anni di carcere due giornaliste iraniane, Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, poiché avevano reso noto al Mondo l’omicidio della polizia morale di Mahsa Amini.
Sulla difesa delle coraggiose donne iraniane misuriamo la forza dei nostri valori e la capacità di proteggere i diritti umani nel Mondo. Il premio Sacharov assegnato a Jina Mahsa Amini e al movimento Donne, Vita, Libertà è un passo necessario per risvegliare la coscienza della comunità internazionale.
Tuttavia, l’Unione Europea ancora non ha inserito la Guardia Islamica della Rivoluzione nella lista delle organizzazioni terroristiche e non ha ancora agito affinché vi siano delle indagini internazionali e indipendenti sui crimini commessi dal Regime.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=3749281955159512&set=a.1924089987678727
Solo per il mese di dicembre si contano 99 mila donne occupate in meno su un totale di crollo del lavoro di 101 mila unità.
In un anno sono già 312mila e il tasso di disoccupazione femminile italiano è sceso al 48,6%.
Al tavolo di lavoro sulla crisi di governo parlano di questo?
Alla maggioranza impegnata alla ricerca di “europeisti” e “responsabili” non dovrebbe sfuggire che l’Ue chiede da tempo politiche volte alla parità di genere, all’equità e al sostegno del lavoro femminile.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=4935779033176459&set=a.2219759418111781 Oggi è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, per promuovere la piena parità di opportunità nella carriera scientifica. Infatti l’uguaglianza, anche nella scienza, è vitale per una società più prospera, libera e giusta, come ha dimostrato la pandemia.
Eppure quale Quarta Rivoluzione è possibile se donne e ragazze continuano ad essere escluse dalla partecipazione a pieno titolo alle ricerche d’avanguardia, ad avere carriere più brevi e meno ben pagate e il loro lavoro è meno promosso su riviste di alto profilo?
Perciò l’Unione europea deve continuare ad impegnarsi affinché venga riconosciuto a tutte il ruolo di agenti del cambiamento, ispirando e coinvolgendo, come fanno le attività delle fondazioni che promuovono la ricerca mettendo a disposizione borse di studio per giovani ricercatrici, donne e ragazze per garantire loro un legittimo posto nelle professioni scientifiche.
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Nasrin Sotoudeh è fuori dal carcere!
L’avvocatessa iraniana e attivista per i #dirittiumani ingiustamente condannata a 38 anni per essersi opposta al regime, da sei settimane era in sciopero per la fame.
Si tratta di un permesso temporaneo.
Pertanto sarà importantissimo mantenere alta l’attenzione su Nasrin Sotoudeh un simbolo della lotta per i diritti delle donne contro il Regime islamico e contro la pena di morte.
EQUILIBRI DI GENERE, BONFRISCO: L’ITALIA COSTITUISCA UN MODELLO PER L’EUROPA
(9Colonne) Roma, 17 mar – “Nel panorama europeo l’Italia costituisce un modello in molti
aspetti dello sviluppo economico. Insieme alla Germania ha la più alta diffusione
di pmi sul territorio e si è dotata per prima della legislazione sulle società
benefit mutuata dalla legislazione americana. Ma soprattutto, garantisce la parità
di genere nella governance, nelle imprese pubbliche e nelle quotate sul mercato
finanziario”. Così a 9Colonne Anna Cinzia BONFRISCO, europarlamentare della Lega
membro della commissione Affari Esteri, che il 13 gennaio ha presentato una
proposta di risoluzione affinché Consiglio e Parlamento europeo elaborino “un
regolamento che preveda il vincolo, negli statuti delle società dell’Unione quotate
e nelle controllate pubbliche, per garantire l’equilibrio di genere e di
trattamento negli organi di amministrazione e di controllo”. “La nostra legge
Golfo-Mosca – spiega ancora la BONFRISCO – pome l’Italia all’avanguardia e aiuterà
l’Europa a diventare il più importante mercato del mondo garante del genere-
quality. Per questo motivo – spiega l’europarlamentare – ho depositato al
Parlamento europeo la proposta di risoluzione affinché la regolazione europea aiuti
gli Stati membri a recepire il modello italiano. Nello stato di diritto dell’Europa
di oggi e di domani le donne italiane, grazie a quella legge, sono protagoniste”.
L’urlo disperato di Noa, rapita da Hamas, è l’urlo di tutto le donne ebree stuprate il 7 ottobre, delle loro famiglie e di Israele. Quel giorno, i terroristi violentarono, torturarono e mutilarono i corpi delle donne in modi inimmaginabili.
Nonostante quell’urlo fosse chiaro all’umanità intera pochissime organizzazioni internazionali e movimenti femministi lo hanno ascoltato e hanno denunciato. Anche in occasione della Giornata internazionale della Donna molte di queste associazioni, organizzazioni, movimenti fanno finta di nulla. E’ l’abbandono del dovere nei confronti di tutti coloro che reclamano i diritti umani.
L’Unione Europea riconosca quei crimini di guerra commessi contro donne e ragazze in quando donne e ragazze ebree.
La violenza sessuale usata come arma non venga ignorata nei negoziati di pace. Non ci può essere pace senza giustizia per le donne e le ragazze ebree. Ascoltiamo l’urlo disperato di Noa.
Donne, Bonfrisco (Lega-Id): “Mutilazioni Genitali Femminili siano reato universale in tutta Europa, poiché un crimine contro l’umanità, in Italia quasi 90.000 donne escisse”
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Qualcuno in Italia prova a dire che non c’è pericolo #islamizzazione. Cosa diranno adesso di fronte a donne chiuse nei recinti a Roma per il #Ramadan?
Il diritto universale in Europa per donne e ragazze di partecipare alla vita pubblica non è negoziabile, poiché è stato conquistato nei secoli a duro prezzo.
Se le guide politiche e religiose dell’Islam ritengono che quanto accaduto sia accettabile, allora hanno sbagliato luogo in cui venire promuovere la propria ideologia contrario alla nostra Storia, libertà e cultura.
L’Unione #Europea in questa legislatura ha avuto il coraggio di promuovere pubblicità sul velo islamico. Ci aspettiamo che condanni quanto avvenuto a Roma.
Nuove sanzioni all’#Iran sarebbero un ottimo segnale contro al Regime degli #Ayatollah che finanzia il terrore, destabilizza il Medio Oriente, uccide e reprime le donne iraniane.
Tuttavia, ancora una volta chiediamo che L’Unione #Europea inserisca le #Guardie della #rivoluzione islamica nella lista delle organizzazioni terroristiche. Sarebbe il segnale, tanto atteso, per dimostrare che il principale strumento di repressione del Regime è una struttura criminale. Le donne e le ragazze in Iran non hanno fermato la lotta in nome di tutti coloro che hanno pagato il prezzo più alto per la libertà. L’Unione Europea ha il dovere di difenderle, perché da lì comincia la difesa di tutte le donne e le ragazze che anche in Europa subiscono la mentalità repressiva dell’Islam politico.
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Oggi è la Giornata internazionale della Donna. E’ anche l’anno in cui 76 Stati vanno al voto, coinvolgendo il 51% della popolazione globale.
Ricordiamocelo, perché solo il 26,5% dei parlamentari nelle camere sono donne. Solo sei paesi hanno almeno il 50% di donne in parlamento. Altri 23 paesi hanno raggiunto o superato il 40%, inclusi 13 paesi in Europa. A livello globale, ci sono 22 Stati in cui le donne rappresentano meno del 10% dei parlamentari.
Al ritmo attuale dei progressi, la parità di genere negli organi legislativi nazionali non sarà raggiunta prima del 2063.
E’ un fatto consolidato che la leadership delle donne migliora le politiche, l’economia, la stabilità, il sistema sanitario, la sicurezza e la difesa, il lavoro, l’assistenza ai più deboli. In molte parti del Mondo le donne sono anche garanzia di Pace.
Diamo voce alle donne!
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È stata picchiata, violentata e uccisa dalla polizia iraniana. Il corpo gettato per le strade di #Teheran. La colpa della sedicenne Nika Shakarami? Essere uno dei volti delle proteste contro il velo islamico imposto con la forza dal regime a donne e ragazze.
Nika #Shakarami è un’altra vittima delle crudeltà sanguinaria di quel Regime islamista, a cui l’Unione Europea non è riuscita a rispondere nei fatti, a partire dal mancato inserimento nella lista dei terroristi delle Guardie della rivoluzione islamica.
La Lega in questa Legislatura si è impegnata nel chiedere e proporre azioni decise da parte dell’#Europa. Nel 2023 siamo riusciti ad ottenere l’esclusione dell’Iran dalla Commissione #ONU sulla condizione delle donne.
La difesa della nostre società comincia con la difesa di donne e ragazze nel Mondo.
Interrogazioni orali
Interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione O-000014/2023
Articolo 136 del regolamento
Si stima che 330 milioni di pulcini e milioni di anatre femmine di un giorno siano abbattuti mediante macinazione o gassazione ogni anno nell’UE dalle industrie delle uova e del foie gras. Questa pratica di routine provoca sofferenze considerevoli ed è inoltre in contrasto con l’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che riconosce gli animali come esseri senzienti.
Inoltre, i cittadini europei hanno espresso inequivocabilmente la loro preoccupazione per il benessere degli animali, e l’82 % ritiene che gli animali d’allevamento dovrebbero essere tutelati meglio.
I recenti sviluppi delle tecnologie di sessaggio in ovo hanno reso possibile determinare il sesso di un embrione ben prima della schiusa, a un costo limitato. Per questo motivo alcuni Stati membri, come la Francia e la Germania, hanno vietato l’abbattimento di pulcini maschi. Tuttavia, tali divieti creano distorsioni del mercato e le deroghe che talvolta contengono ne mettono a rischio l’efficacia.
Interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione O-000016/2022
Articolo 136 del regolamento
L’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea riconosce gli animali quali esseri senzienti. Come è emerso dalle risposte alle indagini Eurobarometro, i cittadini europei hanno a cuore gli animali e auspicano che il loro benessere possa migliorare mediante una legislazione chiara e politiche efficaci, unitamente allo stanziamento di risorse adeguate.
La legislazione dell’UE in materia di benessere degli animali è stata sviluppata dal 1974, ma l’approccio delle istituzioni dell’UE è stato incoerente, il che ha contribuito al problema di un’inadeguata applicazione su diversi fronti.
Il commissario europeo competente per il benessere degli animali dovrebbe acquisire una maggiore influenza e maggiori poteri in seno alle istituzioni dell’UE in tale ambito, la cui importanza è stata chiaramente riconosciuta dall’attuale Commissione.
Oltre 160 000 cittadini dell’UE e più di 170 deputati al Parlamento europeo di tutti i gruppi politici hanno già aderito alla campagna #EUforAnimals per chiedere che sia attribuita maggiore importanza al benessere degli animali mediante l’inserimento esplicito di tale competenza nella denominazione della pertinente direzione generale della Commissione e nella denominazione del commissario competente.
A tale commissario sarebbero dunque conferite competenze in materia di “Salute, sicurezza alimentare e benessere degli animali”, il che favorirebbe notevolmente sia il progresso legislativo che la corretta applicazione.
Si tratterebbe di una decisione politica significativa, che comporterebbe una maggiore responsabilità in termini di benessere degli animali in seno alle istituzioni dell’UE e aumenterebbe pertanto la coerenza, l’efficacia e l’impatto dell’elaborazione delle politiche in tale settore.
Uno degli effetti immediati della proposta sarebbe la creazione di una direzione specifica per il benessere degli animali in seno alla direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (DG SANTE) della Commissione, riconoscendone dunque in maniera adeguata la particolare rilevanza.
Intende la Commissione rispondere positivamente a tale proposta? In caso affermativo, quali procedure sono state avviate per attuarla?
Interrogazioni parlamentari
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-002078/2023
Articolo 138 del regolamento
La consultazione pubblica sulle norme di commercializzazione della carne di pollame, svoltasi tra aprile e maggio 2023, ha registrato un fortissimo sostegno a favore dell’eliminazione del requisito del peso minimo del fegato per il foie gras.
Il peso minimo del fegato non è un valore “tradizionale” o basato su dati scientifici bensì è stato stabilito nel 1991 e modificato nel 1995 “tenendo in parte conto di dati provenienti da studi tecnici effettuati all’epoca”[1]. Tali studi sono stati commissionati dai produttori di foie gras e non sono stati né sottoposti a valutazione inter pares né confermati da studi o valutazioni indipendenti.
L’alimentazione forzata, necessaria per ottenere tale peso, è in contrasto con la relazione del 1998 del comitato scientifico della salute e del benessere degli animali[2] e con tutti gli studi scientifici sottoposti a valutazione inter pares[3].
La Commissione ha riconosciuto[4] l’esistenza di “metodi alternativi per la produzione di foie gras, che restano una pratica minoritaria nell’UE”. Di fatto, i metodi senza il ricorso all’alimentazione forzata sono ostacolati dal requisito del peso minimo del fegato.
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-001282/2023
Articolo 138 del regolamento
La multinazionale Nueva Pescanova è pronta in Spagna al primo allevamento intensivo al mondo di polpi, in grado di produrre 3.000 tonnellate di polpo all’anno. Il polpo, come è stato dimostrato, è un animale molto intelligente con oltre 500 milioni di neuroni. Ad esempio, il Regno Unito ha riconosciuto i polpi come “esseri senzienti” sulla base di 300 studi scientifici della LSE.
Inoltre, il professor Peter Tse della Dartmouth University ha affermato che questa pratica “sarebbe molto crudele e non dovrebbe essere permessa”. Ad oggi, non esiste un metodo dignitoso, senza sofferenza e scientificamente riconosciuto per uccidere i polpi. Tentativi precedenti di allevamento hanno registrato alti tassi di mortalità, aggressione, cannibalismo e automutilazione.
Ciò premesso, può la Commissione far sapere:
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-003089/2022
Articolo 138 del regolamento
Dal 1° gennaio 2021 Inghilterra, Scozia e Galles fanno parte dell’elenco di paesi compresi nella parte 2 per quanto riguarda i viaggi verso l’UE con animali da compagnia, paesi per i quali il passaporto europeo per gli animali da compagnia è sostituito da un certificato sanitario. Ciò significa che chiunque desideri recarsi in Europa dal Regno Unito è tenuto a presentare un certificato sanitario per il proprio animale da compagnia, il che ha comportato significative conseguenze non volute per chi si serve di cani da assistenza.
In precedenza il passaporto europeo per gli animali da compagnia era valido per tutta la vita del cane da assistenza, consentendogli di viaggiare liberamente da e verso l’UE. Purtroppo però il nuovo certificato sanitario è richiesto per ogni singolo viaggio dal Regno Unito verso l’Europa, può essere ottenuto solo nei 10 giorni precedenti la partenza e con un costo considerevole (circa 200 EUR).
I padroni dei cani da assistenza che vivono in Gran Bretagna devono soddisfare criteri aggiuntivi, il che evidenzia le disparità a cui sono soggetti rispetto agli altri viaggiatori.
Per gran parte delle persone viaggiare con un cane è una scelta; per le persone con disabilità che dipendono totalmente dal loro cane da assistenza è una necessità. Le nuove disposizioni costituiscono una discriminazione nonché una violazione delle condizioni stabilite dalla CRPD dell’ONU[1], che stata ratificata dall’UE e dai suoi Stati membri. Alla luce di quanto precede:
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-002238/2022
Articolo 138 del regolamento
Ogni anno a Yulin decine di migliaia di cani subiscono un trattamento crudele, poiché vengono macellati per il consumo della loro carne e per altri scopi. Non solo: a Yulin si verifica il culmine di una pratica meschina che conta 30 milioni di cani macellati in moltissimi paesi ogni anno nel mondo. In Cina il consumo annuale viene stimato dai 10 ai 20 milioni di esemplari.
Viste le modifiche dell’articolo 13 TFUE, la Commissione europea:
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione E-007052/2020
Articolo 138 del regolamento
Negli ultimi anni abbiamo visto il moltiplicarsi delle vendite online da parte di aziende di commercio elettronico, dalle quali l’acquirente può acquistare praticamente di tutto. Nella corsa alla vendita purtroppo molti grossi marchi come Amazon o Wish hanno iniziato a promuovere la vendita di mezzi che possono provocare sofferenze agli animali, il cui uso o detenzione sono vietati dalla legislazione di molti Stati membri. È il caso del kit per tagliare le orecchie ai cani, offerto da Amazon alla modica cifra di 31 euro, pratica vietata dalla Convenzione europea per gli animali da compagnia e perseguita penalmente in molti dei paesi membri. Anche il marchio Wish pubblicizza la vendita per pochi euro di trappole vietate per la cattura di mammiferi e pesci e di reti per la cattura di uccelli selvatici.
A livello comunitario si ritiene che la CE dovrebbe provvedere ad un controllo rivolto non solo al traffico illegale di animali, ma anche al maltrattamento degli stessi, ascrivibile alla vendita di prodotti lesivi vietati a livello comunitario o all’interno degli Stati membri.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere al seguente quesito:
Cosa intende fare per fermare la pubblicizzazione e la vendita online di prodotti lesivi per gli animali, il cui utilizzo è vietato?
Proposte di Risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla fine del traffico illecito online di animali e piante nell’Unione europea e l’istituzione dell’anagrafe europea degli animali
(14.6.2022) https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-9-2022-0330_IT.html
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0330/2022
Il Parlamento europeo,
Eventi e Webinar
La macellazione religiosa nell’Unione europea: proposta di un modello di un registro e di un questionario per gli Stati membri dell’Unione europea
05/02/2024
Soprattutto “Therapy for pets”
20/12/2022
https://www.annabonfrisco.eu/2022/12/soprattutto-therapy-for-pet/
Dai valori europei, ai diritti degli animali: un dibattito sul benessere animale
05/12/2022
Gli stati generali del randagismo
19/05/2022
https://www.annabonfrisco.eu/2022/05/gli-stati-generali-del-randagismo/
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Cagnolina Fiammetta nel Corpo Carabinieri
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Buona vita alla piccola cagnolina Fiammetta che finalmente potrà ricevere tutto l’affetto e l’amore che merita. Lei è stata adottata dai nostri splendidi carabinieri che l’hanno salvata dopo una notte di violenze. L’uomo che l’ha maltrattata, SOLO denunciato. Chiediamo con forza pene molto più severe per chi procura sofferenze ai più deboli, anche per chi non ha voce. La voce degli animali possiamo essere solo noi. Dei loro diritti dobbiamo occuparci!
Aron
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Il corpo di Aron non ha retto. Il cane era stato legato ad un palo e bruciato vivo a Palermo. Aveva riportato ferite nell’80% del corpo. E’ morto dopo atroci sofferenze.
L’autore del crimine possiamo definirlo un cittadino europeo? O anche solo un cittadino? Serve l’arresto immediato e il carcere per i reati così efferati nei confronti degli animali. Tolleranza zero nei confronti di chi uccide la parte migliore delle nostre società, i senza voce.
Chi commette crimini contro gli animali è nella maggior parte dei casi anche un pericolo sociale: secondo quanto emerge, l’autore del gesto avrebbe danneggiato con ripetuti calci l’autovettura di servizio che lo aveva bloccato.
L’Europa deve farsi una seria analisi di coscienza. In Spagna il fuoco viene usato per dare alle fiamme le corna dei tori per puro intrattenimento. Servono azioni forti contro ogni pratica che provochi un dolore ingiusto verso chiunque, animali compresi.
Sicurezza stradale
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Sicurezza per gli animali e sicurezza per le persone vanno di pari passo. Per questo motivo è fondamentale la nuova previsione di condanne fino a 7 anni per chi abbandona gli animali e causa incidenti. E’ quanto disposto dal codice della strada in discussione in Parlamento e fortemente voluto dal Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
L’emendamento della Lega, approvato oggi e sinonimo di tolleranza zero, impone l’applicazione delle pene dei reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali gravi o gravissime per chi abbandonando l’amico a quattro zampe e, così, mette in pericolo anche gli altri utenti della strada. Inoltre, si applicano automaticamente anche le pene accessorie: dalla sospensione alla revoca della patente in proporzione della gravità del fatto commesso. E’ una promessa che la Lega aveva fatto e che, con orgoglio, oggi diventa realtà.
Macellazione dei cavalli
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La macellazione dei cavalli è una pratica crudele e contraria allo spirito di una società evoluta e moderna, è la violazione delle più basilari prassi sul benessere animale in Europa e in Italia. L’inquietante inchiesta di Animal Equality ha svelato una filiera di torture che comincia dal trasporto, senza cibo, acqua e sonno, fino alla loro uccisione, spesso ancora coscienti.
Nell’Unione europea vengono macellati ogni anno 250.000 cavalli, oltre 25.000 cavalli in Italia. Il nostro Paese è il maggior importatore di carne di cavallo del Mondo e il primo consumatore di tutta l’Europa. Per questo è importante che l’Unione europea agisca per quanto riguarda il trasporto dei cavalli destinati al macello. Inoltre è possibile firmare la petizione di Animal Equality per chiedere al Governo italiano di mettere fine alla macellazione dei cavalli in Italia.
Leone fuggito dal circo a Ladispoli
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I principali media del Mondo hanno parlato del leone fuggito dal circo e in libertà a Ladispoli. In pochi hanno avuto il coraggio di affermare che quel leone era in gabbia solo per offrire un vile spettacolo al circo.
L’incidente di Ladispoli di ieri fa sanguinare la ferita della legge italiana che ancora non vieta da subito questo incivile spettacolo. Non possiamo lasciare i sindaci da soli.
E’ necessario, per mettere fine a questa barbarie da Medioevo, una proposta di risoluzione per un regolamento europeo per impedire la pratica degli animali nei circhi, una richiesta che il Parlamento europeo e l’Intergruppo sul benessere animale esprimono da tempo. Oltre l’oltraggio alla vita di animali, che dovrebbero vivere in natura nei loro Paesi di origine, questa ignobile forma di intrattenimento alimenta traffici illegali della criminalità e problemi di sicurezza nelle nostre città.
Ringrazio il Sindaco Grando per l’azione tempestiva a tutela dei suoi cittadini e la sua preoccupazione per quel povero animale che, forse, ieri ha goduto delle sue uniche ore di libertà in tutta la sua vita. Il suo appello alle coscienze dei legislatori non sia ignorato.
Carabinieri e Associazioni per i diritti degli animali
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I Carabinieri e le associazioni per i diritti degli animali sono un’alleanza unica per dare voce a chi non ha voce: i nostri amici animali.
È stato pertanto un onore oggi partecipare, presso il Parlamentino delle Foreste di Roma, alla conferenza stampa dedicata a Educazione, prevenzione e contrasto al traffico, abbandono e maltrattamento animale, organizzata dai Carabinieri del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari in collaborazione con la LAV rappresenta dal presidente Gianluca Felicetti. Assieme ai Carabinieri è fondamentale l’impegno delle associazioni e dei volontari, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti degli animali.
Anche l’Europa potrebbe fare molto da questo punto di vista. Infatti ho già presentato, in più occasioni, la richiesta di una regolamentazione per vietare il commercio online di animali da compagnia e istituire un’anagrafe europea per gli animali.
Come recitava oggi l’invito dei Carabinieri e della LAV:
AMICI FEDELI
VIVERE
CON GLI ANIMALI
Profughi ucraini e animali
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#Ucraina: Lega, sia permesso ai profughi ucraini l’ingresso con animali da compagnia
Roma, 28 feb – “Le immagini di questi giorni provenienti dall’Ucraina sono commuoventi: ai profughi ucraini è stato detto di portare via solo le cose essenziali e molti di loro sono scappati dalle proprie case con in braccio il proprio animale da compagnia. Cani e gatti – ma non solo- che stanno fuggendo dalla guerra assieme ai loro padroni e, per essere accolti in Europa, avrebbero bisogno della documentazione normalmente richiesta.
Per questi motivi abbiamo richiesto al ministro Speranza di adottare urgentemente le disposizioni necessarie al fine di consentirne l’ingresso al seguito di rifugiati ucraini senza passaporto individuale, in deroga al Regolamento europeo. Inoltre, vista il forte coinvolgimento dell’iniziativa, ci siamo immediata mossi sia sul piano nazionale che su quello internazionale con un appello ai parlamentari in Italia e in Europa affinché appoggino l’iniziativa”. Lo dichiarano il deputato Filippo Maturi, capo dipartimento Benessere animale della Lega e presidente intergruppo parlamentare per la tutela della #biodiversità e l’eurodeputata Anna Cinzia Bonfrisco, componente dell’intergruppo #Animal Welfare.
Giornata nazionale del cane
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Oggi è la Giornata Nazionale del Cane, la celebrazione di uno straordinario viaggio a fianco dell’umanità percorso su questo pianeta negli ultimi 33.000 anni, secondo le ultime evidenze scientifiche.
E’ una storia reciproca di amicizia, amore, fedeltà e gioia. Per questo sono il miglior contributo alla felicità e alla salute. Senza dimenticare la salvaguardia e il soccorso che forniscono alle nostre vite, anche negli scenari più pericolosi. Purtroppo, alcuni dimenticano troppo facilmente tutto questo. Ma un vita senza cani è una vita più soli, più distanti dal cogliere il più profondo significato dell’esistenza.
Lottiamo affinché tutti i cani possano vivere una vita felice e senza abusi!
Giornata nazionale del gatto
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Oggi è la Giornata Internazionale del Gatto. Accanto alle donne e agli uomini che hanno fatto la storia c’è sempre un gatto! E’ infatti dagli albori dell’umanità che i felini ispirano la nostra cultura con il loro carattere poliedrico, ogni tanto incompressibile, sempre unico.
Roma non è solo la Capitale d’Italia ma è anche la Capitale dei gatti. La città ospita eccellenze uniche per l’accoglienza dei nostri amici a quattro zampe come il gattile di Valle Grande. A Roma le colonie feline sono cresciute dalle 252 del 2021 alle 550 del 2023, con un numero di gatti di circa 8.800 esemplari. Purtroppo in Italia ci sono 2,5 milioni di gatti “fantasma”, ovvero senza una dimora, un po’ di cibo, una coccola. Sconfiggere il randagismo significa combattere il dolore e la sofferenza di un essere vivente, evitabili grazie a progetti diffusi di sterilizzazione.
Gatto Leone
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Era stato chiamato Leone, per la voglia di vivere nonostante le gravi ferite inflitte. Purtroppo, è deceduto il gatto scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada ad Angri, in provincia di Salerno. Nei giorni scorsi era stato trovato e soccorso dai volontari.
I suoi aguzzini invece sono ancora ignoti, mi auguro che le autorità preposte siano severissime nel ricercare e colpire i responsabili.
La violenza che hanno riversato su Leone è un crimine. In attesa che vengano identificati, ancora una volta bisogna fare i conti con una parte dell’umanità che si dimostra gretta e meschina, che se la prende con i più deboli, con coloro che offrono amore senza chiedere nulla in cambio.
E’ anche nella tutela dei diritti degli animali che misuriamo la maturità delle nostre società, per questo è necessario combattere ad ogni costo la violenza nei loro confronti e promuovere la cultura del rispetto per gli animali.
Leone, riposa in Pace!
Canile e gattile di Valle Grande
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Ieri al canile e gattile di Valle Grande ci siamo ritrovati per dare sostegno agli amici quattro zampe meno fortunati. Sono arrivate cinque nuove cucce termiche attraverso la donazione effettuata da Confindustria #Cisambiente. Da parte del Gruppo #ID – #Lega abbiamo portato diverse coperte per dare un po’ di sollievo agli animali.
Un ringraziamento a Benedetto Di Clemente, amministratore delegato di #ValleGrande, Roberto Zampieri (Fondatore e Responsabile Cinofilo Progetto Serena Onlus), Oriana Sena (Istruttore Cinofilo Lazio Cani Allerta Diabete) e Federica Faiella (Presidente Fondazione #CaveCanem).
Cavallo morto a Palermo
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Un’immagine orribile e contraria allo spirito di una società evoluta e moderna. Un cavallo accasciato su una strada di Palermo, distrutto dalla fatica e dalle temperature altissime di un inizio di estate. E’ la violazione delle più basilari prassi sul benessere animale in Europa e in Italia, divenuta ormai intollerabile. Mi auguro che si possano prendere seri provvedimenti al più presto, facendo ripartire l’iter per arrivare ad una legge che vieti la circolazione delle carrozze trainate da cavalli. Questo non è turismo sostenibile, ma sfruttamento animale.
Festival della carne di cane in Cina
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La Cina produce solo orrori. L’Europa non ascolti le pericolose sirene cinesi.
Macellazione degli animali
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Gli #animali partono dalla Spagna, trascinati, feriti, zoppi, ammassati e picchiati. Una volta arrivati in Medio Oriente o nel Nord Africa sono brutalmente macellati senza stordimento. È il destino di sangue e disperazione di 346.000 tra bovini e ovini ogni estate, da porti Europei.
Le brutali immagini raccolte da Animal Equality, Animals International, Animal Welfare Foundation e Compassion in World Farming rappresentano il fallimento della società civile.
Il trasporto per lunghe distanze degli animali vivi fa rima con inferno via mare. È insufficiente che la #Commissione giudichi l’adeguatezza o meno di questi mezzi. Deve agire per vietare i viaggi della morte!
Giornata Nazionale del Gatto
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Oggi è una festa tutta italiana per i nostri amici felini ovvero la Giornata Nazionale del Gatto! Con il loro carattere unico e indipendente, affettuoso e allo stesso tempo imprevedibile, sono una presenza meravigliosa nelle nostre case e ispirano le nostre vite.
A Roma i gatti sono i guardiani silenziosi della Capitale. La Città ospita 550 colonie feline registrate nel 2023 e la bellezza di circa 8.800 felini a spasso per Roma. Con il loro sguardo sornione hanno visto passare i Secoli.
Nella Roma Imperiale, c’era un tempio dedicato a Iside, dove oggi sorge la chiesa di Santo Stefano del Cacco, in cui è stata rinvenuta una piccola statua di una gatta che si può ammirare sul primo cornicione di Palazzo Grazioli, in via della Gatta, appunto.
Anche per questo motivo, è necessario rispettare le vite dei nostri amici felini. Vanno combattuti sempre di più fenomeni di maltrattamento e violenza che li riguardano, a volte legati ancora troppo spesso a tristi superstizioni.